Capitolo VIII

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Passenger - What You're Thinking (feat. Josh Pyke)

London Grammar - Strong

Sia - Breathe Me


Louis si svegliò in un bagno di sudore freddo. Una luce grigiastra filtrava dalle sue palpebre, e non appena si mosse, sentì una fitta ai muscoli, un dolore perlopiù piacevole, il corpo sciolto e rilassato.

Oh. Oh, cazzo.

Aveva dormito con Harry la notte precedente.

Lentamente, Louis si voltò. Harry era sdraiato accanto a lui, una guancia schiacciata sul cuscino, le labbra dischiuse nel sonno. Era nudo, il piumone era scivolato sui suoi fianchi, e un brivido di eccitazione corse lungo la schiena di Louis.

Lo soppresse all'istante.

Merda. Merda. Non sarebbe dovuto succedere. Niente di ciò che era accaduto la sera prima sarebbe dovuto succedere. Non la loro prima scopata, in cui Louis aveva cavalcato Harry, profondo e costante fino che le sue cosce non avevano cominciato a tremare e Harry aveva invertito le posizioni, spingendosi dentro di lui con movimenti rapidi e con una mano sulla sua erezione, troppo bello perché durasse ancora a lungo. E neanche la seconda volta, nella vasca, con le dita di Louis tra i ricci di Harry, strattonandoli mentre si scopava la sua bocca, l'acqua che scorreva attorno a loro, incollando le ciglia di Harry. Harry era sembrato distrutto dopo, la voce roca, e Louis l'aveva spinto contro il fondo della vasca, si era messo su di lui e l'aveva baciato mentre lo masturbava, aveva continuato a baciarlo anche quando Harry si era svuotato sul suo pugno. Non avrebbero neanche dovuto addormentarsi l'uno di fronte all'altro, le mani intrecciate tra loro, una delle caviglie di Louis intrappolata tra i polpacci di Harry.

Alla cruda luce del giorno, sembrava come un bellissimo, impossibile sogno. Eppure Louis non era meno innamorato di Harry di quanto lo fosse la notte prima.

In ogni caso. Non sarebbe dovuto succedere, cazzo.

Ma non c'era comunque nessun modo per cancellarlo, per tornare indietro. Non c'era neanche una prospettiva per il futuro.

Louis si trascinò fino ai piedi del letto e scivolò fuori da sotto il piumone, afferrando i boxer del giorno prima dal pavimento e appropriandosi della camicia a quadri di Harry. Rimase fermo in piedi per un attimo, osservando il petto di Harry salire e scendere, il movimento delle ciglia che suggeriva un vivido sogno. In silenzio, con i vestiti ammucchiati tra braccia e i piedi nudi sul pavimento di legno, Louis sgattaiolò fuori dalla stanza.

Per quanto lo volesse, non poteva scappare via. Non poteva neanche rimanere nella stanza di Harry per un minuto in più, non quando avrebbe solo ingannato se stesso, e avrebbe ingannato anche Harry.

Voglio stare dentro di te per sempre.

Il piede di Louis urtò la porta della cucina. Incespicò nella stanza, fermandosi giusto il tempo di infilarsi i boxer e la camicia di Harry, prima di andare ad accendere il bollitore. Si mosse in automatico per prendere la tazza che aveva rivendicato come propria, poi si bloccò quando realizzò che c'erano tracce di sé sparse ovunque. Il suo sguardo guizzò sulla lavagna, quella dove Zayn aveva disegnato Louis e Liam, poi si spostò sull'elenco delle scommesse attaccato al frigo.

Scelse una tazza diversa, bianca con i fiori blu, di porcellana delicata che sembrava come se si fosse potuta rompere se solo qualcuno l'avesse maneggiata con nient'altro che la massima cautela. Era quel tipo di tazza che la madre di Louis avrebbe tenuto nella sua credenza, per tirarla fuori solo la domenica dopo la messa, o per ospiti molto speciali.

Wear It Like A Crown [Larry Stylinson • Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora