Capitolo XII

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Dormirono fino a pomeriggio inoltrato, o almeno così fece Louis. Harry si svegliò verso mezzogiorno e gli ci vollero parecchi secondi per orientarsi – il sole splendente, il peso caldo attaccato alla sua schiena, il ricordo di una conversazione che sembrava come tracce vaghe di un sogno. La sensazione persistente delle mani di Louis su tutto il suo corpo. Certo che ti vorrò ancora, piccolo Principe.

Quando Harry si mosse appena, i muscoli gli procurarono una debole fitta. Con un sorriso, si spostò tra le braccia di Louis per osservarlo da vicino.

Nel sonno, i lineamenti di Louis erano rilassati, le labbra appena dischiuse a rilasciare respiri lunghi e regolari. Harry fu preso per un attimo dal desiderio di tracciare le sue lunghe ciglia con i polpastrelli, le loro punte luminose, schiarite dal sole. Poi notò gli aloni scuri sotto gli occhi, che suggerivano che la mancanza di sonno di Louis andasse ben oltre solo quell'unica notte.

Lentamente, stando attento a non svegliarlo, Harry scivolò via dall'abbraccio e andò a farsi una doccia. Un'occhiata allo specchio rivelò diversi nuovi lividi che la bocca e le mani di Louis avevano lasciato, sporcando il petto di Harry e l'interno delle sue cosce. I segni lasciati dalle dita decoravano il punto in cui Louis l'aveva stretto forte, le ombre impresse sulla pelle chiara proprio accanto alla sporgenza del fianco sinistro. Harry combatté il brivido di eccitazione e rifletté sul da farsi – svegliare Louis con la bocca e le mani, le dita spinte dentro di lui.

No, c'era un sacco di tempo per quello più tardi. Gli avrebbe prima lasciato recuperare un po' di sonno.

Dopo un breve messaggio a Niall e Zayn ('Felice come un bimbo a Natale!' || ndt. 'Happy like a room without a roof!', tratto dalla canzone Happy di Pharrell Williams), Harry si ritirò sul balcone. Ordinò una tarda colazione dal servizio in camera, poi si sedette in attesa con il libro sulle gambe, il sole a riversarsi su di lui.

Bussarono alla porta circa quindici minuti dopo. Nonostante Harry si fosse lanciato all'interno per rispondere velocemente e non disturbare il sonno di Louis, non fu abbastanza rapido; Louis sobbalzò e si svegliò con un sussulto. Si sedette, il lenzuolo sottile attorcigliato attorno alla vita, e buon Dio, era bello da togliere il fiato. Nessuno avrebbe potuto biasimare Harry per essersi fermato e averlo attirato a sé in un bacio a stampo, sorridendo quando Louis rispose immediatamente, apparentemente d'istinto, la pelle calda dal sonno. "Colazione," gli disse Harry a bassa voce, raddrizzandosi. "Se vuoi. Puoi dormire ancora un po', dopo."

Gli occhi di Louis erano leggermente offuscati, fissi su Harry. "Colazione," ripeté con aria assente. "Sì, va benissimo."

Lanciandogli uno sguardo allegro, Harry andò ad aprire la porta e si assicurò che Louis non potesse essere visto. Spinse lui stesso il carrello all'interno della stanza, e Louis scese giù dal letto un attimo dopo, completamente nudo. Dopo essersi guardato, tirò via un lenzuolo dal letto e se lo avvolse attorno alla vita.

"Perché l'hai fatto?" chiese Harry.

"Tu sei vestito," puntualizzò Louis. "Quindi non hai il diritto di lamentarti."

"Ho solo le mutande. Non volevo mostrare le mie grazie a un aereo di passaggio o qualcosa del genere."

Lo sguardo di Louis si trascinò lungo il petto di Harry, indugiando sui lividi sul fianco, poi si spostò più in basso per esaminare gli insignificanti boxer attillati che Harry si era infilato dopo la doccia. "Okay," gli concesse Louis, lento e dolce. "Le mutande possono rimanere. Non che nascondano poi granché."

"Motivo per cui è comunque ingiusto che tu usi una toga," gli disse Harry. "Nasconde fin troppo."

La sola risposta di Louis consistette in un ghigno. Lo seguì senza fretta quando Harry spinse il carrello oltre le porte del balcone e lo osservò, la testa piegata in uno strano angolo, quando Harry posò tutto nel tavolo all'esterno. "Mi dai una mano?" gli chiese Harry.

Wear It Like A Crown [Larry Stylinson • Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora