6.Panic

1.7K 92 5
                                    


6) Panic

Mi svegliai osservando distrattamente la camera in cui mi trovavo. C'erano pareti bianche e sentivo in lontananza un beep che continuava incessante e contribuiva solo ad ampliare il mio già insistente mal di testa.

Cercai di chiudere gli occhi per ricordarmi quello che era successo e il motivo per cui mi trovavo in una casa che non era la mia e poi come un fulmine a ciel sereno, tutto si incastrò al suo posto rivelandomi la triste realtà. Ero in un ospedale perché ero svenuta dopo un duro scontro verbale con Ian. Oh merda, mio figlio.

Mi portai immediatamente le mani sulla pancia e con un sollievo constatai che era ancora bella grande. Meno male.

Mi alzai leggermente sui gomiti e mi guardai intorno nella speranza di intravedere qualche dottore o infermiera che mi avrebbe dato qualche spiegazione in più su come stava Dylan. La porta della stanza era stata accuratamente chiusa e non sentivo nessuna voce provenire dal corridoio.

Sapevo anche che Ian era sicuramente qui in giro da qualche parte, ma lui sarebbe venuto in secondo piano. Adesso dovevo essere una madre prima di tutto.

Premetti il pulsante che penzolava poco distante dal letto in cui mi trovavo e sentì un beep più forte partire da quest'ultimo. Bene. Almeno adesso sapevano che mi ero svegliata e che avevo bisogno di parlare con qualcuno.

Tornai distesa mentre aspettavo che qualcuno entrasse. Avevo la testa completamente piena e per un secondi desiderai di poter dimenticarmi di tutto quello che mi era successo nelle ultime ore. Avevo il dannato bisogno di staccare la spina e di vivere serenamente.

Sentì dei passi avvicinarsi e una porta che si aprì. Alzai leggermente la testa e vidi un'infermiera che mi sorrideva gentilmente. Per un secondo la ringraziai per essere entrata ed avermi strappato dai miei pensieri. Mi facevano paura. Avevo paura di quello che avrei cavato fuori dalla mia testa. Sapevo a cosa andavo incontro. L'incontro con Ian sarebbe stato inevitabile, così come la decisione che avevo preso.

-molto bene signora Sunders! Visto che si è ripresa, questo posso anche toglierlo!- esclamò togliendomi un ago che era infilato nella mia mano destra.

Non avevo fatto caso a quell'ago nella mia mano, ma quando me lo tolse sentì una sensazione di sollievo. Forse inconsciamente mi stava dando davvero fastidio. Chissà a cosa serviva quell'affare piantato dentro una mia vena. Sicuramente mi aveva fatto solo del bene, ma adesso ero sollevata a non sentirlo più dentro di me.

-che cosa è successo? Come sta mio figlio?- domandai in preda al panico.

-la gravidanza procede normalmente signora! Suo figlio sta bene, ha solo avuto un accumulo di stress che ha portato ad una contrazione molto forte!- mi spiegò mentre mi sistemava un cerotto sul buco lasciato dall'ago.

Accumulo di stress.

Stavo per perdere mio figlio per un cazzutissimo accumulo di stress. Sapevo che sarebbe successo. Quando hai una persona come Ian al tuo fianco è solo questione di tempo prima che ti possa prendere un accidente. Questa volta era quasi successo a Dylan e non l'avrei più permesso.

-non deve cruciarsi signora! Adesso il piccolo sta bene e i suoi segnali vitali sono nella norma! Vedrà che tra pochi giorni conoscerà suo figlio!- esclamò l'infermiera vedendomi imbronciata.

Don't Call Me a Lolita 2 {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora