24. BestFriend

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24) BestFriend

Strinsi più forte Sally al mio fianco. Non ne voleva sapere di rilassarsi un po', ma francamente, la capivo molto bene. Anzi, la capivo proprio alla grande. I nostri uomini sono chissà dove a combattere una cazzo di guerra nata chissà come. Avevamo tutte le ragioni di questo mondo a non volerci calmare e rilassare. Eravamo tese come delle corde di violino. Sentivo un ansia crescere ogni minuto che passava.

Eravamo stese sul mio letto intente a farci forza a vicenda. Abbracciate. Come se stare così unite ci aiutasse in qualche modo. Come se stare così, l'una tra le braccia dell'altra, ci desse un pochino di coraggio in più. Odiavo questa situazione.

Conoscevo mio marito e sapevo bene che mi avrebbe chiamata immediatamente una volta finito il "lavoro", ma io non riuscivo ad aspettarlo con le mani in mano. Non ero quel tipo di moglie e questo lo sapeva anche lui. Conoscevo l'avversario contro cui si stava scontrando e questo faceva solo crescere la mia preoccupazione. Se Ed o chi per lui, gli avesse procurato anche solo un graffio, ci avrei pensato io ad ucciderlo.

-Lol..-

Mi ritrassi dai miei pensieri e mi concentrai sulla mia migliore amica che finalmente era riuscita a parlare. Dopo quello che era appena accaduto al capannone, si era chiusa in una specie di mutismo. Non parlava e non mi coinvolgeva nei suoi pensieri. Mi sentivo così disperatamente impotente. Non sapevo quello da fare o da dire per poterla fare stare meglio. Le bacia dolcemente i capelli come una mamma farebbe con la propria figlioletta. Forse il mio istinto materno in questo aveva preso il sopravvento. Da quando avevo avuto Dylan, il mio senso del conforto altri era aumentato radicalmente. Con Sally ero sempre stata protettiva, ma adesso, vederla in quello stato, mi rendeva possessivamente attenta a lei. Sentivo di doverla aiutare io.

-va tutto bene tesoro!- le dissi continuando ad accarezzarla con la speranza che dimenticasse questa situazione per un secondo.

-sono già le quattro Lol.. e loro non sono ancora tornati! Non abbiamo loro notizie da troppo poco tempo! Sto morendo di paura!-

Feci per risponderle con qualche fottuta frase di circostanza che si usa in questi casi quando non si vuole restare in silenzio, ma venni interrotta dal campanello di casa mia che prese a suonare all'impazzata.

Balzai sul letto come una molla e Sally mi seguì al piano di sotto correndo come una pazza. Ero certa che non si trattasse di Ian. Primo lui aveva le chiavi e secondo, non avrebbe suonato in quel modo. Ormai lo conoscevo.

Aprì la porta e sgranai gli occhi alla vista di una Gina piuttosto scossa e infreddolita che mi guardava con le lacrime agli occhi. Senza esitazione la facemmo entrare dentro e le tolsi il cappotto di dosso per metterlo nell'attaccapanni.

Ci abbracciammo tutte e tre strette e iniziammo a piangere tutte insieme. Un pianto liberatorio che ci voleva. Un pianto che ci avrebbe aiutato a superare insieme questo momento così incredibilmente difficile e complicato.

-scusate ragazze, ma non riuscivo a stare sola! Posso stare con voi?- domandò tirando su con il naso e asciugandosi gli occhi con la manica della felpa grigia che indossava.

-devi restare qui con noi Gina! Sedetevi sul divano ragazze.. io vado a prepararci una bella tisana calda! Vediamo se riesce a riscaldarci un po'!- dissi mentre le accompagnavo nel soggiorno.

-qualcuna di voi sa qualcosa su come si sta svolgendo questa nottata interminabile?- domandò con voce tremante.

Don't Call Me a Lolita 2 {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora