Avventure

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Dato che qualcuno mi ha fatto notare che tutti i miei personaggi principali muoiono, eccovi un testo dove sopravvive... o forse no.

Prima di iniziare lasciatemi presentare gli eroi di questa storia CHE NON MORIRANNO.

Sgrumilda: era una meretrice o ,come si direbbe oggi, una duemila che uccise il suo capo e un'altra puttana con il suo coltello parlante per cambiare vita e diventare un bardo. L'unico liuto che riuscì a comprare fù uno che quando lo suoni ne fuoriescono tentacoli (perché gli hentai con tentacoli non passano mai di moda). Adesso viaggia in cerca di avventure.

Poi ce n'è un altro, di cui non mi ricordo il nome: era un arciere eccezzionale, un mago ottimo e un ballerino discreto. Riusciva a lanciare magie come un muro di vento, parlare con la natura e non far rubare le partite alla juventus, cose che le prime volte restavi a bocca aperta.

Adesso che abbiamo fatto il giro dei nostri eroi possiamo iniziare...
Ah no, cazzo, mi sono scordato di Milo Greenbottle: è un uomo...ma basso.

Adesso possiamo iniziare: tutto iniziò una calda mattina di estate, quando i nostri tre eroi si trovarono davanti alla torre che gli avrebbe condotti alla gloria. Con loro c'era un uomo basso e grassoccio e gli disse che sarebbero dovuti arrivare fino in cima alla torre prima che il suo nuovo I-phone si scaricasse.
"Hanno migliorato la batteria?" chiese Milo speranzoso.
Il signorotto tirò fuori dalla tasca il cellulare che più che uno schermo sembrava un tavolo; Milo iniziò a sudare freddo, non avevano molto tempo.
Entrarono nella torre mentre il loro commissionatore aveva iniziato una partita a clash royale; l'ultima cosa che sentirono fu una bestemmia: Sgrumilda guardò gli altri due e disse:"arco x" mentre una goccia di sudore le scorreva sulla guancia.
L'interno della torre si presentava come una stanza circolare con delle scale dalla parte opposta da dove si entrava.
Nella prima stanza videro una piccola scatolina bloccata da un lucchetto; Sgrumilda, senza alcuna paura, andò verso la scatola e le diede un calcio: subito una sfera infuocata la colpì, portandola quasi allo stremo delle forze; arrabbiata cercò, nonostante la sua poca esperienza e le urla dei compagni che le intimavano di levarsi dai maroni, di aprire il lucchetto; ancora una volta la palla di fuoco la colpì e Sgrumilda cuore impavido cadde a terra inerme e col corpo fumante.
I compagni basiti legarono i suoi piedi ad una corda per poterla trasportare e Milo, che era un ladro, in quasi due secondi aprì il lucchetto e prese i due cilindri che sarebbero serviti a prendere il bottino alla fine.
Continuando la loro ascesa trovarono il primo nemico, una figura fiammeggiante che accolse i nostri amici con un urlo che manco godzilla saprebbe fare di meglio. Cercarono di accoltellarlo, di sparargli frecce, di stuprarlo, ma niente da fare, sembrava invincibile; di tutta risposta passarono avanti e ignorarono la bestia infernale, la quale, delusa e volendo dare una svolta alla sua vita, si diede al giardinaggio e all'apicultura.
Sgrumilda aprì piano piano gli occhi e i suoi compagni la guarirono il più possibile per prepararsi alla stanza seguente.
La stanza era presidiata da un golem di ghiaccio, questo si colpibile, e finalmente riuscirono a mettere in pratica la loro tattica di attacco: Sgrumilda iniziò a suonare per ispirare i suoi compagni, l'arciere sparava frecce a vagonate e Milo iniziava già ad aggirare il nemico per prenderlo alle spalle.
In poco più di dieci minuti il golem si arrese alle freccie, alle pugnalate e ai tentacoli del gruppo: le corde del liuto bruciavano più della batteria di un cellulare d'estate; presero i due cilindri e avanzarono.
Nella stanza dopo un'altro nrmico gli aspettava: era una sorta di figura umana gigante e di pietra, con della carne morbida solo sulla nuca: di tutta risposta Sgrumilda iniziò a suonare la sigla dell'attacco dei giganti mentre Milo, come i migliori soldati del corpo di ricerca correva sulla sua schiena per poi piantargli un pugnale nella parte più fragile.
Dopo molti combattimenti e prove che non ho lo sbatto di raccontare la compagnia arrivò in cima alla torre dove gli attendeva un'ultima prova: mettere in ordine i cilindretti per aprire la strada verso il tesoro ma, nel caso che avessero sbagliato, la solita palla di fuoco gli avrebbe spaccato la faccia.
Mandarono avanti Milo, perché era inutile e quindi sacrificabile, che dopo un paio di tentativi e di palle di fuoco prese in faccia riuscì a prendere il tanto agogniato premio: un'estensione della batteria per il cellulare dell'omotto.
Fecero tutti e tre spallucce e, dato il premio al commissionatore, se ne andarono ognuno per la propria strada Fine.

E nessuno è morto gente e se vi chiedete come faccio a sapere di questa storia bhe... io ero uno di quei tre eroi, chissa chi però...

Ciao ragazzi,
Spero che questo testo più leggero e disimpegnato degli altri vi sia piaciuto; commentate se avete idee o suggerimenti per la prossima storia, e noi ci sentiamo la prossima settimana se riesco a pubblicare dalla francia.
A presto,
Leo

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