Coorte

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Marco Aurelio venne svegliato dalle prime luci dell'alba che timidamente entravano dalle fessure della tenda. Aprì gli occhi e si guardò in torno un momento prima di ricordarsi: oggi era il suo primo giorno nell'esercito del generale Cesare.
Uscì stiracchiandosi dalla tenda e vide che molte persone erano già indaffarate nelle loro faccende; decise di indossare l'armatura che aveva ereditato dal padre e di fare un giro per l'accampamento. Sapeva che erano tutti uguali e cercò dei punti di riferimento per gli anni a venire: una tenda più grande quà, una piazzetta li...; si affacciò al di fuori delle mura e vide la grande pianura in cui avrebbe combattuto il giorno seguente: era un terreno molto piatto con qualche collina sulla destra, dove il dux posizionerà probabilmente gli arceri.
Dopo il pasto, consumato con i suoi compagni, Marco fece un secondo giro dell'accampamento e vide con orrore un carrello pieno di cadaveri in armatura, probabilmente morti in una battaglia precedente: molti avevano la sua età, un'armatura scintillante e perfetta se non fosse per il taglio mortale che avevano lasciato passare; si chiese se anche lui avrebbe fatto quella fine, se il carretto sarebbe tornato per lui, riportandolo a casa sconfitto e senza onore. Scrollò la testa per allontanare quei pensieri e andò di nuovo fuori dalle mura:il tramonto tingeva la pianura di arancione e una sottile brezza muoveva i fili d'erba creando l'illusione di onde; Marco restò a contemplare quel paesaggio per un po' di tempo, lasciando i raggi caldi dell'ultimo sole riscaldare il suo corpo. Dopo una cena passata nel silenzio della concentrazione, Marco si adagiò sulla sua brandina e cercò di prendere sonno, trovandolo dopo diversi minuti.
Il giorno dopo venne svegliato dalle trombe che sancivano l'inizio del giorno della battaglia; Marco, aiutato da un paio di servi, indossò l'armatura e impugnò il gladio e il grande scudo rosso, con su scritto S.P.Q.R.
Raggiunse velocemente la sua coorte e insieme con tutto l'esercito marciò nella pianura; si sentiva tuttuno con i suo conpagni, una macchina perfettamente sincronizzata e inattaccabile; la sua coorte era una delle prime, leggermente spostata sulla destra, e Marco era in seconda linea.
Il corno risuonò nella vallata che gli fece eco e i barbari cominciarono a correre contro la formazione romana; il primo impatto fu retto dai possenti scudi e si iniziò a combattere; Marco non vedeva molto ma, all'improvviso, il soldato davanto a lui venne trapassato da una spada e lui dovette combattere con il primo barbaro: parò il colpo con lo scudo e, stordito con un colpo di scudo, lo trapassò con il gladio. Si sentiva forte, capace di abbattere un esercito con le sue forze; avanzò in prima linea e ne uccise un altro, ornato da una vistosa cicatrice sulla faccia. Tutti i suoi anni di addestramento stavano dando i loro frutti, sembrava che nessuno potesse fermarlo, l'adrenalina riempiva il suo corpo di vigore ogni volta che un nemico cadeva.
Dopo aver abbattuto un ennesimo barbaro, Marco si accorse che tutta la prima linea era stata annientata e che era rimasto solo, accerchiato dai nemici; cercò di arretrare ma alle sue spalle trovò il muro di scudi degli altri soldati, lo stesso scudo che prima aveva fermato l'avanzata del nemico ora lo condannava a morte. Venne colpito alla gamba al livello del ginocchio; compresa la situazione Marco urlò con tutte le sue forze prima di gettarsi nella mischia: doveva portarsene il più possibile nella tomba, doveva riscattare l'onore di suo padre, caduto anche lui sotto i colpi che in quel momento lo stavano accerchiando; lo scudo si ruppe sotto i colpi nemici, la spada rimase conficcata nel corpo di un barbaro; una lama lacerò i muscoli della schiena, un'altra quelli dell'addome. Marco si accasciò in ginocchio prima di avere la gola trapassata da una lancia. In quel momento moriva Marco Aurelio, un giovane con l'unico peccato di aver combattuto coraggiosamente per la sua patria, tradito dalla codardia dei suoi compagni.
Quel giorno il carretto riportò anche lui a casa, dove la madre lo accolse con lacrime amare.

Che ne dite? Va bene? Consigli per migliorare oppure suggerimenti per una prossima storia?

P.S. Prenderò una piccola pausa questo fine settimana non aggiungendo nuovi testi, inoltre d'ora in avanti pubblicherò settimanalmente, per potervi portare lavori di qualità, a presto,
Leo

An Eye Over The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora