LETTERE

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(Dal quaderno delle scoperte. Brasile, Sao Paulo, Mariapolis Ginetta)

4 junho 2013, terza fera

Quante cose.
Non saprei nemmeno da dove iniziare, ma in questo mi aiutano le molte ore di volo per rientrare in Italia.
Faccio un breve riassunto di cos'è successo ieri, perché nulla accade a caso e per la prima volta Tu non hai fatto saltare la luce davanti al mio "mi annoio".
Pomeriggio, mentre le ragazze preparavo la festa a sorpresa per salutare Mery e me, io ero nel buio.
Non mi sentivo pronta per tornare a casa. Temevo di nuovo di perdere la mia pace, la mia serenità. E Tu, invece di far saltare la luce, hai fatto funzionare facebook. Ho scritto della mia paura a Lucia e a lei è bastata una domanda: "questa tua serenità da cosa dipende?"
Da cosa dipende la mia serenità?
Da cosa, se non da Te?
E Tu mi fai capire chiaro che sei con me, che non mi lasci, che io non ti lascio.
Che storia questo Brasile.
Che storia questa vita.
Le ragazze, questa mattina, erano tutte in camera mia per salutarmi. Mery ha pianto. Io...beh, c'è mancato davvero poco. Mariluce mi ha fatto piangere ancora una lacrima, accidenti!
Non siamo riuscite a salutarci, ed ora aspetto la sua lettera.
Sono serena: se non ci siamo salutate oggi non importa, vorrà dire che ci rivedremo presto, grazie a Te, e anche allora non ci sarà bisogno di salutarsi. Come hai fatto tu a Budapest, Mariluce, salutando con un abbraccio e due parole un'amica che non vedevi da 11 anni.
Così inizio la mia lettera per te, Mariluce.
Quella volta sembrava, per lo meno a me, che tu e la tua amica vi foste viste poche ore prima a Padova. Invece erano 11 anni che non vi vedevate. 11 anni!
Ricordo che ho pensato: "come? Dopo 11 anni io vorrei altri 11 anni per recuperare tutto!"
Non avevo capito che Tu non avevi posto limite alla distanza e al tempo.
Non avevo capito il Tuo amore.
Ora, invece, so per certo che tempo e spazio sono inezie se vissuti nella Tua volontà, e proprio la Tua volontà ci farà ritrovare presto.
I cuori che amano le stesse cose, che camminano verso le stesse cose, non avranno mai bisogno di salutarsi: s'incontreranno ogni giorno, batteranno assieme ogni battito.
Cara Mariluce, non so davvero dirti che dono sei stata per me, quanta grazia Gesù mio ha messo in te. Di certo non so dirti quanto Gesù mio ti ama.
Sei stata, per ridere da un certo punto di vista, per me sei stata una piccola Maria: mi ascoltavi con attenzione e pazienza, mi consigliavi, mi provocavi a vivere una bellezza che già coglievo, ma non completamente. Più di una madre, più di una sorella per me. Permettimi un piccolo gioco di parole: Mariluce, sei stata per me la luce di Maria. Mariluce.
Te lo dico io, ma potrebbero farlo molti altri.
Gesù mio, in questo Brasile, mi ha mostrato che vuole regalarmi l'universo: se seguo il suo amore mi darà tutti i suoi miracoli (e lo ha già fatto). E penso che a te voglia regalare la bellezza di Maria, la luce di Maria.
Sai meglio di me chi è Maria, ma ti vorrei riportare ciò che di lei mi affascina di più: Maria madre di Dio, quindi madre della bellezza e dell'amore. Maria donna tenera come tante, forte della luce della vita, della pietà. Pensa a qualcosa di bello: quello è Maria. In quel qualcosa di bello, qualunque cosa sia, troverai un sorriso di Maria.
Il mio augurio per te è questo: splendi sempre della Sua luce.
E non ti saluto!
No cara, perché ci vediamo presto, ci ritroviamo sempre unite!
Ma ti abbraccio forte, così saprai che camminiamo sempre assieme.
Obrigada para todo!

Cara Mariachiara,
sorella nel cuore e nell'anima. Non so come ringraziarti per la tua meravigliosa lettera di oggi, giorno in cui lascio il Brasile per la prima volta e torno in Italia dove, per noi, abita il dolore più grande.
Quello che scrivi mi fa sorridere. Ma sai? Io non ho fatto nulla!
Anzi, spesso mi sembrava di essere una rompiscatole: tu mi raccontavi qualcosa di grandioso ed io, che poco avevo vissuto prima del Brasile, io volevo tremendamente poterti donare qualcosa. Avevo il cuore che sussultava tutte le volte, perché in realtà non potevo donarti nulla. Sei stata tu a donare tutto a me.
Tu mi ha spronato a rialzarmi con il tuo esempio.
Sì, proprio tu. Hai mangiato un pezzetto di pane dei cielo e senza farti vedere da nessuno ne hai messo in tasca una briciola per me. Era una briciola grande e buonissima.
Sapeva di vita: amara e così dolce, che non ti basta mai, ne vorresti sempre di più. Il bello è che ne avremo a non finire. Basta solo camminare nel Suo amore.
È facile cadere e arrendersi, è vero. La novità, tuttavia, è che possiamo rialzarci. Già ora. E se non ne abbiamo voglia? Non importa. Possiamo ricominciare tra un ora, domani, tra un mese. Gesù nostro è paziente e Maria ci aspetta fuori dalla porta per prenderci a braccetto.
Pensa che terzetto allegro che facciamo!
Non avere paura di niente, sorellina mia, perché Lui ha un disegno di santità su di te. E Lui è anche il primo pittore del mondo...direi che quando fa un disegno, è proprio un'opera d'arte!
Tutte le mie preghiere sono per te, anche se non ti manca la forza.
Sono io che ti ammiro, aquila.

Carissime ragazze,
quanto mi mancate già. Credo che non mi abituerò più ad avere una casa silenziosa dopo che voi avete riempito la nostra con la vostra allegria.
Vorrei prendervi una per una e raccontarvi quanto siete importanti per me, quanto non vi capisco e quanto vi voglio bene. Ma lascio perdere: non è importante.
Ricordate la provvidenza? Arriva quando meno te lo aspetti, quando serve. A volte basta chiedere. A volte arriva il centuplo.
Voi, in questi giorni e per il resto che vivrò, siete state la il mio centuplo: la promessa del Paradiso in terra. Come disse una volta un parroco ad un incontro del CLU: "Cristo ha promesso ad ogni uomo la vita eterna e il centuplo quaggiù. Di fatto, a pochi interessa della vita eterna, ma chi è così fesso da rinunciare al centuplo quaggiù?"
Ecco, voi siete questo. Siete opera di Lui.

Carissima Ginetta,
mia preziosa amica, sempre sorridente e confortante. È stata una grazia poterti conoscere. Parlo sul serio. Mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno, ancor prima che me ne rendessi conto.
Mi sei stata vicina da subito, prima di conoscermi, e presente in tutto.
Ma come hai fatto?
E io ti conosco ancora così poco.
Mi sarebbe piaciuto conoscerti di persona; spero di avere questa possibilità un giorno, in quel Paradiso da cui potremo fare tanto. Tu fai già tanto, Ginetta.
Sei la Ginetta dei miracoli, come dice Mariluce, ed ha ragione. Di miracoli ne hai fatti tanti anche per me, ogni giorno. Tu chiedevi, e Gesù mio mi dava la grazia.
Mi sono innamorata di un Brasile che conosco appena, che mi affascina e mi terrorizza. Mi sono innamorata delle sue sfumature, le sue luci e le sue ombre. Mi sono innamorata della mia vita, ora che è davvero tale.
E tra le grazie di oggi ho la certezza che non sarà l'ultima volta che vedo il Brasile. Lascio qui una parte del mio cuore, ma non tornerò per riprendermelo: tornerò per farlo battere ancora. Magari con altri volti, altre persone, altre situazioni.
Questo lo sa solo Lui, a noi sta solo la certezza che sarà fenomenale.
Gli piace fare le cose in grande, a Lui. E come dargli torto? Gli riescono così bene.
Sì, è proprio un Padre Buono.
Fuori è notte, il cielo stellato è incredibile ed io ho molta difficoltà a parlare inglese con la mia vicina di posto: ormai traduco in automatico in portoghese.
C'è da ridere, Ginetta. C'è proprio da ridere.
Tu pensa, ieri mamma mi ha scritto una mail per dirmi che la lavatrice è morta...ed io ho tutto da lavare. C'è proprio da ridere. Che fantasia ha il Padre Buono.
E poi è pure permaloso: infatti ogni volta che dico di Lui qualcosa che sembra una lamentela, Lui manda una turbolenza. Ma ti pare?
Così non si capisce nemmeno cosa scrivo.
Però un po' di paura di rientrare ce l'ho.
Ok va bene: ho molta paura.
Ma è proprio quella paura che mi fa dire: "ok, ma Tu sei con me, non mi lasci sola. Mi hi dato l'universo in Brasile, ora vieni che lo portiamo in Italia, vieni che lo portiamo a casa mia".
Sai che ho proprio voglia di abbracciare le mie nonne?
Ho proprio voglia di lanciarmi tra le braccia di quel dolore che tanto mi fa paura.
Ginetta, vuoi prendere la rincorsa con me?
Mery mi ha regalato una boccetta di vetro con dentro la terra della tua tomba. Grazie anche di questo regalo, cara amica. Così ti porto sempre con me, te e il Brasile dei miracoli, il tuo Brasile.
Così saprò sempre di avere una cara amica vicina.
E sorridente.
La mia amica Ginetta, sempre sorridente.
La vita con Lui non può che essere un sorriso.
Prendi oggi ad esempio:arrivo a Madrid e mi dicono che il volo per Venezia non è confermato.   

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