Preludio - il ritorno della Bestia

5.5K 169 13
                                    

«Non lasciarti ingannare dall'apparenza,la vera bellezza si trova nel cuore»

 Aveva imparato così bene a fingere, che non si trattava più di mentire. Per questo nessuno se ne rendeva conto.
Diventare l'emissario del branco di Scott, poi, aveva aiutato molto. Capiva molto di più della personalità enigmatica di Deaton da rendersi conto che invidiarlo, tanti tanti anni prima, era stato veramente un eufemismo rispetto al sentimento che ora riconosceva in profondità.
Ritornare a Beacon Hills era stata una scelta piuttosto consequenziale. Aveva studiato duramente per laurearsi e, nei ritagli di tempo libero in cui non aveva corsi da seguire o esami da preparare, aveva studiato ogni arte sovrannaturale messa a disposizione dal dottore, prima della sua decisione di sparire letteralmente dalla circolazione. Se frequentare il corso di Criminologia era stata una scelta basata su un piccolo desiderio adolescenziale, farlo per tentare di diventare un buon druido e, quindi, un buon emissario era stato qualcosa di inevitabile. Deaton lo aveva messo di fronte a una realtà che lui, in breve, non si era sentito di rifiutare. L'invidia, come già scritto.
Avere la consapevolezza di poter essere ciò che tanto aveva invidiato da ragazzino, lo aveva condotto ad accettare quella possibilità. Nonostante, alla fine, non avesse più la stessa smania, né la stessa ambizione di un tempo. E lo stesso valeva per la laurea.
Aveva imparato che la vita andava in questo modo. Aveva capito che tutto continuava a correre nonostante qualcuno decidesse di fermarsi. E lui si era fermato, mentre tutto aveva continuato a ruotare velocemente attorno a sé. Per questo, fingeva di camminare ancora.
Ma era rimasto indietro. Molto indietro.
Era fermo all'insonnia. All'iperattività. E a nuove fobie che gli erano state indotte subdolamente dai traumi che, dopo che Scott fu morso, aveva dovuto affrontare. L'ultima, prima di mettersi tutto alle spalle per entrare all'Università, era stata la paura di essere stato dimenticato.
Aveva anche un nome, la sua nuova compagna: Athazagorafobia.
E se tutti credevano di essere andati oltre, di averla superata, lui era ancora lì a conviverci. Passivamente, certo, ma era ancora lì.
Imparare a fingere, però, seguendo una routine incapace di impattare contro le sue vere emozioni, come il dolore e la rabbia, aveva fatto svanire gli attacchi di panico. Non ne aveva più uno, da anni.
Così fingeva di star bene, di essere quello di un tempo. Fingeva perfino di essere felice. Non aveva più fobie, non aveva più demoni. Tutto era passato, si viveva il presente. Fingeva di dormire, la notte, invece che restare in piedi a guardare la sua città addormentata.
E, come premesso, fingeva piuttosto bene.

Ritornare a Beacon Hills era stato come un tuffo nel passato, per quanto riguarda il tempo e lo spazio. Nulla sembrava immutato e la cittadina aveva lo stesso vecchiume addosso, come una fotografia ingiallita a cui si possono aggiungere didascalie e che la si può modificare nei dettagli, senza mai nulla di veramente radicale a renderla diversa.
Le didascalie e le modifiche che Stiles notava erano i cambiamenti subiti negli anni al college in cui le persone che conosceva erano andati avanti con la propria vita, così come aveva fatto lui. I dettagli erano le assenze.
Il padre non abitava più nella loro casa, ma si era trasferito con Melissa, con cui conviveva da un po'. Nella casa vuota, Stiles si era stabilizzato come fosse una cosa ovvia, nonostante Melissa gli avesse offerto di andare a vivere con loro. Stiles aveva rifiutato, per diversi motivi ma soprattutto perché sentiva che la propria casa era il luogo più giusto dove stare. Melissa non aveva insistito, così neppure il suo padre. Ma loro semplicemente perché credevano che il rifiuto dipendesse da Scott.
Scott era rimasto lì, come Alpha glielo doveva alla città. Ma si era trasferito con la compagna in una nuova casa. Aveva avuto un figlio. E lavorava al centro veterinario, dopo la laurea presa facendo avanti e indietro da Beacon Hills e Palo Alto. I loro rapporti non erano più tornati gli stessi, ma fingevano lo fossero benché l'unico legame che avessero, ormai, fosse quello di Emissario e Alpha. Non potevano sentirsi più sconosciuti di così, ma nessuno si prendeva la briga di mettere le cose al proprio posto. Come una volta. Perché nulla era più come una volta.
Liam era al college, ma di tanto in tanto tornava in città.
Lydia invece non era più tornata. Era partita, dopo che la loro relazione non aveva funzionato e non la sentiva dal giorno della rottura; ogni tanto si rendeva conto di non essersi comportato bene con lei. Ma Lydia non era il tipo di persona da aspettarsi delle scuse, e quindi lui non lo aveva fatto. Semplicemente.
Malia era rimasta a Beacon Hills e lavorava alla centrale; di conseguenza, ora che anche lui era entrato a lavorare lì, collaboravano come partner. Le cose con lei non erano poi cambiate così tanto. E forse Stiles la vedeva come l'unica in grado di vedere oltre la facciata che mostrava. Il loro rapporto, però, si basava unicamente su quella facciata. Perché andava bene così.
D'altronde quella fobia, con la quale conviveva quotidianamente, gli aveva insegnato una cosa importante: non poteva soffrire pensando di essere stato dimenticato, se nessuno lo conosceva veramente.
Gli altri del branco spesso e volentieri spuntavano fuori per qualche settimana e poi sparivano di nuovo. Ma se c'era bisogno di aiuto, se erano in pericolo, il branco si dimostrava essere unito come sempre. Perfino Lydia, lo sapeva con certezza anche Stiles.
Un solo componente non aveva fatto mai più ritorno. Ma a lui, Stiles, pensava rare volte e per pura forza di costrizione.

I wanna be known by you ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora