Nuova Storia!!!

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Ciao, per tutti coloro che hanno seguito questa storia, volevo informarvi che ne ho iniziata una nuova. È ispirato al film "you've got mail" con Tom Hanks e Meg Ryan. Un prompt sarebbe: "Stiles e Derek, sotto pseudonimo, si scambiano delle email raccontandosi attraverso la passione che entrambi hanno per i libri."

Mi farebbe molto piacere ritrovarvi anche in questo nuovo percorso!!

La storia si chiama "La Storia Infinita" e la trovate sul mio profilo. Vi lascio la trama e un piccolo estratto.

Trama: Scambiare email con ImtheRobinone aveva avuto il suo senso, per Derek. Lo stesso valeva per Stiles: parlare con LonelyReader dava maggior senso alle sue giornate.
Poi, però, Derek scopre chi si nasconde dietro quel nickname particolare e combatte la guerra più atroce di sempre: quella contro se stesso per impedire di innamorarsi di Stiles. E fallisce miseramente, quando Stiles, ancora ignaro di chi sia LonelyReader, bacia da ubriaco proprio Derek Hale.
La storia infinita è appena iniziata e, oh, guarda un po': c'è posta per te.

Dalla storia: "Tu non dormi?" domandò alla fine, con un filo di voce. Derek sviò il suo sguardo, sperando che fosse abbastanza per non rispondere nemmeno alla sua domanda, ma Stiles continuò a fissarlo impudente, aspettandosi invece il contrario. Così, Derek sbuffò nuovamente facendo spallucce: "Non sono abituato a condividere il letto." gli rispose, poco franco.

Stiles si accigliò. "Pensi che possa- che ne so saltarti addosso?"
Derek lo guardò con la coda dell'occhio, nuovamente seccato per la sua stupidità o per le sue domande idiote – e inopportune.
"Dormi, Stiles." ordinò ancora una volta.
"Dormi, Derek: non ho intenzione di saltarti addosso."
Il silenzio che si frappose tra i due non si spezzò nemmeno quando Stiles sospirò, sconfitto dall'evidenza che Derek non avrebbe cambiato la posizione in cui sedeva per mettersi a dormire supino. Per semplice ripicca, lui fece lo stesso. Passarono cinque minuti in cui Derek era a braccia conserte e Stiles nella sua medesima posa. Cinque minuti eterni, considerando la noia provata dal licantropo e della spossatezza nella testa di Stiles.
Fu, ovviamente, Stiles a parlare per primo. "Anche se..."
Si fermò immediatamente, irrigidendosi e sgranando gli occhi per le due parole erroneamente usate per riprendere il discorso.
"No, niente «anche se...» - ridacchiò imbarazzato, mentre Derek non dava segni di seguire il suo delirio – cioè... con quel «anche se» non volevo intendere che ho avuto, nella vita, l'intenzione di saltarti addosso. Cioè- forse sì- MA NON IN QUEL SENSO! Cioè, anche tu hai avuto spesso l'istinto di azzannarmi alla gola, ma non nella metafora sessuale che qualsiasi persona normale potrebbe pensare, piuttosto per sgozzarmi sul serio! E anche io in quel senso e in nessun altro. Quindi-" si fermò quando Derek si accasciò repentinamente sul letto per dargli le spalle e mettersi, apparentemente, a dormire, ignorando quel suo momento di delirio totale. Stiles guardò le sue spalle con gli occhi aperti e le gote in fiamme. Si morse l'interno di una guancia, ponderando quanto esattamente avesse fatto una figura di merda.
Si vide circondato e ormai insalvabile – come Artax, il cavallo di Atreyu, che nella palude della tristezza decise di abbandonarsi e morire – perciò, supponendo che, nello stato in cui era, non avrebbe comunque potuto ricordare l'imbarazzo della situazione, continuò: "Perché sai qual è il mio problema?"
In fondo, il silenzio di Derek era un ottimo confidente. Stiles non poteva proprio desiderare di più per tirar fuori quel dubbio che, c'era da ammetterlo, aveva svelato unicamente a se stesso diverse volte, senza risolverlo mai. Probabilmente non avrebbe avuto una risposta nemmeno in quel caso, ma almeno era certo di avere un paio di orecchie ad ascoltarlo. Lo stato in cui si trovava, poi, era decisamente un punto a suo vantaggio. Non che lui avesse questo gran pudore a frenarsi, da sobrio, ma in quel caso gli veniva ancor più facile, ancor più semplice, non preoccuparsi di ammettere la verità dei fatti.
"Lydia è il desiderio che si realizza dopo anni, dopo SECOLI, ma sai quanti maledetti desideri ho io? E quanti di questi mi tormentano, nonostante io, ad oggi, sia il fidanzato del mio sogno adolescenziale?"
"Tu sei etero, no? Cioè mai avuto dubbi, giusto?" domandò, rimanendo in silenzio ad attendere speranzoso una risposta che, tuttavia, era quasi certo non gli sarebbe arrivata. Dopo sessanta secondi, che contò dimenticandosi di tanto in tanto qualche numero, riprese a parlare: "Sul serio, Derek, ho bisogno di questa risposta. Puoi rispondermi?" domandò petulante. Soltanto quando Derek si rimise a sedere, guardandolo minaccioso, a Stiles passò per la mente di non aver calcolato la possibilità (quasi certezza) che Derek, ora, poteva benissimo fargli del male fisico avendone tutto il diritto.
"Nel momento in cui ti dico che sono etero e che non ho mai avuto dubbi, tu da questa consapevolezza cosa ne deduci?" domandò. Stiles pensò, più lentamente del solito, ma convenne che, così facendo, Derek non aveva propriamente risposto alla sua domanda.
"Prima di tutto, probabilmente invidierei la tua sicurezza. Vorrei averla anch'io" fece una pausa, guardando un po' ovunque; poi, con una nuova domanda in testa, fissò Derek negli occhi, segnati ancor di più dall'ira e dalla stanchezza. "Secondo, poi, dubiterei. Dai, mai pensato di voler baciare qualcuno del tuo stesso sesso per... curiosità?" si avvicinò e glielo chiese in un sussurro confidenziale. Derek indietreggiò di qualche centimetro, fissando la bocca di Stiles.
"No."
Stiles si avvicinò ancora un momento. "E ora che ne stiamo parlando? Non sto intendendo me con "qualcuno del tuo stesso sesso", ma ora che ti ho fatto pensare all'argomento, provi curiosità... in generale?" biascicò.
Derek non si mosse, ma stavolta lo fissò negli occhi ambrati.
"No."
Perfetto. Pensò Stiles. Chissà le sinapsi in che modo si erano connesse fra loro e a quali processi mentali avevano dato il via, ma per Stiles niente fu più perfetto di quelle risposte che aveva avuto.
Derek era chiaramente etero. Alcun dubbio sulla sua identità sessuale. Per quanto fosse un omaccione che avrebbe fatto ululare qualsiasi lupacchiotto gaio, Stiles non aveva mai avuto una particolare attrazione nei suoi confronti. O meglio, per quanto riconoscesse che fosse un uomo più che perfetto e incredibilmente affascinante, Stiles non aveva mai pensato a lui in quel senso. Non aveva mai pensato "Ho voglia di baciare Derek", e non per chissà quale motivo, ma semplicemente perché le loro interazioni li avevano condotti sempre su altri tipi di... desideri, chiamiamoli così.
Per Stiles fu perfetta, in quel momento, quella situazione perché la testa ubriaca aveva fatto le sue supposizioni e calcolato le sue probabilità.
Probabilità di compromettersi, relativamente basse: in fondo, aveva già ammesso di avere delle curiosità.
Probabilità di coinvolgimento, basse anche queste: Derek non era interessato agli uomini in generale, figuriamoci a Stiles e, viceversa, Stiles non aveva un particolare interesse emotivo nei confronti di Derek.
Probabilità di conseguenze inaspettate: meno del cinquanta percento, perché al massimo Stiles prevedeva un pugno, una costola incrinata, una probabile contusione. Niente che non avesse già provato in passato, con Derek o con qualcun altro.
Probabilità di liberarsi finalmente delle maledette curiosità omosessuali e concentrarsi totalmente sulla sua perfetta fidanzata: cento percento.
Derek si sarebbe infuriato, ma al diavolo. Era ubriaco, poteva suonare come una buona scusa.
Tutto era perfetto, anche la vicinanza e le varie vie di fuga, i suoi calcoli affrettati, lo fecero perciò agire senza troppe remore.
Gli bastò poco, allungare il collo e tamponare il broncio adirato di Derek, che non aveva smesso di fronteggiarlo in quei secondi di elaborazione.
Lo baciò a stampo, dando modo a Derek di ricevere il tutto con enorme sorpresa. Come quando, a una festa, arriva un invitato inaspettatamente in ritardo con il regalo più grande di tutti.
Derek odiava le feste, odiava avere invitati. Quindi, anche i regali – Stiles lo sapeva fin troppo bene. Ma la sorpresa, ecco, questa lo raggelò – ma era tutto calcolato nella testa dell'umano. Lo aveva fatto proprio con la consapevolezza di prenderlo di sorpresa e avere del tempo per scoprire e dell'altro tempo per fuggire.
Stiles aveva chiuso istintivamente gli occhi prima di cacciarsi in quel guaio, e le palpebre strizzate davano l'impressione che si concentrasse per non aprirli. Derek rimase con gli occhi sgranati, il respiro spezzato e due labbra a combaciare imperfettamente contro le sue, senza alcuna idea di cosa fare.
Stiles, rendendosi conto di essere ancora vivo, e di essere ancora lì sulla bocca di Derek, valutò le sensazioni iniziali: le labbra, un po' secche contro le sue, era incredibilmente calde. Il pizzicore della barba contro il suo mento era una sensazione, invece, sorprendentemente piacevole, perché gli dava proprio l'idea di star baciando un uomo. E per questo, forse, Derek invece non doveva percepire un granché di differenza.
A parte la barba, in realtà, non vi era altra differenza da un bacio con una donna. Soltanto l'idea che fosse un uomo, però, era capace di renderlo febbricitante e concitato. O forse la colpa era ancora una volta da dare all'alcool.
In ogni caso, non si azzardò a ricercare qualcosa di più – nonostante la sua curiosità lo avrebbe senz'altro voluto. Valutò l'idea di prepararsi fisicamente e psicologicamente al fatto che, nel momento in cui si fosse separato da quella bocca, avrebbe poi dovuto affrontare la reazione di Derek, ed espirò dalle narici, pronto ad assumersi ogni conseguenza; così, fece per distanziarsi quando... lo sentì.
A quel punto, sforzarsi di tenere gli occhi chiusi fu impossibile e lì aprì, sgranandoli.
Trovò chiusi quelli di Derek che, però, aveva dischiuso qualcos'altro. Col cuore improvvisamente in gola, Stiles dovette rendersi conto che, sì, Derek aveva leggermente schiuso la propria bocca per cingere meglio un suo labbro.
In parole povere, lo stava baciando. O meglio, stava ricambiando il bacio. Si sentì subito avvampare e avvertì il sangue riversarsi per tutta la faccia. D'improvviso, faceva un caldo pazzesco e la curiosità, che avrebbe dovuto in quel caso iniziare a fare i suoi cori calcistici, si trovò disorientata.
Che cazzo era andato storto? Cioè... non che lo disgustasse quell'eventualità, però... che cazzo stava succedendo?!
Le sinapsi ricominciarono con le loro stupide probabilità, ma Stiles era ormai certo che con i calcoli finali ci avrebbe tratto ben poche conclusioni.
Fu il momento di Stiles di indietreggiare appena e di Derek di prolungarsi per non perdere quel contatto e, mentre si muovevano di millimetri sul materasso, le loro labbra facevano passi da gigante.
Stiles trasse altre sensazioni: sentirsi avviluppato dalle labbra di Derek era assolutamente incredibile. Si sentiva imprigionato, ma non in un posto marcio e freddo come poteva essere una prigione, quanto in una gabbia d'oro con tanto di campanelli celestiali. La bocca di Derek non era più secca, ma umida, forse perché baciando le sue labbra aveva avuto modo di umettarsi le sue.
Considerò il tempo, che sembrava essersi fermato, probabilmente scioccato anche lui da quel bacio e, curioso di spiarli nella semioscurità del loft, aveva dimenticato di far procedere in avanti le lancette.
Stiles, oltre a questo, non riuscì a valutare nient'altro. Forse perché dopo la prima sorpresa, seguì la seconda.
La risposta al bacio di Derek doveva aver disorientato inizialmente la curiosità, ma nel momento della ripresa, fu in grado perfino di alimentarne i desideri. Perché, per tali motivi, Stiles si spinse ad approfondire quel bacio. Aprendo anche lui la bocca per sovrastare nuovamente la risposta di Derek, aveva insinuato timidamente la lingua nella bocca del lupo. Non vi trovò un paio di labbra chiuse, né i denti a morderlo, bensì la gemella che si nascondeva al suo interno. E non tanto l'iniziativa audace di Stiles fu la sorpresa, quanto il fatto che nemmeno in questo caso Derek si tirasse indietro per, finalmente, dargli le conseguenze che Stiles aveva immaginato fin dall'inizio.
A quel punto, lingua contro- su- in- oh...insomma con le lingue avvolte fra loro, Stiles non fu più in grado di valutare un bel niente. La sorpresa fu troppa, la curiosità si sentì appagata, le sinapsi probabilmente si ritrovarono improvvisamente fritte nel loro stesso brodo e il suo corpo fu ufficialmente sopraffatto.
E, beh, sì, Stiles perse conoscenza, come era previsto tra i possibili effetti di una bronza, soltanto che crollò tra le braccia dell'uomo che aveva appena baciato e che, di stucco, poté soltanto schiaffeggiarsi grossolanamente il viso e domandarsi "Che cazzo è successo?".

I wanna be known by you ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora