Quando la Luna chiama, non è solo il lupo a rispondere

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Era sicuramente influenzato dalla Luna che sarebbe sorta a poche ore di distanza, ma Derek aveva la testa come un'esplosione di pensieri e nel petto un'agitazione che avrebbe voluto far scoppiare con la violenza di uno sfogo.
Quella strega aveva detto tante cose e concentrarsi su una fra le tante, lo mandava soltanto su tutte le furie. Perché, nonostante quella voce convinta che sussurrava alle sue orecchie, cosa ne sapeva lei di ciò che lo riguardava? Aveva detto di saper ascoltare la sua anima, ma allora perché non aveva udito tutto? C'erano le sue paure, le sue convinzioni e tutto ciò che lo avevano spinto a decidere che fosse meglio agire come aveva fatto. C'erano i dati di fatto, a dire che aveva fatto bene. E ciò che più lo mandava fuori di sé era la semplicità con cui aveva esposto ogni cosa. La semplicità, in tutto quel casino, non c'era mai stata. Perché Derek aveva dubitato di ogni pensiero, di ogni azione e di ogni sentimento. Sempre. Di semplice, c'era il fatto che non se la fosse sentita di rischiare. Perché in pericolo ci sarebbe finito qualcuno a cui, inderogabilmente, si era legato. Non c'era riuscito, a buttarsi d'istinto, perché sapeva che farlo lo avrebbe portato a far male e, poi, a soffrire in modo nettamente maggiore di quanto avesse sofferto per Paige.
Di semplice, non c'era stata nemmeno la decisione di impuntarsi che ci fosse di mezzo solo lui e che nessun'altro avrebbe perso qualcosa di importante in quella decisione.
Di semplice, c'era quel sentimento di nostalgia che lo aveva accompagnato in ogni luogo e ogni giorno.
Di semplice, non c'era stato nulla, tanto meno l'amore. Perché Derek in quegli anni aveva capito una cosa: se si rivelava essere semplice, allora non era amore.
Si sarebbe volentieri trasformato in quel momento, senza aspettare, tanto ormai aveva fatto la sua decisione. Ma non poteva essere così stupido. Non lo era mai stato, non poteva iniziare adesso soltanto perché si sentiva messo di fronte a un fatto dove non aveva altra scelta se non quella.
Chiamò Scott.
"Dovrai portarmi tutte le catene che hai. Se domani dovesse essere il giorno, sarà difficile trattenermi in questo rudere"
Scott capì che avevano perso l'aiuto di Stiles, ma non provò a rimediare perché era una scelta di Derek. Non poté fare altro se non concordare con ciò che Derek gli aveva detto, sperando però che non fosse tutto come sembrava.
L'Alpha aveva un po' di speranza, non l'avrebbe persa perché per tutti quegli anni, alla fine, ce l'avevano sempre fatta.
La sua voce risuonò convincente, nonostante fosse palesemente abbattuto: "Supereremo anche questo, Derek"
Derek passò la nottata e quell'ultimo giorno da uomo convincendosi che avrebbero superato quel momento nell'unico modo in cui era convinto che potessero fare.
Aveva scelto.
Sarebbe diventato un lupo, avrebbe smesso di pensare. Avrebbe dimenticato e sarebbe andato il più lontano possibile da Beacon Hills.
Progettò tutto in quell'unico giorno rimastogli e concordò con Scott sul da farsi se non fosse tornato uomo e la maledizione si fosse compiuta.
Una delle ipotesi fu anche quella più dura da mandare giù, per l'Alpha. "Se non dovessi controllarmi, Scott, uccidimi".
Scott aveva tentato di rassicurarlo, ma non negò mai. Perché sapeva che poteva essere un'opzione e che l'Alpha avrebbe dovuto usarla nel momento in cui le cose fossero degenerate. Ma fu categorico nella sua posizione, quella sarebbe stata l'ultima spiaggia.
C'era sempre Stiles. Anche se si era tirato indietro e aveva smesso di rispondere alle sue chiamate.
C'era Stiles, che aveva sempre risolto tutto.
Scott aveva ancora quella speranza dentro di sé.
***
La Luna piena a filtrare dalle finestre del salotto sembrava volesse beffeggiarlo, quella notte. La giornata si era trascinata fino alla sera piuttosto lentamente, sebbene lui l'avesse impegnata il più possibile restando a lavoro per sistemare le scartoffie che, solitamente, tentava di rimandare il più a lungo possibile. Aveva tentato in tutti i modi di sfiancarsi fisicamente e mentalmente per arrivare a casa talmente esausto da crollare in uno dei suoi sogni bui. E credeva perfino di esserci riuscito, fino a quando non era crollato sul divano e non era rimasto a fissare davanti a sé, verso la televisione spenta, con gli occhi sgranati e svegli.
Si era così affaticato a non pensarci che, poi, come in un brutto tamponamento, i pensieri si erano fatti subito spazio in lui per rimbombargli rumorosamente in mente.
E, quindi, ci aveva pensato per gran parte della serata.
Accese la televisione cercando di distrarsi, per eludere quella sensazione nel petto così familiare, ma a mezzanotte spense di nuovo l'apparecchio tecnologico e brontolò impaziente.
Il punto era che Stiles risentiva il desiderio di uscire di casa e camminare. E tutti, perfino i muri di casa sua, sapevano dove sarebbe giunto.
Era uno strano scherzo del destino se per parecchie notte non fosse accaduto e che proprio ora ne risentisse l'urgenza. Perché questo strano scherzo del destino significava una cosa soltanto.
L'essere un druido o un emissario non era mai stato il vero motivo.
Essere Stiles, doveva esserlo, e ora ne era dentro fino al collo. Nei guai di Derek Hale.
Si trattenne fino all'una di notte. Perché aveva tutte le buone ragioni per farlo. Si stava comportando nel modo giusto. Aveva i suoi validi motivi per essersene tirato indietro in tempo.
Perché era ancora in tempo per salvarsi.

I wanna be known by you ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora