La rosa era ancora al suo posto. Affascinante ed estremamente bella nonostante stesse palesemente appassendo. Alcuni petali ancora circondavano il bozzolo fragile ma altrettanti, e molti di più, erano ai piedi dello stelo. Stiles, tornando da Derek, fu consolato all'idea che avessero ancora tempo. Ma, ovviamente, era veramente poco.
Prima di tutto pensò ad un piano, mentre la guardava concentrato. Peccato però che si distraesse così tanto facilmente, sentendo ancora cocente il tocco delle mani di Derek su di lui, come se non lo avesse solo stretto a lui, ma fosse stato marchiato sotto la carne.
Avvampò rendendosi conto di essersi morso il labbro al pensiero e sbuffò sonoramente, voltandosi verso la finestra per distrarsi.
Doveva pensare ad un piano. Erano letteralmente finiti nello sceneggiato alternativo della Bella e la Bestia, in cui la Bestia, come aveva detto la strega, era stata maledetta non per la sua arroganza, bensì per un altro motivo che Stiles aveva ignorato fino a quel momento.
Quale era il vero motivo? Passò in rassegna le parole della donna misteriosa.Derek Hale, mi dispiace, ma non c'è modo peggiore di vivere se non nel modo in cui hai deciso di farlo, decidendo giorno dopo giorno di svuotare il tuo cuore dell'amore che provi. E mi dispiace contraddirti, ma questa volta non è un amore che ti distruggerà. Perché ti ha salvato fin dalla prima volta. E, no, non puoi fartene una colpa se è successo quello che è successo, perché non è dipeso da te.
Quello in fondo sembrava rappresentare bene l'atteggiamento tipico di Derek, Stiles non se la sentiva di non crederle. Derek doveva aver rinunciato all'amore per una persona e non a una qualsiasi...
Dovrà conoscerti davvero e lo farà camminando tra i tuoi ricordi come ha fatto finora per trovarmi, perché dovrà trovare la persona a cui tu hai rinunciato nonostante, beh, lo posso rendere ufficiale? Beh, nonostante quella persona sia diventata veramente importante. Ma non solo per te, quanto per il lupo che ti porti dentro. La persona che mi sta ascoltando sa cosa significa e sa che quella è l'unica prova essenziale per venire a capo della mia maledizione
Ma la sua ancora. Stiles si chiese se non fosse proprio questo il motivo per cui l'aveva allontanata.
Poi passava di conseguenza a porsi il quesito fondamentale: chi era?
L'unica che gli venne in mente, fu proprio Braeden. D'altronde sulla ragazza aveva sempre saputo ben poco e soprattutto nulla era mai stato chiaro su come fossero andate le cose fra loro. Stiles sapeva soltanto che Derek aveva lasciato Beacon Hills, anni prima, assieme a lei ma che poi le loro strade si erano divise. Quali fossero i motivi, ovviamente, non li sapeva.
Tornando da Derek, decise di dover far fronte a questo problema, sapendo esattamente che difficilmente avrebbe avuto risposte, ma non si scoraggiò: lui era il maestro dei piani b, se Derek non rispondeva alle sue domande, doveva trovare un modo per ottenerle.
Se Maometto non va alla Montagna...
E, sì, era abbastanza semplice immaginarsi la cocciutaggine del lupo come una grande, insormontabile masso roccioso.***
Derek si era ripetuto più volte quanto fosse un idiota, credendo che ciò bastasse a farlo stare meglio.
Si era svegliato dopo una nottata terribile e meravigliosa al tempo stesso. E lo aveva fatto da umano, con Stiles accanto a sé. Tutto ciò era stato troppo inaspettato e tutto, considerato come erano andate le cose, troppo improvviso per coglierlo vigile e controllato.
Era sceso a patti con se stesso, accettando il suo irrimediabile destino soltanto per svegliarsi col sapore di... cos'era? Una speranza? Ne aveva tutte le fattezze, certo, ma sapeva che quella poteva essere soltanto una illusione. Il retrogusto amaro ne era la prova.
La rosa era ancora lì. Non ne aveva la certezza, ma percepiva la sua presenza, sentiva ancora il legame che li univa. E per questo, non poteva sentirsi meglio. Non poteva neppure per come si erano messe le cose con quel risveglio.
Aveva aperto gli occhi e si era ritrovato Stiles a pochi centimetri di distanza. Crollati i muri difensivi con cui si faceva scudo per non cedere alle sue debolezze, era stato colto di sorpresa e si era lasciato sopraffare.
C'era andato molto vicino a fare ciò che non avrebbe dovuto e annusare le emozioni di Stiles non lo aveva aiutato.
C'era mancato veramente poco. E si sentiva nudo e non perché realmente lo fosse, ma perché fondamentalmente non c'erano stati atteggiamenti con cui mascherare quello che provava, non c'erano stati motivi tanto convincenti ad impedirgli di dar retta al suo corpo. L'esitazione, quella alla fine lo aveva sempre aiutato, e ora sapeva che gliene era rimasta poca.
Quando Stiles tornò, lo vide sorridere a stento, rilassato nel vederlo vestito – cosa che aveva fatto prima di iniziare a darsi dello stupido.
"La rosa è ancora lì, matura e prossima ad appassire ma questo ci dà ancora un po' di tempo e tutto sommato ora che sappiamo della maledizione..." Stiles era partito in quarta a parlare a macchinetta, ma si interruppe quando Derek si mise in piedi, con le mani calate nelle tasche dei jeans, e con lo sguardo di chi era pronto a ribaltare la situazione pacata instauratasi tra loro.
"La rosa appassirà e io diventerò un lupo, Stiles" disse semplicemente.
Stiles aprì leggermente la bocca, probabilmente sorpreso da quel risvolto inaspettato che aveva preso la loro mattinata.
Quando la richiuse annuendo, Derek sapeva che il ragazzino avesse già un modo per fare di testa sua e serrò la mascella. Doveva essere irremovibile.
"La rosa non è ancora appassita, e io ho del tempo a disposizione per fare ciò che Scott mi ha ordinato, Derek" gli spiegò. Si avvicinò per colmare tutta la distanza e tentando di apparire sicuro e indomabile quando continuò: "Tu potrai anche aver fatto la tua scelta, non tenterò di fartela cambiare, ma fin tanto che abbiamo tempo non posso proprio permettermi di- rinunciare così. Non per la mia città, che è in pericolo. Non per Malia, tua cugina. Non per... Scott, che tiene a te come se fossi ancora parte del branco. Quindi che tu lo voglia o no, si va avanti cercando una soluzione. Intesi?"
Derek lo fissò in quegli occhi d'ambra, domandandosi dove Stiles avesse preso tutta quella sicurezza che lui non riusciva più a tenere sotto controllo, magari facendola crollare con un ringhio.
Fondamentalmente, poi, Stiles aveva ragione. Si era svegliato nuovamente umano, ciò non li metteva alle strette, dava ancora loro del tempo per risolvere la situazione.
Derek si irrigidì, perché il modo per farlo era soltanto uno. "Potrei andarmene, ora. E non tornare più. La tua città sarebbe al sicuro e Scott e Malia se ne farebbero una ragione".
Stiles lo ascoltò soltanto per alzare gli occhi al cielo e girarsi per dargli le spalle, come se non volesse mostrargli la sua reazione a quelle parole.
Derek annusò un aspro odore di rabbia, che sfocava terribilmente in una stanchezza mentale che non comprese.
Poi Stiles lo fronteggiò, gli occhi lucidi pronti per il pianto e le gote arrossate, per la cocente ira che lo stava logorando velocemente.
"La soluzione non è andarsene" replicò a denti stretti, puntano l'indice al pavimento in un gesto meccanico e ripetuto. "Cosa c'è che non va in te, dannazione! Perché devi comportarti in questo modo? Tu potresti anche trovarla la soluzione del secolo, ma in realtà è solo un comportamento da egoista, il tuo! Non pensi a come potrebbero stare Scott e Malia? E a tua sorella ci pensi? Sei pronto a toglierle di nuovo suo fratello? No, ecco, nessuno se ne farà una ragione, Derek, non dimenticheranno! Ricorderanno, giorno dopo giorno, di non essere stati capaci di aiutarti. Sapranno che tu sei lì fuori a uccidere persone innocenti. Avranno il pensiero che tu, sottoforma di lupo, lidimenticherai. E questa non può essere una fottuta soluzione!"
Derek serrò la mascella. Quelle parole lo colpirono in pieno petto, facendo sgorgare fuori tutti i suoi più giovani sensi di colpa. Li mascherò con quelli più vecchi, già superati, pensando che ciò bastasse per ingannare il giovane umano: "Io sono già un assassino, Stiles, questo non è cambiato" come non erano cambiati i suoi occhi azzurro elettrico.
Stiles strinse i pugni e lo guardò con sufficienza. "Questa volta lo diventeresti per tua volontà e non hai dovuto affrontare la morte per questo tipo di scelta, mi sembra di ricordare, ma la rispetterei, perché la vita è tua. Tuttavia ci sono altre persone che dipenderebbero da tutto questo e io penso soprattutto a loro. Quindi, per loro, dovresti ripensarci anche tu".
Il modo in cui Stiles si escludeva da quel discorso era evidente come il fatto che, al contrario, ci fosse dentro fino al collo. Perché quelle parole erano così precise e ricercate fra tutta la marasma di pensieri che probabilmente frullavano in quella testa da anni.
Gli si avvicinò con un passo, con tutta l'intenzione apparente di attaccarlo, afferrarlo, ma desistette sapendo perfettamente di non volerlo colpire, quanto in realtà stringere forte a sé, abbracciarlo e dirgli quanto gli dispiacesse.
Perché gli dispiaceva. Si odiava,di averlo dimenticato. Era tremendo per lui anche solo poter pensare che per tre lunghi mesi avesse smesso di conoscerlo. Ed è per questo che preferiva quella cruda opzione di andarsene. Di nuovo. Ma Stiles aveva ragione, il suo era un comportamento da egoista, o quanto meno quella volta lo sarebbe stato.
Alla fine, serrò i pugni e guardò altrove, mentre Stiles tirava su col naso tentando con estremo controllo di non iniziare a piangere lì, davanti a lui.
"D'accordo" disse infine Derek, camminando verso il divano.
"Fino a quando avremo del tempo, cercheremo una soluzione?" lo seguì Stiles, accertandosi che Derek non stesse prendendo del tempo per sbarazzarsi di lui. Sembrò accontentarsi nel vederlo annuire, ma Derek si preparò subito alla seconda parte di quel discorso. Perché sapeva sarebbe arrivata alla stessa velocità di uno schiaffo in faccia.
E lui non era pronto, nemmeno a schivarlo.
Stiles si prese qualche momento per tentare di predisporre il discorso a suo vantaggio. Derek prese tutto di quel silenzio, cercando una soluzione ai suoi peggiori prospetti, come se questi fossero in quella stanza. Alla fine, si sorprese delle parole iniziali di Stiles e lo fissò con uno sconcertante cipiglio.
"Sai, c'è una cosa che vorrei dirti, ora. Se permetti." Non attese molto, perché sapeva avrebbe ottenuto in risposta un divieto. Continuò: "Non so se qualcuno te lo ha detto, ma non penso che una tale notizia possa essere arrivata fino a te, anche se a quei tempi fu un vero traguardo... comunque. Alla fine sono riuscito a fare breccia nel cuore di Lydia, sai?" Stiles ridacchiò, mostrandogli il profilo del suo viso mentre si scompigliava i capelli. Derek non capì subito perché gli stesse raccontando una cosa del genere, proprio ora, e questo non lo aiutò.
"Non è esattamente accaduto come avevo pianificato e sicuramente non avrei voluto che accadesse così ma... beh, io l'avevo amata da sempre e finalmente anche lei ricambiava", Stiles aveva smesso di guardarlo, mentre Derek non poteva fare a meno di fissarlo attento, cercando un modo per capire dove volesse andare a parare. Ovviamente, aveva saputo tutto quello che gli stava dicendo. Lo sapeva ed era stato fondamentale per lui, esserne a conoscenza.
"Insomma, finalmente stavamo insieme e tutto era grandioso. Ma... le cose alla fine non hanno funzionato. E non hanno funzionato perché la vita è- imprevedibile. Passi tantissimo tempo a stringere una certezza, poi le situazioni e... ciò che ti capita nella vita ti fanno rendere conto di aver stretto soltanto un pugno di sabbia. Non che Lydia fosse solo questo, solo che... la grande storia d'amore che avevo creduto potesse essere, non- lo divenne. Ci amavamo, ma non in quel modo. Non io, insomma. È stato terribile accettarlo, non credo nemmeno di essere stato in grado di spiegarglielo. Lei è partita prima che potessi farlo veramente, perché ovviamente l'aveva già capito ma..." fece una pausa, finalmente per voltarsi a fronteggiare Derek con un sorriso. "Ma prima che tu mi chieda perché ti stia dicendo tutto questo e se ci sia un motivo in tutto ciò, perché lo so che lo stai per fare, sì. Non parlo a vanvera, c'è sempre un punto".
Il sopracciglio di Derek fu più comunicativo di mille parole. "Oh, andiamo, non parlo sempre a vanvera. Comunque. Tutto questo per dirti che la maledizione, quella donna, te l'ha lanciata perché suppongo che tu non ci sia neppure arrivato a scoprire se il pugno che stringevi con forza fosse soltanto sabbia. Ed è un errore madornale, Derek. Perché, vedi, se mi chiedessi ora se ne sia valsa la pena, scoprire che con Lydia non avrebbe comunque funzionato, io senza esitazione ti direi di sì: ne è valsa la pena. Perché probabilmente ora starei ancora inseguendola ogni dove, costruendo un enorme castello di sabbia sulla nostra storia. Quindi, questo per cercare di farti capire, che la soluzione è semplicissima: la maledizione ti è stata lanciata per darti la possibilità di guardare cosa stai stringendo e, cristo santo, devi darti una possibilità, Derek".
Derek non rispose, non aveva parole per contrastare quel discorso che Stiles doveva aver elaborato nel momento in cui era salito a controllare la rosa. Ne fu affascinato, ma non sorpreso, lo conosceva da abbastanza tempo da essere coscienti di quanto fosse capace nell'abbindolare le persone con ottimi discorsi. Ciò che, però, lo colpì maggiormente fu quello che gli aveva detto. Per giungere l'obiettivo non si era posto di fronte a lui con l'indice puntato pronto a fargli mille domande a raffica, come aveva fatto precedentemente con scarsissimo successo, ma aveva aperto il suo cuore, mostrato la sua esperienza e l'aveva condivisa per cercare di fargli capire che così facendo, secondo lui, stava sbagliando e che per quanto infruttuoso, la sua soluzione non era pessima come credeva.
Soltanto che Derek sapeva di più. Sapeva quel tanto per cui trovava difficile accettare quella situazione.
Non era pronto.
"Dov'è?" gli domandò, alla fine, Stiles. Derek si accigliò, tornando a guardarlo dopo tutto quel periodo di silenzio passato a ponderare guardando il pavimento sotto i loro piedi.
"Braeden" replicò con un soffio di voce il più giovane. "È lei, no? Andando per esclusione, sai. E mi è stato piuttosto semplice perché nella tua lista ci sono più psicopatiche che donne normali e Breaden è, sì, assolutamente fuori dalla norma ma... decisamente più sana di mente, delle precedenti. E anche se sono passati tanti anni e potrebbero esserci state altre donne, ho la sensazione che sia lei. Siete andati via insieme, poi lei compare nuovamente a Beacon Hills, ma non tu. E insomma, ho sempre pensato che dovesse essere veramente speciale se è stata capace di prenderti e portarti via da qui. Poi conoscendoti avrai avuto il tuo solito comportamento schivo e inopportuno e l'avrai-"
"Stiles" lo ammonì Derek. E Stiles tacque sapendo di aver osato un po' troppo. Ed era vero, perché Stiles aveva detto così tante cose da dargli a Derek uno spiraglio della sua prospettiva su tutta quella storia.
Davvero Stiles credeva che se ne fosse andato da Beacon Hills per Braeden? La riteneva davvero così importante? Più di quanto, alla fine, avesse fatto lui?
Perché Derek, sì, ci aveva provato. Ma ora che Stiles gli aveva raccontato di ciò che era successo con Lydia, non poteva non notare quanto ad entrambi fosse successo la stessa cosa. Non aveva desiderato Braeden come Stiles aveva fatto con Lydia, ma era stato così ossessionato nella ricerca di quell'amore perfetto, che aveva avuto ancora fin troppo giovane con Paige, da essersi ridotto a uno stolto, ogni volta che si rendeva conto di essersi sbagliato di grosso ancora una volta.
Con Braeden non era successo, lei non si era rivelata una psicopatica pronta ad ucciderlo, ma non era successo nemmeno ciò che aveva desiderato.
Derek avrebbe potuto dirgli subito che anche per lui, la storia con quella ragazza, si era rivelata un pugno di sabbia, ma tacque.
Non era davvero pronto.
"Non è lei. E non è nessun altro" tagliò corto. "Non puoi davvero fidarti di una strega, la maledizione non ha senso e nessuno può salvarmi".
Stiles sbatté più volte le ciglia, guardando verso Derek che si ostinava, ora, a mostrargli il proprio profilo spigoloso. "Il piano b può salvarti. E io sono il maestro dei piani b" replicò cocciuto.
Derek sospirò socchiudendo gli occhi. "Non molli mai?"
Stiles si concesse un sorriso che Derek non si lasciò sfuggire. Ammiccò, alzando e abbassando le sopracciglia, ricevendo in cambio un'espressione inespressiva dal lupo quando "Non se dall'altra parte c'è chi si ostina a mettermi alla prova" gli rispose, alzandosi e mettendosi a studiare su quei libri che, nonostante mancasse da giorni in quella villa, aveva lasciato lì senza tornare a riprenderseli.
Derek non gli parlò per il resto della mattinata e Stiles fece altrettanto, accontentandosi piuttosto di parlare tra sé e sé, escogitando chissà quali ipotesi.
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I wanna be known by you ~ Sterek
Fanfiction"Perché sei uscito?" domandò cercando di sembrare spazientito, ciò che venne fuori fu un gracchio terrorizzato. Derek mantenne gli occhi chiusi e la mascella contratta. "Dovevo uscire". "Potevi fare del male a qualcuno" gli fece notare Stiles. "No...