"Non riesci a capire vero?"

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Appena arrivati in ospedale, la prima cosa che mi dice la mamma di Alessandro è: avvisa i tuoi genitori che sei qui.
Mi sale il panico perché non saprei come spiegare ai miei questa situazione, al momento mi viene solo da piangere e un senso di colpa sulle spalle.

"Coraggio..."mi dà forza Daniela e prendo il cellulare pronta a chiamare.
Digito il numero e inizia a squillare.
"Pronto..."dice la voce assonnata di mia mamma.
"Mamma, sono in ospedale, hanno sparato a un mio amico e ci tenevo a essere qui"
"Cosa? E me lo dici così? Aspettami li, arrivo."
"Ok...Ma..."non mi fa neanche finir di parlare che riattacca e inizio a guardare Tatiana.
È seduta su una poltrona vicino a una finestra di una saletta dell'ospedale. Guarda fuori dalla finestra e a ogni secondo scende una lacrima, niente singhiozzi or crisi, solo lacrime.

È brutto vedere la persona a cui tieni di più, ridotta in questo stato. Vorrei avvicinarmi a lei e abbracciarla ma le mie gambe sono paralizzate. Perché ripenso a tutto quello che è successo, e perché lui era lì, dovrei esserci io al suo posto, su quel letto, in coma, ma invece...sono qui, a sperare per lui.
"Stai bene?"mi chiede qualcuno ad un certo punto e mi spavento visto che ero nei miei pensieri più profondi.
"Si, scusa, stavo pensando..."Tati mi sorride e mi abbraccia senza dirmi niente e inizia a parlarmi.
"Lo so, so come ci si sente...é dura ma ce la farà."
"Come fai a dirlo? È appena entrato in coma! Solo per colpa mia ok?"inizio a piangere.

"Non è assolutamente colpa tua ok? Ti volevi proteggerci e fidati, quando si sveglierà ti ringrazierà per il tuo coraggio"ha ancora una lacrima sulle ciglia...
"Non è solo per questo, lui era lì, mi guardava...Come se sapesse che sarebbe finita così!"
"Non è finita Sofi. Non è ancora finita e non finirà mai."

Dopo questa conversazione andiamo alle macchinette per bere un po' d'acqua, devo calmarmi o non ce la farò a sopportare questa situazione.
Mentre ritorniamo dai genitori di Ale, sento la voce di mia mamma sempre più vicina e quando mi vede corre ad abbracciarmi.

"Ti sei ripresa?"chiede con le mani sopra le mie spalle.
"Non proprio, ma sto meglio"sorrido falsamente.
"Adesso vado da loro per parlare con un medico bravo che conosco e vediamo cosa si può fare" raggiunge i genitori di Ale iniziando a parlare con sguardo angosciato.

Non doveva dire cosa si può fare
Ale si deve salvare. Non può morire. Ma pare che nessuno lo capisce tranne me e Tatiana.
Questi giorni non andrò a scuola. Resterò qui a pregare e sperare che quel ragazzo ce la faccia davvero.
Non mi importa dei compiti e delle lezioni, di quei tre che mi staranno dietro pur di vedermi morta e sepolta sotto terra.
Ma io devo stare qui, non posso lasciarlo. Spero che i miei capiscano quanto ci tengo a lui...

La stanchezza inizia a farsi sentire e mi siedo su una poltroncina vicino la stanza dove Ale sta per essere operato di urgenza.
Non so quanto resisterò a stare qui, a vedere solo la luce del sole da una finestra. La notte la vedo sempre, sono abituata.
È tardissimo e i miei genitori insieme a quelli di Alessandro, aspettano che i medici dicano qualcosa.

Daniela si alza in piedi sentendo un rumore dentro la stanza di Alessandro. Il macchinario che lo tiene in vita inizia a suonare fortemente e i medici intervengono subito. Mettono Alessandro su una barella e lo trasportano in un'altra stanza.

Mi alzo senza aspettare un secondo e rincorro i medici vicino al ragazzo.
"Sofia non andare!"urla mia mamma ma io già in lacrime continuo a camminare.
"Signorina si allontani subito."mi dice un medico e io lo ignoro guardando Ale con gli occhi chiusi.

"Se ne vada!"urla più forte il medico ma niente, sono testarda.
Un ragazzo mi prende con la forza e mi porta da mia mamma.
"No! Lasciami! Devo andare da lui!"grido io disperata.
"Lo devono operare adesso e di certo tu non puoi entrare, resta qui, stai calma. È tardi è meglio se ti riposi"mi guarda dritto negli occhi e ha un viso familiare.
Io, ancora con il cuore a mille, annuisco.
Appena vedo che si rilassa scappo subito ma lui riesce a riprendermi e quasi non lo schiaffeggiavo per avermi messo le mani addosso.

"Non toccarmi, so cavarmela"inizio con tono teso.
"A me non pare! Ma va bene, resta qui, ti metterai nei guai"dice scherzando.

Sorride e mi lascia andare.
Prima che sia troppo lontano lo raggiungo per chiedergli una cosa.
"Aspetta!"si gira sorridente più di prima.
"Dimmi."
"Ti prego avvisami appena finisce l'operazione."dico e lui scoppia a ridere.
"Cosa c'è di tanto divertente?"domando.

"Pensavo un'altra cosa, scusa, comunque si...Ti vengo a chiamare"ritorna serio.
"Cosa pensavi?"chiedo senza trattenermi.
"Che volevi chiedermi di uscire."abbassa la testa.
"Ho quindici anni! Cosa vai a pensare! E sei anche medico!"inizio ad agitarmi.
"Hei bel caratterino! E per tua informazione non ho mica trent'anni, ho sedici anni e aiuto mio zio..."
"Ah...Scusa"mi pento della cosa che ho appena detto e lui sorride divertito.
"Tranquilla, ora vado sennò rischio di essere rimproverato"
"Oh sì certo. Scusa per averti trattenuto"
"Niente, ci...Vediamo dopo..."il ragazzo biondo mi saluta e se ne va dritto per la sua strada imbarazzato.

"Uhuhhh qualcuno ha fatto colpo!"inizia Tatiana.
"Si, io infatti sto per esplodere."
"Sofia dove trovi queste battute squallide!!"si lamenta e io ritorno a sedermi sulla solita sedia.
Ad aspettare che queste ore passino in fretta e che tutto vada per il meglio.
Sto tutto il tempo a torturarmi le unghie per la fottuta ansia, poi inizio a pensare a Mattia, Nicolò e Christian...Forse sono in galera! Non penso. Se li hanno lasciati liberi una volta sarà così anche adesso.

Pensare al rumore del colpo partito mi fa stare male. Non mi sarei dovuta muovere da dove ero per andare da Tatiana terrorizzata. Adesso mi toccherà inventare una scusa per raccontare tutto ad Ale se si sveglierà.
Non me la sento di dirgli la verità e non la deve sapere finché non vorrò dirgliela io.
"Vuoi che ti porti qualcosa?"arriva mia mamma.
"Ehm, no grazie..."rispondo chiudendo gli occhi.

"Se non mangi qualcosa la stanchezza aumenterà, non farmi preoccupare"dopo questa sbotto.
"Non mi importa della fame né della stanchezza! Non riesci a capire vero?"la guardo negli occhi e lei poggia la mano sulla fronte.

"Capisco eccome, so come ci si sente"dice guardando mio padre che i gomiti sulle ginocchia e le mani sul volto.
"No invece! Se fosse davvero così, se fossi davvero una brava mamma mi avresti fatta sfogare! Invece non sai fare altro che preoccuparti di cose che a me, in questo momento, non sono fondamentali!"mi alzo furiosa e mio padre prende il sopravvento.

"Non parlare così a tua madre. Smettila di fare la bambina e cerca di prendere la situazione sul serio. Hai quindici anni e ti ricordo che a quest'età cinque può avere problemi e questo non è grave!"mi punta un dito contro mio padre che riesce perfettamente a farmi piangere.
"Cosa stai dicendo? È come se la mamma fosse al posto di Ale! Tu cosa faresti? Io sto impazzendo papà, cerca di capirlo. Ogni minuto che passa è straziante senza sapere quello che sta succedendo in quella sala operatoria!"
"Smettila di pensare queste cose. Non hai tre anni Sofia. Inizia a crescere perché se lui non ce la farà non potrai di certo ucciderti..."finisce e ritorna a sedersi con mia madre affianco.
Scoppio in lacrime e la mamma di Alessandro mi viene ad abbracciare stranamente.

"Stai tranquilla, sono cose che succedono con noi genitori. Siamo presi dallo spavento che non riusciamo a capire il vostro dolore."
"Ale è fortunato ad averti come madre."
"Non dire così. Anche tu hai una mamma bellissima e sono sicura che ti capirà prima o poi. Adesso...é meglio se ti riposi, sei stanchissima."
"No! Io non dormo fino a quando non finisce l'operazione e non arriva qualcuno a dirmi che è andato tutto bene"dico decise e lei sorride.

Cambia espressione quando guarda dietro di me.
"Cos'ha la tua amica?"
Mi giro e vedo Tatiana con le mani poggiate sul vetro della stanza dove prima stava Alessandro e piange silenziosamente.
Mi preoccupo e le vado vicino.
"Cosa succede?"le chiedo mettendo un braccio sulle sue spalle.
"Va tutto male, ho sbagliato tutto. Non sono stata prudente."dice con voce tremante e continuando a piangere.
"Di cosa parli?"
"Di niente, dico solo che me lo sarei dovuta aspettare. Avrei dovuto reagire perché sapevo che non mi avrebbero fatto niente e adesso guarda...é un tormento continuo."
"Vieni qui"l'abbraccio forte e sento il suo cuore esplodere per quanto batte forte.
Mentre l'abbraccio noto degli orecchini che non le avevo mai visto prima, con due lettere sopra ma non riesco a leggerle.

"Scusa. Sono un disastro totale"
"Non è vero, sei Tati la ragazza più bella e brava che io conosca"le sorrido accarezzandole la testa.
"Menomale che ci sei tu"
"Non dobbiamo piangere, dobbiamo stare vicino ad Ale e aspettare che si riprenda, basta con le lacrime ok?"

WARRIORS -Grazie per avermi salvata- #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora