"Ecco il tuo pranzo..."mi sorprende Gabriele quando lo vedo arrivare con un busta del McDonald's.
"Eri serio quando dicevi che devi prenderti cura di me!"mi alzo e lo ringrazio.
Si siede accanto a me mentre insieme mangiamo il nostro meritato pranzo."Grassona. Mangi come un maiale!"mi insulta con voce scherzosa e io lo guardo malissimo.
"Ti stai descrivendo."sorrido ironica e lui scuote la testa divertito.
"Non provarci. Vinco sempre"
"Silenzio. Voglio gustare il mio pranzo"dico mangiando come una principessa tutta perfetta e dritta con la schiena."Gustare? Tu mangi e basta anche se non hai fame!"scoppia e ridere mentre ingoia il boccone.
"Strozzati."dopo aver detto la parola tutto si avvera.
Inizia a tossire e non trovando l'acqua nella busta continua a tossire diventando sempre più rosso.
Lo ignoro fino a quando non lo sento più respirare. Mi blocco posando il mio panino nella busta e dando forti colpi sulla sua schiena. Gli prendo immediatamente l'acqua e quando sembra essersi ripreso...Ricomincia a ridere.
"Che scema. Dovevi lasciarmi soffocare così non ti rompevo più!"si lamenta.
"Non posso lasciarti morire! Come puoi dirlo?!"inizio a sclerare per la cosa brutta che ha detto.
"Ti sto scocciando e tu non mi vuoi nemmeno un po' morto?"
"Cosa stai dicendo Gabriele? Ti volevi suicidare?"mi preoccupo.
"No! Questo mai! Ma dimmi la verità, ti sto antipatico?"
"Non parlo con le persone che mi stanno antipatiche quindi se io parlo con te...Sei salvo"sorrido.
"Che carina che sei."
"Perché?"ridacchio.
"Non lo so, sei carina. Ah, adesso non incominciare a dire che non sei carina o che ti..."
"Grazie."lo precedo senza farlo finire.
"Wow. Non pensavo a questo tipo di reazione."
"Le persone ti sorprendono..."alzo le spalle.
"Anche filosofica... Cavolo. Fai sul serio."sorride guardandomi."Vai bene a scuola?"la mia domanda parte dalla mia bocca e lui si morde il labbro guardando il pavimento.
"Io? Ho i voti più alti della classe."si vanta.
"Non ti credo."
"Perché no? Se voglio fare il medico da grande ho bisogno di voti buoni e io ce li ho già"ci rimane male.
"Secondo me... a scuola hai tutte sufficienze che ti bastano per arrivare alla promozione e quando te ne andrai all'università, darai il massimo per avere la tua soddisfazione più grande."dico io come ipotesi.
Lui deglutisce solo e finisce di mangiare il panino."Sbaglio o ho indovinato?"sorrido fiera di me.
"Ma poco poco..."dice ironico e alla fine rimaniamo in silenzio.
Dopo qualche minuto interviene.
"Come fai?"
"A fare cosa?"
"Ad avere tutte le informazioni nella testa, è pazzesco."
"Io osservo, analizzo e faccio delle ipotesi sulla persona interessata."dico brevemente.
"Ma cosa sei? La figlia di Galileo Galilei?"fa la battuta e io scuoto la testa senza parole."Sembri una scienziata a volte, altre una filosofa, altre..."lo interrompo.
"Sono solo Sofia, Sofia e basta. Nient'altro. Sono me stessa."
"Forse è per questo che ti trova affascinante."dice guardando Alessandro.
Il mio sguardo va su di lui quando pronuncia quelle parole bellissime."Non so cosa ci trovi di speciale in me."
"Tu lo sei e basta, nessuno deve dirtelo per esserlo. Gli altri lo dicono per essere gentili, ma lo sei anche senza di loro"
"Filosofo, ma grazie"sorrido.
"Dopo che il tuo amico uscirà da qui con te, riusciremo a rivederci?"fa lui con voce triste.
"Certo, potrei venirti a trovare a scuola ma se non mi dici dove vai..."ridacchio e lui si passa la mano tra i capelli."Vado allo scientifico statale Democrito"
"Cavolo siamo parecchio lontani...ma troveremo un modo"
"Io non credo che ci riusciremo. Anche se viviamo nella stessa città abbiamo due vite completamente diverse."
"Non essere pessimista. Non lascio un amico"gli metto una mano sulla spalla.
"Posso abbracciarti?"chiede con timidezza.
"C'è bisogno di chiederlo?"A mala pena mi fa finire di parlare che si fionda su di me come se gli mancasse l'aria.
Lo abbraccio senza dire niente ma poi non mi trattengo e glielo chiedo.
"Non stai bene vero?"si allontana e vedo che ha gli occhi lucidi.
"Se lui...Non dovesse farcela tutto cambierà, diventerai come sono diventato io dopo la sua..."non riesce a finire frase perché so che ha un nodo in gola e vorrebbe solo piangere.
"Non preoccuparti per me, starò bene"
"No! Non starai bene se tra qualche giorno tu forse dovrai andare al suo funerale, farai cose che non avrai mai fatto e non sono buone, e lo farai perché ti mancherà. Ti mancherà e non troverai un modo per riportarlo indietro."ormai sta già piangendo e mi guarda negli occhi con tanta paura dentro."Tu pensi che inizierò a bere e a fare porcate! Ma non sarà così, non mi posso distruggere. Forse se accadrà, andrò in depressione e non vorrò uscire dalla mia stanza per mesi o anni. Ma niente potrà battermi, niente potrà consumarmi ancora di più di quando lo sono già. So che hai paura, ma mettiti nei miei panni, qualcosa cambierà ma non farò cazzate"dico con tono serio.
"Io ho già vissuto quel momento, ho già avuto la mia parte, ho iniziato ad andare con le prime che capitavano e a bere ogni sera senza pietà. Lo facevo perché mi mancava talmente tanto che ero disposto a fare di tutto pur di averla di nuovo vicina. Faceva male, non sai quanto. Quando tornavo a casa ubriaco, andavo nel letto e chiudevo gli occhi. Sembrava che affianco a me c'era lei. Ma non era così. Iniziai il periodo più oscuro di tutta la mia vita, i miei pensavano che era solo un momento di depressione. Diventò qualcosa di più grave, un giorno decisi di suicidarmi e niente mi avrebbe fermato. Mi stavo per buttare dal balcone ma una mia amica mi ha salvato in tempo.""Se non ce la farà...Promettimi che non farai quello che ho fatto io. Ti prego."
Sono scioccata, solo all'idea che lui adesso potrebbe essere in una bara...Cerco di prendere coraggio e gli sorrido.
"Te lo prometto. E ti prometto anche che rimarremo amici ok?"
"Promesso.""E lui ce la farà ne sono sicuro."mi dice sorridendo.
"Non vai a scuola?"chiedo dopo un po'.
"Sofia, oggi è sabato!"ride.
"Ah giusto!"dico battendo una mano sulla fronte.
"Che scema..."arrossisco.
"Visto che sono al terzo anno, posso fare alternanza scuola lavoro. E io ho costretto i prof a mandarmi in ospedale per aiutare.""Bello! Beato te, io sono ancora al secondo anno."
"Una volta, avevo sognato una ragazza che ti assomigliava molto sai? Era bellissima"
"Wow. Nessuno, penso, mi abbia mai sognato."
"Sei una delle poche persone di cui mi posso fidare. Sei l'unica che sa la mia storia."mi dice prendendomi la mano.
Subito il mio cuore inizia ad andare a duemila, tra poco esploderà."Ucciderò di botte quei tre handicappati e sarai felice."
"Sei anche medico!"
"Non posso non pensare che ti faranno ancora del male."
"Penso che staranno in cella per un po'...Non devi preoccuparti"
"Non è così! Quando usciranno sarà tutto come prima, devi chiedere aiuto Sofia, chiedi aiuto.""Non adesso...Non è il momento giusto."
"Scommetto che dici così da circa due anni. Se andrai avanti così scopriranno la verità da soli, e sarà peggio."
"No! Se lo sanno da me o lo sapranno da soli non cambia niente!"
"Cambia eccome. La verità fa male per un po', ma una bugia fa male per sempre.""Glielo dirò. Ma non adesso...Sai qualcosa di Alessandro?"
"Per adesso la situazione non è cambiata, penso che dormirà ancora per un po'."
"Una domanda..."inizio girandomi verso di lui
"Dimmi.""Hai iniziato un'amicizia o una relazione con ogni ragazza che arrivasse in ospedale oppure sono la prima?"
"Ahahah hai tante domanda in quella testolina!"ride scuotendo la testa.
"Rispondimi..."mi mordo il labbro per l'ansia."Ho conosciuto la mia ragazza in ospedale, un suo parente non stava bene, quindi tu saresti la seconda"dice sinceramente.
"Avrei voluto conoscere la tua ragazza, saremo diventate amiche."
"Già."dice tristemente."Gabri..."
"Si?"
"Quanto era forte il vostro amore?"
"Il tempo passa lentamente quando hai quindici anni, ma era forte come un leone"
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WARRIORS -Grazie per avermi salvata- #Wattys2018
Teen Fiction"Mi ha accesa come un interruttore, da off a on" Per tutto il male che le hanno fatto, le hanno reso la vita impossibile, non ha più la forza. Cosa aveva fatto di male per meritare tutto questo? Poteva solo chiudersi in se stessa e stare ad aspettar...