Monastero di Lindisfarne,
Northumbria 5 gennaio 793La stanza è silenziosa, illuminata solamente dalla fioca luce di venti candele. Altrettanti uomini sono chinati sui tavoli inclinati, rifinendo pagine antiche, che secoli dopo avrebbero assunto un valore inestimabile. Un lampo squarcia il cielo buio, le venti teste si alzano per guardare fuori dalla piccola finestra posta sulla parete nord della stanza. Un tuono rompe il silenzio con un boato lontano. Un monaco sobbalza dallo spavento, per poi riprendere il proprio lavoro. La campana suona tre volte, è finita la giornata lavorativa. I monaci si alzano dai propri scrani ed escono silenziosamente dalla stanza, col capo chino in segno di rispetto. La piccola folla si dirige lentamente verso la chiesa, è l'ora delle preghiere della sera. «In nomine Patri, et Filii et Spititus Sancti» esordisce l'abate una volta che tutti i monaci hanno preso posto.
«Laudaretur Jesus Christus»
«Laudaretur semper» rispondono i monaci ponendo fine all'ora della preghiera. Lentamente escono tutti dalla chiesa, dopo l'opportuna genuflessione. Solo uno di essi si dirige controcorrente, verso il monaco più anziano. «Padre Jeremiah» dice dopo essere arrivato dinanzi all'abate. «Il cielo è scuro, strane forme sono state assunte dalle nubi e la tempesta impervia qui fuori.»
«Cosa volete dirmi fratello Athelstan?»
«Abbiamo visto i segni, padre.»
«Quali segni?» chiede il monaco più anziano, il volto contratto in un'espressione di confusione.
«Come noi tutti, lei sa che il giorno del giudizio è vicino. Lo dice Geremia: in quei giorni il sole si oscurerà e la luna non darà più la sua luce. Le stelle cadranno dal cielo...» ma fratello Athelstan venne interrotto dall'uomo più anziano. «In nome di Dio, fratello. Io non ascolterò oltre. Tornerai nella tua stanza e pregherai il perdono di Dio. Quando questa tempesta sarà passata, tutto tornerà alla normalità.» concluse l'abate congedando il monaco. «Si, padre» sussurra remissivo l'uomo, tornado nella propria stanza.Il mattino successivo la tempesta si è placata, ma il cielo è ancora coperto di nubi e una fitta nebbia aleggia sul mare calmo. Athelstan cammina lungo la spiaggia, raccogliendo dei rametti secchi con cui poter accendere il fuoco. La sua testa scatta verso il mare quando sente delle voci. Dapprima crede di essersele solo immaginate, così scruta attentamente tra la nebbia. Le voci aumentano e un grido di battaglia si leva dalle acque avvolte dal cumulo fitto. La testa di un drago sbuca dalla nebbia, minacciosa. Athelstan lascia cadere i rami e corre a ritroso verso il monastero. La campana risuona per tutta Lindisfarne: la nave è stata avvistata.
I monaci vengono riuniti tutti nella piccola chiesetta al centro di Lindisfarne. «Padre Jeremiah, -richiama l'abate.- quegli uomini non portano insegne cristiane.» lo informa. Jeremiah si massaggia la lunga barba bianca. «Pregeremo dio, Lui ci salverà.»
«In nomine Patri, et Filii et Spititus Sancti» esordisce l'abate una volta che tutti i monaci hanno preso posto.
Un coro di voci si leva nel silenzio di Lindisfarne. «Credo in Deum Patrem omnipotentem, Creatorem caeli et terrae, et in Iesum Christum, Filium Eius unicum, Dominum nostrum, qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine, passus sub Pontio Pilato, crucifixus, mortuus, et sepultus; descendit ad inferos, tertia die resurrexit a mortuis; ascendit ad caelos, sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis-» il vecchio abate viene interrotto dalla porta della chiesa che viene aperta con un tonfo assordante.
Un manipolo di uomini entra da essa, armato sino ai denti. Athelstan deglutisce, la paura è palpabile. Padre Jeremiah richiama la sua attenzione. «Sai cosa fare.» gli sussurra, prima che il ragazzo si allontani dalla sala, senza essere notato.Athelstan corre, corre senza guardarsi indietro, l'abate gli ha affidato un compito molto importante: avvisare la Northumbria dell'attacco dei pagani. Le urla si allontanano sempre di più, la stanchezza sopraggiunge. Athelstan si piega per riprendere fiato, si volta verso la cittadella ed impallidisce: il monastero è avvolto dalle fiamme. «Deus vos benecat, fratres. In nomine Patri, et Filii et Spititus Sancti.» sussurra, facendo il segno della croce, per poi riprendere a correre, sentendo delle grida in lontananza. La spiaggia è vicina, l'erba sotto i suoi piedi inizia ad alternarsi alla sabbia: è in salvo. Vede la piccola barca precedentemente indicatagli dall'abate. Sorride, ce l'ha fatta! Rallenta la sua corsa e alza lo sguardo al cielo ringraziando Dio. Una freccia lo colpisce sulla spalla, cade a terra. Si rialza, riprende a correre ed eccola lì, la piccola imbarcazione, a pochi metri da lui. Allunga il braccio per afferlarla, ma una freccia lo colpisce in pieno petto. Cade in avanti, riverso sulla spiaggia, le onde toccano gentilmente il suo busto, l'acqua che si ritrae sul bagnasciuga è tinta di rosso. Un rosso scarlatto. Un rosso che sa di morte.
Waaaaa eccomi con una nuova storia, (Obv Larry💁) che sarà una Vikings!AU, ispirata alla serie tv "The last kingdom" .
Spero vi possa piacere e lasciate tanti commentini e stelline :)
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Kyn Vargar || Larry Stylinson
FanfictionRating: Mature Fandom: One Direction Category: M/M Main pairing: Larry Stylinson Tags: Mpreg, Crossdressing, Violenza, Fluff, Angst, Sangue SE NON È IL VOSTRO GENERE NON LEGGETE. NESSUNO VI OBBLIGA. Se, invece, è il vostro genere, buona lettura! C...