01. Tell me a story

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Northumbria, Aprile 865

«Màthair*, mi racconti una storia?» chiede il bambino indossando l'elmo da guerra del padre. Il potente Uthred Uthredsson, primogenito di Uthred figlio a sua volta di Uthred era partito per la guerra, aveva lasciato il secondogenito a casa, perché troppo piccolo. Gli aveva dato il suo elmo ed «Tieni oighre*» gli aveva detto. «ora tocca a te proteggere la mamma e il bambino nella sua pancia. Fammi vedere che bravo ghaisgeach* sei.» al che il bambino aveva stretto gli occhi e ringhiato, facendo ridere l'uomo.

Il potente Uthred Uthredsson aveva sposato quella che era poi diventata la regina Aife. Nessuno sa nulla sulla vera provenienza della regina; molte sono le ipotesi: che sia una principessa venuta da lontano, oppure una schiava innamoratasi del re, o una semplice paesana, o ancora una ladra che è riuscita a rubare perfino il cuore del re. Quello che posso rivelarvi è che il vero nome della regina è Aese e che ella viene da un luogo lontano, in cui il dio cristiano è considerato un falso dio e dove gli dei amano, odiano e vivono tra gli umani. Dalla loro unione erano nati due bambini, ed era in arrivo il terzo.

«Quale storia vuoi sentire questa sera, tesoro mio?» gli chiede la donna, accarezzandogli dolcemente la fronte. «Quella della valchiria Þrúðr, mamma» dice il bambino, gli occhi già luccicanti di aspettativa. Aese sorride dolcemente e inizia a raccontare. «Esisteva un tempo non molto lontano, in cui gli dei non avevano bisogno di celarsi agli uomini. Esisteva un tempo in cui essi vivevano, amavano, litigavano e lottavano sulla terra, tra i monti e le pianure. E in quel tempo, Kattegat era la città più florida di tutta la Danimarca.»
«Una giovane fanciulla amava correre per gli stessi campi che percorrevo da piccola, il suo nome era Þrúðr. Ella era la più giovane figlia del possente dio Thor, la più gentile e la preferita del padre. Þrúðr era stata promessa ad Alvís, un nano, a patto che quest'ultimo forgiasse armi per gli dèi. Thor però, non volendo che la figlia sposasse un mostro, escogitò dunque un piano per impedire le nozze: disse ad Alvís che, a causa delle sue piccole dimensioni, doveva dimostrare quanto fosse grande la sua saggezza. Il nano acconsentì, e il dio cominciò a interrogarlo finché il Sole non sorse.» la donna fa una pausa accarezzando la fronte del bambino, che la guarda attento. «Ora, devi sapere, tesoro mio, che a causa di un maleficio fatto dalla dea Freya, tutti i nani si pietrificano all'istante non appena esposti alla luce del sole, e lo stesso Alvís non fu da meno: rimase pietrificato e Þrúðr non dovette più sposarlo.» racconta la donna, che vedendo le palpebre del figlio chiudersi lentamente, gli lascia un bacio sulla fronte, appoggiando poi le mani in grembo per poter sorreggere il pancione mentre si alza, quando «E poi cosa successe?» sente chiedere dal bambino. Si risiede e continua la storia. «Odino era adirato con Thor, così decise di punire la povera Þrúðr, la sua anima venne trasferita in un altro involucro, irriconoscibile persino allo stesso Thor, che continua a cercare la figlia ancora oggi. Þrúðr, inoltre, venne condannata a dimenticare tutta la sua vita prima di questa "rinascita".» conclude la storia la donna.
«Màthair*, perchè Odino ha punito Þrúðr e non Thor?» chiede il bambino sbadigliando sonoramente. La donna sorride e «Nessuno sa cosa pensino gli dei, tesoro mio.» gli dice, prima di baciargli la fronte ed uscire dalla stanza. Sulla soglia viene fermata dalla voce del bambino, che «Da grande troverò Þrúðr e la sposerò. Così non sarà più condannata a vagare da sola.» asserisce, prima di addormentarsi definitivamente.
La donna sorride e «Diventerai un bravo marito» dice accarezzandosi la pancia, il bambino scalcia molto ultimamente, ed Aife spera davvero che non sia sintomo di qualcosa che non va. In fondo l'indovino del villaggio, quando ancora viva tra i vichinghi, glielo aveva predetto: "perderai la tua prima figlia quando il sole si oscurerà e Thor sarà adirato con gli uomini." Aife spera davvero che le parole dell'indovino siano sbagliate, ma sa che le probabilità sono minime, in fondo l'indovino esprime solo il volere degli dei.

Quello che però il piccolo Harry non sa è che tutto è nelle mani del Fato, il quale adora giocare con le fragili vite degli uomini, ama vederli amare, soffrire ed infine amare nuovamente. Il fato ascolta, vede ed intervienesenza essere visto da nessuno e senza rendere conto a nessuna entità. Perfino Odino, il più potente degli dei, è sottomesso a questa forza e non può fare nulla per contrastarlo.

* Màthair: mamma [in gaelico]
* Ghaisgeach: guerriero [in gaelico]
* Oighre: erede [in gaelico]

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Kyn Vargar || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora