15. Once upon a time

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Asgaard, a long time ago

«Che cosa sta succedendo, qui?» delle piccole risate vengono interrotte. «Chi osa torturare i miei spaventosi lupi?» la voce si addolcisce. L'uomo assume una posizione minacciosa, tradita solo dal dolce sorriso formatoglisi sulle labbra. «Nonno!» esclama la bambina assumendo un'aria colpevole. «Geri e Freki non volevano giocare con me...». Odino prende la bambina in braccio e «Tesoro, -le dice con voce dolce- i miei lupi sono feroci ed addestrati alla battaglia. Non sono adatti ad essere i tuoi compagni di gioco.» «Oh» è l'unica risposta che gli perviene. L'espressione della bambina è triste ed Odino, da bravo nonno, non può accettare che la sua nipotina non sia felice, così «Ma possiamo utilizzare Huginn e Muninn». I due corvi gracchiano scontenti, alzandosi in volo, per poi uscire dalla stanza. Odino appoggia la bambina per terra ed ella incomincia ad inseguire i due corvi. Ben presto le risate della bambina riempiono nuovamente la sala del trono, facendo riaffiorare un sorriso sul volto stanco del padre degli dei.

***

«Padre, perchè gli umani fanno la guerra fra loro?» la ragazza è confusa. Perchè essere avidi quando si può vivere in pace e armonia?
«È il brivido della morte, che spinge l'uomo a dimostrarsi il più forte, a portarlo a credersi il migliore, a non aver paura della morte stessa, sfidandola. In altri casi, è l'impulso della vita a portare l'uomo a combattere, come un pesce fuor d'acqua che si dimena per tornare nel suo habitat naturale, nonostante sappia che è inutile.»
Un brivido di eccitazione percorre la schiena della ragazza «Voglio combattere anche io padre.»
Le risate sono tutto ciò che spezza il silenzio creatosi dopo l'affermazione della giovane donna. «Tu. Vuoi combattere? Ma non diciamo sciocchezze: la donna deve rimanere a badare alla casa.»

***

«La mia cara e dolce nipotina! Cosa posso fare per te quest'oggi?» Loki osserva la fanciulla con sguardo scettico. «Zio, ho bisogno del tuo potere. Mio padre non mi lascia combattere...» Loki sorride, non ha mai amato nulla più di infastidire il suo fratello-perfetto. «Lascia fare a me.» dice dunque sogghignando leggermente, avendo già la soluzione adatta.

***

«Ragazzo! Alzati immediatamente!» la voce imperiosa di Thor costringe Þrúðr a rialzarsi. «E tu saresti un futuro guerriero di Asgaard? Sei troppo debole per tutto questo.»
Il volto del ragazzo diviene una maschera di rabbia. Come si permette suo padre, di ordinarle cosa fare?
Una furia cieca invade il corpo di Þrúðr, facendola rialzare, e riafferrare la spada, lanciandola in una serie di affondi che colgono di sorpresa il dio.
Quando la furia sembra lasciare la ragazza, il dio è a terra, la spada puntata alla gola e la punta leggermente insanguinata. Thor sorride, mentre il ragazzo lascia cadere la spada esterrefatto. «È proprio questo che ci serve, ragazzo mio.»

***
Sif* piange. Piange per il crudele scherzo di Loki, o forse per le conseguenze che esso avrebbe portato. Il capo rasato è coperto da un leggero velo azzurro come il cielo in una giornata estiva. I suoi capelli color del grano sono sparsi per terra, alcune ciocche tra le dita della della dea.
Thor, suo marito, reclama vendetta verso il fratello di lui. Urla, sbraita, brandisce il martello in aria maledicendo il fratello. Il dio esce dalla stanza urlando, ma lei a malapena se ne accorge, la sua attenzione è completamente rivolta ai suoi bellissimi capelli biondi sparsi per terra.
Ed è così che la trova sua figlia, la sua primogenita, la sua Þrúðr. Rannicchiata per terra, le ciocche di capelli strette al petto e gli occhi vacui.
Sente delle parole della figlia, ma non le ascolta. Tutto ciò che continua a ripetere è Loki.... scherzo crudele...  e i miei capelli, i miei bellissimi capelli....
Þrúðr capisce che qualcosa non va, collega le parole della madre ed esce dalla casa, in un'unica direzione: la sala del trono.

****

«Padre!» l'urlo della ragazza risuona per tutta la sala del trono. Un netto crack proviene dalla parte opposta della sala, ove il corpo di Thor sovrasta quello del fratello in fin di vita. Þrúðr corre verso il padre, per poi fermarsi a pochi passi dai due uomini. Si porta una mano in viso, a coprire la bocca aperta in un muto urlo di terrore. Il martello, Mjöllnir, è interamente coperto di sangue. Il cranio dello zio è fracassato, il sangue sgurga velocemente e confluisce in una pozza che si ingrandisce sempre di più ogni attimo che passa. «Padre, andatevene. Scappare prima che il nonno vi trovi. Vi ucciderà!» Thor, ancora scosso, scuote la testa. «No. Non ti lascerò qui a pagare per le mie azioni.» abbraccia la figlia, tenendola stretta al petto, come se fosse la cosa più preziosa al mondo.

«Visto padre?» la voce di Loki giunge dal fondo della stanza, mentre il corpo precedentemente ai piedi del dio del tuono svanisce lentamente. Un'illusione. Una stupida ed inconsistente illusione. «Thor voleva uccidermi senza motivo!» urla rivolto al padre, che osserva il figlio maggiore con sguardo stupito. «Ti avevo avvertito, figlio mio, che non avrei tollerato più i tuoi comportamenti incoscienti. Cosa avresti fatto se fosse stato realmente Loki?» il dio del tuono apre bocca per replicare, ma prima che possa anche solo emettere una sillaba, l'ordine esce perentorio dalle labbra del padre degli dei: «Geri. Freki.» i due cani, prima ai suoi lati, iniziano a ringhiare e balzano verso Thor e Þrúðr. Thor con i suoi fulmini cerca di innalzare una barriera, ma tutto è inutile. Freki colpisce Thor alla testa con una zampata, l'uomo cade a terra privo di sensi. I due cani si avvicinano al corpo inerme della divinità, ma prima che i due si avvengono sul collo del dio, il corpo di Þrúðr incomincia a correre, per poi buttarsi, come uno scudo, sul corpo del padre. Gli artigli gli lacerano la schiena morbida e le sue grida risuonano per tutta la vallata silenziosa.

***

«No! Figlia mia» Þrúðr è sdraiata sula schiena, tra le braccia del padre, che ha da poco ripreso conoscenza. «Andrà tutto bene.» le dice accarezzandole i lunghi capelli ramati. Þrúðr boccheggia, nel vano tentativo di dire qualcosa, fallendo.
«La mia nipotina...» la voce del padre degli dei arriva distinta alle orechie di Thor, che ringhia leggermente strinfesndo la figlia ancora di più a sé. «Stalle lontano! Tutto questo è colpa tua!» urla il dio del tuono ad Odino.
«Guarda cosa hai fatto!» continua poi Thor al padre. «Guarda come hai ridotto la tua nipote prediletta!» continua, le lacrime a solcargli il viso. «Figlio mio, ricordati di chi è la colpa di tutto. Ricorda chi ha sfidato i miei ordini.» la voce di Odino rimbomba tuonante lungo tutta la vallata. 

***

«Vi prego, padre. Salvatela. Non è sua la colpa dei miei errori.» davanti alla supplica del figlio il padre degli dei non può fare altro che salvare la nipote. «Þrúðr, figlia di Thor, ti condanno a vivere sulla terra, a vagare nella ricerca del vero amore, a vivere ogni esistenza nella solitudine, prima di trovarlo. Ti condanno ad una vita in un altro corpo, un corpo irriconoscibile perfino dal tuo stesso padre.» sono le ultime parole che Þrúðr sente prima di chiudere gli occhi. «Cosa le avete fatto?» «Le ho dato una possibilità di un nuovo inizio, di una vita lontano dal tuo egoismo, figlio mio. Al contempo l'ho punita per aver ostacolato il mio volere, frapponendosi tra te e i miei lupi.».

«Ti troverò, mia figlia, anche a costo di vagare per l'eternità sulla Terra.»

*Huginn e Muninn: sono i due corvi di Odino. Ogni mattina si alzano in volo e osservano il mondo degli uomini, la sera tornano dal dio e gli riferiscono tutto ciò che hanno visto.

*Sif: dea delle messi, moglie di Thor, madre di Þrúðr e Móði. A causa di uno scherzo del dio Loki perse i suoi capelli biondi, e Thor chiese al fratello di donargliene degli altri nuovi e più splendenti, chel e vennero poi fabbricati dai nani. Il nome Sif, in norreno, significa “parente” o “sposa”.

Kyn Vargar || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora