05. Blood eagle

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Harry si guarda intorno spaventato, perchè suo zio è in ritardo? E se Ragnar, in realtà avesse solo voluto portarlo fuori dall'accampamento ed ucciderlo? Harry viene riscosso dai propri pensieri a causa del nitrito di un cavallo. Poco dopo tre figure si presentano di fronte ai tre capi vichinghi. Harry li riconosce come suo zio Richard, il capo delle guardie e Helgar, il valletto del re. Helgar è l'unico che scende da cavallo e, dopo aver ottenuto il consenso di Ubba, su avvicina al piccolo Harry e gli sussurra di fare attenzione. «Prionnsa*,» lo chiama «dovete fare attenzione, vostro zio vuole la vostra morte. Egli brama il trono di Northumbria, e l'unico modo per ottenerlo è fare fuori l'erede al trono: voi.» lo ammonisce, il sussurro è abbastanza forte da poter essere ascoltato da Ragnar, -che inarca un sopracciglio- ma talmente debole da non poter essere captato dalle orecchie nemiche. «Do ghras*, -dice poi Helgar, rivolgendosi a Richard- il principe gode di buona salute. Si possono avviare le trattative.» lo zio di Harry scende dunque da cavallo, seguito dal capo delle guardie, per poi sedersi su un tronco di fronte ai tre capi vichinghi.

Ubba è il primo a parlare «Buon pomeriggio din nåde*...» dice, per poi scoppiare in una risata macabra. «Quanto chiedete per il principe?» chiede dunque Richard, dopo aver alzato gli occhi al cielo per l'insolenza di Ubba, e aver storto il naso di fronte alla sua pazia.  «Tre libbre in oro e argento» risponde Ubba, una volta finito di ridere. Ragnar si avvicina al proprio fratello e «Ti offro il peso della mia spada, per il ragazzo.» gli sussurra nell'orecchio. Ubba alza un sopracciglio, sinceramente non capisce perchè il fratello sia così interessato a un bambino così gracile, ma in fondo potrebbe essere colpa di Loki, che ama giocare con la mente degli uomini, certamente non può non accettare un'offerta così appetibile. Quindi annuisce, mentre Richard accetta l'offerta. «Non dovete negoziare con me.» dice quindi Ubba, facendo crucciare il volto del nobile inglese. «Il ragazzo appartiene a mio fratello Ragnar. Dovrete trattare con lui.» dice quindi con un sorriso divertito dipinto sul volto. «Quanto volete per il ragazzo?» chiede, aprendo bocca per la prima volta, il capo delle guardie. «Non è in vendita.» risponde serio Ragnar. «Come non è in vendita? Siamo venuti fin qui solo per liberare il principe.» chiede Helgar con voce alterata, fingendo di essere adirato. «Non è in vendita.» ripete nuovamente Ragnar.
«Hideous cinnich*! Datemi ciò che è mio di diritto!» urla Richard ormai fuori di sé. «Ho diritto al regno. Ho atteso a lungo questo momento, ho persino fatto fuori mio fratello. -Harry sussulta, nonostante non abbia mai messo in dubbio le parole di Helgar- Il trono è mio!» urla colpendosi ferocemente il petto con un pugno. I danesi sono allerta, se qualcuno dovesse fare una mossa troppo azzardata, in un batter d'occhio sarebbero pronti ad imbracciare una battaglia. Dopo qualche minuto di completo silenzio, interrotto solo dal respiro pesante di Harry e di Richard (chi per un motivo, chi per un altro) il quasi-re sassone sorride malignamente guardando Harry negli occhi ed estrae un coltello dalla folta pelliccia di orso che indossa. «Se non posso portati via con me, posso farla finita. Posso finire tutti i miei problemi: qui e ora!» dice avventandosi contro il giovane ragazzo dagli occhi verdi. Harry chiude gli occhi ed aspetta di sentire il dolore lancinante e il caldo sangue fuoriuscire dal proprio corpo, ma non sente nulla, o meglio sente solo un cozzare di metalli insieme. Riapre cautamente gli occhi e vede la spada di Ragnar che si frappone fra lui e il coltello, il vichingo (con poche mosse) disarma l'avversario e lo fa inginocchiare, tenendo la spada sul collo del quasi-re. Ragnar, però, esita, così Ubba gli si avvicina e «Finiscilo, fratello. Questo è ciò che si merita per aver tentato di uccidere un tuo schiavo. Una tua proprietà.» gli dice, pregustando già l'odore ferroso del sangue nell'aria. «No.»
«No?» chiede Ubba inarcando un sopracciglio. «Che vuol dire no?»
«Vuol dire che ciò che si merita è er blóðugr örn*» Ubba è sorpreso. «L'Aquila di sangue? Ragnar, devo ricordati che il ragazzino è un misero schiavo?» al che Harry incassa le spalle. «No. Non è uno schiavo. È mio figlio.» asserisce Ragnar, la mascella contratta in una smorfia di disgusto verso quell'uomo che ha cercato di uccidere quel bambino che in pochi giorni è riuscito a conquistarsi il suo affetto. «Bene, ragazzino. Pare che il tuo nuovo faðir* abbia deciso di vendicarti. Ci divertiremo un mondo questa sera.» commenta Ubba ridendo come un pazzo.

Kyn Vargar || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora