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So che dovrei alzarmi ma il letto è così "magnetico".  Con il piumone, il cuscino caldo e anche un po' sbavusciato il peluches che ti tiene caldo alla pancia.... e chi vuole alzarsi da questo posto paradisiaco. Io di certo no. E poi per cosa: la scuola, almeno dovessi andare in vacanza, ma per la scuola state freschi cari. Spengo una cosa tipo la decima sveglia. Ne metto una ogni tre minuti così da essere sicura che dopo un po' io riesca ad alzarmi. La cosa che mi scoccia di più è che durante la settimana la sveglia interrompe sogni meravigliosi dove sono con l'amore della mia vita mentre il sabato e la domenica mi sveglio presto di mio dopo aver fatto gli incubi più brutti della vita tutta la notte. Dopo questa riflessione prendo l'iniziativa e mi alzo. Per stare un po' di più a letto mi tocca rinunciare al trucco ma almeno sono stata nel caldo paradiso 3 minuti in più... la prima cosa che faccio è dirigermi in bagno e poi lavarmi tutta... metto deodorante, profumo e corro in camera a vestirmi. Metto le prime cose che trovo: leggins neri, una maglietta un po' larga e una felpa. Metto giacca e sciarpa ed esco di casa più in fretta della luce.. come sempre arrivo non so come in orario in stazione. Vedo in lontananza le mie amiche e le raggiungo... la più alta si chiama Emery, siamo amiche dalle elementari, lei si era appena trasferita da Londra e nella classe stava sempre per i fatti suoi visto che non sapeva bene la lingua, un giorno mi sono avvicinata con due bambole in mano, appena le ho passato quella per lei...
abbiamo iniziato a giocare; la trama della storia non era chiara perché parlavamo due lingue diverse ma così facendo io le ho un po' insegnato l'italiano e lei qualche frase in inglese. L'altra mia amica è Ambra, con lei siamo amiche... beh da sempre. Le nostre mamme sono amiche da quando erano bambine e quindi io e Ambra siamo cresciute insieme. Quando sono abbastanza vicina da farmi vedere da loro alzo un braccio, loro mi vedono e sbuffano
"Cavolo Ambra hai vinto te..." ride Emery
"Vinto? Che cosa?" Chiedo confusa
"Emery non ha fiducia in te, abbiamo scommesso e lei era sicura che oggi avresti perso il treno" mi informa Ambra
"Ohh ragazza di poca fede, io arrivo sempre" faccio la finta offesa.
In realtà hanno ragione. È il terzo anno che prendi il treno con loro e almeno 2/3 volte al mese lo perdo e le costringo  ad aspettare quello dopo con me per non lasciarmi da sola...
"Allora ce l'hai fatta ad arrivare" due braccia mi stringono da dietro, inizialmente mi irrigidisco ma riconosco subito il suo profumo: lui è Giorgio, il mio ragazzo... stiamo insieme da 1 anno e mezzo ma ci conosciamo da tutta la vita... è il cugino di Ambra e loro sono molto legati quindi ci ha viste crescere. È più grande di 3 anni e tutte le mattine, prima di andare a lavorare passa a salutarmi in stazione...
"Stamattina nessuno ha fiducia in me" sbuffo
"Ma certo che mi fido di te piccola" sussurra vicino al mio orecchio in modo che potessi sentire solo io.
Mi avvicino a lui per dargli un bacio quando vedo una mano che si posa sul suo braccio. Riconosco subito quelle mani. Con le unghie finte lunghe sei metri di un rosso semaforo: Dakota. La collega di Giorgio.
"Ciao Dakota" dico a denti stretti
Lei sfodera il suo miglior sorriso finto
"Ciao anche a te Celeste" odio come pronuncia il mio nome.
Prima io e lei eravamo amiche. Prima che io mi mettessi con Giorgio. Ha provato a portarmelo via per mesi ma lui ha preferito me e lei ha iniziato ad insultarmi per strada. Dopo averla salutata mi volto e guardo Giorgio negli occhi prima di avvicinarmi e baciarlo... lui ricambia prontamente il bacio, erano due giorni che per colpa di una punizione non lo potevo vedere e mi era mancato.
Veniamo interrotti dal suono della campanella che preannuncia l'arrivo del treno in stazione
"Buona giornata amore" mi sorride
"Anche a te, ti amo" gli rispondo
"Anche io, ci sentiamo dopo" mi da ancora un leggero bacio, saluta sua cugina e la nostra amica e poi si allontana con Dakota diretto in ufficio. Non mi piaceva per niente il fatto che lui la guardasse negli occhi quando lei parlava e neanche che lei gli toccasse il braccio e rideva quando lui parlava... alla fine era quella  ragazza a non piacermi per niente.
"Quella ragazza non mi piace" mi sussurra Ambra all'orecchio appena ci sediamo sul treno
"Nemmeno a me, per niente... e lui non le dice mai niente. Hai visto come gli era vicina?" Rispondo infastidita
"Se non fosse mio cugino sarei dalla tua parte. Ma non devi preoccuparti, Giorgio ti ama e ne Dakota ne nessun'altra gli farà cambiare idea"
Annuisco anche se non del tutto convinta. Mi fido di Giorgio ma non mi piace comunque che lei si comporti così... e pensare che era anche mia amica. 
I minuti in treno passano abbastanza veloce e mi ritrovo a dover scendere.
Ambra ci saluta e si dirige verso la sua scuola mentre io ed emery andiamo verso la nostra. Volevo rimanere un po' sola con lei per poter parlare di Giorgio e Dakota... specialmente di Dakota... con Ambra non voglio mai parlare di queste cose perché essendo che è molto legata a Giorgio ho il timore che gli vada a riferire le mie insicurezze, cosa che sicuramente ci porterebbe a litigare perché lui la prenderebbe come una mancanza di fiducia.
"Em, te cosa ne pensi di Dakota?"
"Sinceramente?"
Annuisco e lei continua
"È una stronza, non ci tiene minimamente a Giorgio, non fa così perché è innamorata di lui e soffre a vederlo con te, lo ha preso come il suo giocattolino è come per i bambini non sopporta che sia di qualcun'altra."
"E quindi io che dovrei fare?"
"Lasciala perdere, come ci diceva di fare tua mamma con Roberto in 4 elementare"
Al ricordo di Roberto faccio una risata, subito seguita da Em. Roberto era un nostro compagno delle elementari che ci faceva sempre un sacco di scherzi. Mia mamma una volta ci aveva viste arrabbiate perché Roberto aveva strappato un nostro disegno e mia madre ci aveva semplicemente detto "lasciatelo perdere, è solo invidioso perché lui non disegna bene come voi due"
"Grazie Em" le dico sincera, la chiacchierata con la mia amica mi aveva risollevato lo spirito.
"E di cosa, non farti mettere i piedi in testa da nessuno, specialmente da quella la con gli artigli."
"Ti voglio bene Em"
"Anche io piccolina"
"Ehi ma che piccolina, ho solo un mese in meno di te"
"Un mese e tre giorni"
"Ah beh allora cambia tutto"
Scoppiamo a ridere attirando l'attenzione delle persone ferme al semaforo insieme a noi due. In lontananza noto che ci sono dei nostri compagni di classe
"Lo, Leo, Eli" urlo per farmi sentire
Loro ci salutano e poi ci indicano un punto dove incontrarci. Dopo averlo raggiunti continuiamo ad andare verso la scuola è una volta arrivati facciamo i tre piani di scale per raggiungere la nostra aula. Notiamo che la professoressa di italiano non è ancora in classe. Mi siedo al mio posto, ultima fila vicina ad Em. sento il telefono vibrare nella tasca:
-arrivata a scuola piccola?-
-appena seduta al banco, te al lavoro?-
Aspetto che Giorgio mi risponda mentre sistemo i libri per la prima ora
-tutto al solito, mi sei mancata in questi giorni, quando ci vediamo un po'?-
-ah, ti sono mancata? Pensavo che Dakota si fosse offerta disponibile per colmare il mio vuoto-
Mi risponde quasi subito
-smettila, piccola-
-no.-
-dai, gelosona-
-devo andare, arriva la prof. Buona giornata amore, saluta Dakota-
-ti amo-
Decido di non rispondere per farlo bollire un po'... forse sono solo sembrata la "piccola diciassettenne gelosa" ma almeno se sa che mi da fastidio la vicinanza di Dakota la terrà un po' più lontana...
La giornata trascorre lenta, molto lenta, troppo lenta e nonostante i messaggi di Giorgio continuino ad arrivare decido di ignorarli. All'ultima campanella, non appena esco dalla classe li inizio a leggere mentre faccio le scale al fianco di Em che tramite una "strizzata" al braccio mi avvisa quando inizia la rampa nuova.
9.02 -devi smetterla di fare la gelosa-
9.45 -lo sai che ti amo-
9.55 -rispondimi che poi devo lavorare-
10.23 -se non mi rispondi ti chiamo-
11.40 -lei non conta per me, non mi importa quanto può provarci, io amo te"
13.03 -giuro che se continui ad ignorarmi mi arrabbio davvero-
13.05 -odio quando fai così la bambina-
Ora sono le 13.55 e questo è stato il suo ultimo messaggio
"Forse ho esagerato a non rispondergli per tutto il giorno, sembra davvero arrabbiato"
"Io te l'ho detto che dovevi rispondere, ora però non puoi "cadere" ai suoi piedi appena lo vedi, continua a fare un po' l'incazzata tanto ormai il danno lo hai fatto"
"Molto d'aiuto"
Appena varchiamo la porta della scuola, in legno e molto pesante, la luce mi fa quasi male agli occhi. Ci incamminiamo verso la stazione quando noto una cosa.
Accanto alla scuola c'è parcheggiata una macchina che conosco molto bene
"Non ci credo Em"
"Cosa?"
Si gira con me e anche lei vede la macchina
"Se è venuto fino a prenderti vuol dire che se l'è proprio presa"
Giorgio appena mi vede scende dalla macchina e si avvicina a me e alla mia amica, tutte lo guardano e dopotutto non do torto a nessuna di loro, è proprio bello. Arriva davanti a me e si china per darmi un bacio dolce sulle labbra
"Sorpresa" sussurra non appena si allontana. Poi si rivolge alla mia amica
"Ciao Em, mi dispiace ma per oggi ti dovrai accontentare di mia cugina in treno, lei la porto via io"
"Ciao Gio, si tranquillo, ciao piccolina, ci sentiamo dopo"
Em si allontana nonostante i miei occhi la implorassero di non farlo. Mi giro verso Giorgio che mi sorride soddisfatto. Decido di fare come mi ha suggerito Em
"E Dakota? Dove l'hai lasciata? È in macchina?"
"Smettila, lei è in azienda, a lavorare. Io qui con te"
"Perché sei venuto a prendermi? Non dovresti essere al lavoro?"
"Sono venuto perché non mi rispondevi ai messaggi e, visto che ti amo, avevo paura che fossi arrabbiata con me"
"Lo ero"
"E lo sei ancora?"
"Si..." lo guardo negli occhi, quanto sono belli "...forse..." mi prende per mano e si avvicina a me "... okay no" finalmente mi bacia e io mi sento estremamente stupida, come ho fatto a non fidarmi completamente di lui e farmi prendere dalla gelosia?
"Scusa se ho fatto la bambina"
"Non fa niente, sei la mia bambina"
"Ti amo"
"Anche io, piccola"
"È bello che mi sei venuto a prendere"
"Non farci l'abitudine"
"Smetterò di risponderti più spesso"
"Provaci soltanto e vedi"
Inizia a farmi il solletico e mi porta fino alla macchina, saliamo a bordo e dopo esserci baciati ancora una volta mette in moto per portarmi a casa.
Non appena arriviamo al mio portone mi da un ultimo bacio, mi passa la cartella e dopo avermi rassicurata ancora un po' riguardo i suoi "non-sentimenti" per Dakota torna verso la macchina per dirigersi a lavoro.
Non appena varco la porta di casa vengo immersa nel buio, sono sola. I miei genitori infatti lavorano sempre fino al primo pomeriggio e mia sorella esce poco prima il mio ritorno da scuola per andare all'università. Amo la mia famiglia ma mi piace anche tanto avere un po' di tempo per me. Vado subito in camera a prendere il pigiama e dopo essermi rinfrescata lo indosso così da essere comoda. Vado in cucina e dopo una lunga osservazione del frigo decido cosa mangiare: mozzarella e insalata. Preparo la tavola e inizio a mangiare. Subito dopo la prima forchettata però il mio telefono squilla. È Em che mi chiama
"Ehi piccolina sono con Ambra, le ho fatto un riassunto di quello che è successo e ora vogliamo entrambe un riassunto dettagliato del tuo viaggio del ritorno" le sento ridere
"Che amiche pettegole che ho. Voi due, care, sarete le classiche vecchiette che in piazza, seduta su una panchina, sparlano di tutti e tutto"
"Non vediamo l'ora di diventarlo, ma non pensare che saremo sole, te sarai seduta lì affianco a noi"
Ridiamo tutte e tre poi Ambra prende la parola
"Seriamente, siamo curiose"
"Non vi racconterò dettagli scandalosi perché non ci sono. Mi ha detto che mi ama, che non prova niente per Dakota e che non mi devo preoccupare. Mi ha accompagnata a casa, mi ha baciata e basta"
"E te quando lui è andato via che hai fatto? Gli hai già scritto? Hai costruito una bambola vodoo di Dakota?"
"In realtà stavo cercando di mangiare ma due giovani pettegole mi hanno interrotta"
"Scusaci tanto, buon appetito. Ci sentiamo dopo"
"Ciao ragazze vi voglio bene"
"Anche noi C"

Non credo nel "c'era una volta"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora