Capitolo 6

85 9 31
                                    

Sehun entrò subito in azione.

Prese il bicchiere di plastica sul comodino e lo porse a Luhan. Lui capì. Ancora stordito e scoordinato nei movimenti, bevve una salutare sorsata d'acqua e si leccò le labbra per eliminare ogni traccia di sangue.

«Cosa state facendo?», ripetè Kris, entrando nella stanza con passi lunghi e decisi. Aveva gli occhi fissi su Sehun, e questo fu un bene, perché Luhan ebbe il tempo di ricomporsi in modo da nascondere il lato del collo con i segni del morso.

«Non sono affari tuoi», rispose, e nello stesso istante capì di aver commesso un errore.

Kris, il cui secondo nome era Stabilità, quella sera aveva un'aria decisamente instabile.

Mamma glielo ha detto, pensò Luhan.

«Cioè, non stiamo facendo niente», tentò di rimediare.

Ma non servì. Kris era chiaramente dell'umore adatto per scorgere in qualsiasi cosa una minaccia per il fratello. E non poteva certo biasimarlo – li aveva sorpresi in uno strano abbraccio su uno sgualcito letto d'ospedale.

«Sehun mi stava consolando perché ero spaventato», disse. Non tentò nemmeno di spiegare come mai gli stesse tenendo la testa contro il braccio. Ma lanciò un'occhiata furtiva alla pelle dell'amico e vide che la ferita si era già rimarginata, e il segno stava già sbiadendo.

«E' tutto a posto, come vedi», confermò Sehun, alzandosi in piedi per rivolgere uno sguardo ipnotizzatore su Kris. Ma questi lo guardò a malapena: stava fissando il fratello.

Non funziona, pensò Luhan. Forse Kris è troppo arrabbiato per lasciarsi ipnotizzare. O troppo cocciuto.

Rivolse a Sehun uno sguardo interrogativo, a cui l'amico rispose con un cenno appena percettibile del capo. Neanche lui capiva quale fosse il problema. Ma entrambi sapevano cosa avrebbe comportato: Sehun doveva andarsene. Luhan si sentì deluso e frustrato.

Tutto quel che desiderava era parlare con lui, godere dell'inaspettata reciproca scoperta – e non poteva. Non con Kris presente.

«Come mai sei qui?», chiese irritato al fratello.

«Ho accompagnato mamma in macchina. Sai che non le piace guidare di notte. E ti ho portato questo». Sollevò il piccolo stereo portatile di Luhan e lo mise sul comodino. «E questi». Posò accanto allo stereo un porta-CD nero. «Tutta la tua musica preferita».

Luhan sentì la rabbia sbollire. «Grazie per il pensiero», disse.

Kris si strinse nelle spalle, lanciando un'occhiata truce a Sehun.

Povero Kris, pensò Luhan. Aveva i capelli spettinati e gli occhi gonfi.

«Dov'è la mamma?», stava per chiedergli, quando la madre entrò nella stanza.

«Sono tornata, tesoro», gli disse con un sorriso festoso. Parve sorpresa di trovare lì l'amico del figlio. «Sehun – sei stato gentile a venire».

«Già, ma sta andando via», intervenne Kris con tono freddo e distaccato. «Lo accompagno fuori».

Sehun decise di non sprecare energie in una lotta che non poteva vincere. Si girò verso Luhan e disse: «Ci vediamo domani».

Nei suoi occhi scuri indugiò uno sguardo che era solo per lui. Uno sguardo che non c'era mai stato prima, in tutti gli anni della loro amicizia.

«A domai, Sehun», disse dolcemente. «E... grazie». Sapeva che lui avrebbe capito.

Solo quando fu uscito – con Kris alle calcagna come un buttafuori alle prese con un teppista – un pensiero gli balenò in mente.

Sehun aveva detto che sarebbe stato in pericolo se non avesse preso abbastanza sangue. Ma erano stati interrotti subito. Ne aveva bevuto a sufficienza? E in caso contrario, cosa gli sarebbe accaduto?

The SecretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora