La cella

222 25 10
                                    

Il silenzio che era stato da sempre il miglior amico del vecchio fu rotto dall'ingresso improvviso di due ragazzi in divisa. Gli intrusi si guardarono intorno disgustati dalla miseria della cella, i loro occhi puntarono il prigioniero.

- Avanti vecchio, sputa il rospo! - lo incalzò il primo agente.

Blame non rispose.

Dopo qualche minuto il secondo agente ruppe il silenzio: - Non ti sembra di aver mantenuto il segreto fin troppo? Cinquant'anni. Rinchiuso in questa cella buia, putrida e maleodorante per aver ucciso un uomo senza che nessuno ne conosca il motivo? Non ne vale la pena, Blame.

Il detenuto pensò qualche secondo. Poi sospirò e rispose: - Cosa ne sai tu, che hai vissuto tutta la tua vita come tirapiedi di Klail, passando le tue giornate nell'enorme reggia del grande leader. Mentre io ero qui, a marcire in questa prigione, divorato dai sensi di colpa, ripensando a lui, ogni notte senza una sola ora di sonno, perchè tormentato da incubi continui? Tu non hai idea di quello che ho passato in questi anni e non riporterò alla mente la storia che cambiò la mia vita, distruggendola e tormentandomi, solo per soddisfare la curiosità di due giovani, stolti, servitori di Klail. -

I due ragazzi si fissarono, non sapevano cosa dire. Uno fece un segno con la testa all'altro ed entrambi si girarono di schiena dando le spalle all'anziano. Cominciarono a sussurrare, confabulando sul da farsi.

- Lo abbiamo promesso, lo abbiamo promesso al leader supremo! -

- Dobbiamo farlo, non ce lo dirà mai, altrimenti. -

- Klail ci ucciderà, lo capisci? -

- Avrà pietà, credimi, l'importante è che lui racconti. -

- Ok, d'accordo, la verità? -

- La verità. -

Si rigirarono verso Blame. Lui li guardava perplesso, dal suo sguardo si percepiva una nota di curiosità ma anche di paura, nonostante provasse in tutti i modi di non farlo notare.

- Fugheremo i tuoi dubbi, vecchio, ti diremo la verità - disse un agente.

- Non è per noi che devi vuotare il sacco, è stato Klail in persona a chiedere di interrogarti. -

Jacob Blame, l'uomo più coraggioso mai vissuto sulla Terra, davanti a questa rivelazione sembrava di pietra. Non disse nulla, fissava i due ragazzi, immobile. Pensava fosse uno scherzo e che gli agenti lo stessero ingannando solo per farsi raccontare la storia. Appena si riprese rispose: - Com'è possibile? Probabilmente Klail non sa neanche della mia esistenza. -

- Non è così - spiegò l'agente - Il mese scorso è venuta a fare visita al leader una ragazza, sosteneva di essere la figlia di Bramont. -

- Jade! - esclamò Blame - Era Jade! Cosa vi ha raccontato? -

- Quasi nulla - disse l'altro - Ci disse che era tutta una storia tra te, tuo figlio e Ivan Bramont. -

- Ed è così - rispose il detenuto con un filo di voce - Lei non era coinvolta.-

- Racconta di più - lo incalzarono.

- Va bene, se è quello che vuole Klail, parlerò, ma questa storia deve rimanere tra me ed il leader, voi dovete solo recapitarla. -

I giovani annuirono e Blame cominciò a raccontare.

Matricola 1724Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora