Il peccatore

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Mi sentii svenire. Non era vero. Non poteva essere vero.

Avevo cresciuto Sean, l'avevo educato, gli avevo insegnato  che l'amore era il male, da sempre gli ripetevo che l'affetto era sbagliato e che doveva evitarlo.

La prima emozione che provai, quando dalla bocca del soldato uscì il nome del mio unico figlio, fu la rabbia.

- Non può avere fatto questo, non può... - continuavo a ripetere.

Mi prese un attacco d'ira e cominciai ad urlare contro il ragazzo che ci aveva riportato la notizia.

- Tu... sei stato tu, vero?! -

- N... n... no, signore, io... -

- Lurido vigliacco, vuoi incastrarlo... non te lo lascerò fare! Non riuscirai a farlo ammazzare, dovrai passare sul mio cadavere! -

Lo afferrai e lo scaraventai violentemente contro il muro poi, con aria minacciosa, mi avvicinai.

La mia mano era stretta in un saldo pugno e tremava a causa di tutta la forza che vi era racchiusa. Gli occhi iniettati di sangue e il volto rosso dalla rabbia. Con la mano destra lo bloccai alla parete ma, mentre stavo per colpirlo con la sinistra, il sonno mi prese all'improvviso.

...

Mi ritrovai legato ad una sedia.Guardai l'orologio, erano passate due ore. Davanti a me c'era Bramont, in piedi, come fosse sull'attenti. Non ricordavo niente, perché ero lì, come avevo agito prima e nemmeno della notizia su Sean.

Inutile dire che quando lo scoprii fu nuovamente una tragedia, dovettero rinchiudermi in una camera blindata. Tirai diversi pugni al muro e le mie mani cominciarono a sanguinare.
Non mi fecero uscire finchè non mi fui calmato, poi dovetti elaborare un piano insieme a Bramont.

Non era facile.

Pensare ad una strategia per uccidere mio figlio.

Nonostante tutto lo feci lo stesso, sia per non finire in galera sia perchè se non lo avessi fatto io lo avrebbe sicuramente catturato qualcun altro.

Era inevitabile: Sean era condannato.

Matricola 1724Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora