quattordici

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Dopo qualche istante, Aureliano si accorse che tutti gli occhi erano su di lui. Ingoiò il malloppone di popcorn.

"Non guardate me, eh!" esclamò. "Mica mi ci metto a dire le filastrocche davanti allo specchio per fare contenti voi!"

"Paura, eh?" sogghignò Sandro, aprendo e chiudendo le dita a borsa davanti alla faccia dell'amico.

"Ma che cazzo dici," sbuffò Aureliano, scostando via la mano. "Vacci te allora, a fare la figura del deficiente."

"Ma vacci te!"

"No no, vacci te, che fai tanto lo sborone!"

"Io non lo faccio manco morta, quindi non mi prendete in considerazione," si intromise Mariachiara. Enrico annuì in segno d'assenso.

"Lo fai tu, Valeria, tanto mica ci credi, no?" disse Casey, sorridendo furbetta.

Valeria alzò il mento e si tirò dietro l'orecchio una ciocca di capelli.

"Io non mi presto a queste sciocchezze," dichiarò, compunta. Mi sembrò di cogliere un'ombra di nervosismo nella sua voce.

"Manu?" fece Casey, spostando lo sguardo sull'amica, che fece energicamente di no con la testa.

"Davide? Dai, non ci diludere!"

"Ehm, io..." cominciai, e stavo per dire qualcosa che speravo mi evitasse di fare la figura del più grande fifone del mondo, quando fui interrotto dall'apparizione improvvisa di Flaminia e Federico. Avevano entrambi i capelli bagnati, e Flaminia era rimasta con gli shorts e il pezzo di sopra del bikini, il che era più che sufficiente a togliermi il dono della parola.

"Ohi ragazzi, non state qui a fare gli asociali, dai!" esclamò la festeggiata, lampeggiando quel suo sorriso da cartellone pubblicitario. "Venite a farvi un tuffo in piscina."

"Grazie Flaminia, ma non possiamo ora," rispose Casey, allegra. "Davide ha appena detto che vuole di chiamare Bloody Mary nello specchio. So brave!"

Staccai immediatamente gli occhi da Flaminia.

"Eh? Io non..." cominciai, ma Aureliano mi interruppe, reggendo subito il gioco a Casey: "Sei un grande, Davide, fai vedere a quella strega del cavolo che la magia nera non è niente contro il potere del Metallo!"

"Strega? Ma che state a dì?" chiese Federico. Casey spiegò brevemente la situazione a lui e Flaminia, mentre tutti i presenti mi incitavano e si complimentavano per il mio grande coraggio.

Stavo per mandarli tutti al diavolo e sbottare che non avrei fatto quella stupida prova nemmeno dietro pagamento, quando Casey si voltò verso di me, e vidi che non c'era nessuna malizia nel suo sorriso e nel luccichio dispettoso nei suoi occhi. Casey mi stava prendendo in giro, poco ma sicuro, ma non aveva intenzione di ridere alle mie spalle ed umiliarmi. D'altro canto, se stavo cercando un modo per non fare la figura del fifone, quel modo mi era stato appena offerto su un piatto d'argento.

"Va bene, va bene, ci vado," dissi, cercando di mantenere un tono compassato. Tutti applaudirono; Federico si ficcò le dita in bocca e fischiò quel suono ammazzacani che solo lui sapeva produrre. "Così almeno la smettete di fare i cretini," aggiunsi con sussiego.

Federico sogghignò e mi diede una pacca sulla spalla.

"Non preoccuparti zio, se ci rimani secco lo dico io a tu' madre."

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