venti (epilogo)

186 25 51
                                    


Stavo ascoltando i Manowar su Youtube quando il mio cellulare suonò. Sperai che fosse Casey, ma lo schermo mi rivelò che si trattava invece di Aureliano, forse evocato dalla musica della sua band preferita.

"Pronto?"

"Ahò, bella! Come te butta, brother of metal?"

Al solo sentire la voce di Aureliano che mi apostrofava come suo brother provai uno slancio di affetto cameratesco. Incredibile che tre giorni prima non ci conoscessimo nemmeno.

"Ciao zi'! Stavo sentendo i Manowar, pensa che combinazione."

"Bravo cazzo, così mi piaci! Che canzone?"

"Kings of Metal."

"Other bands play, Manowar kill!" ruggì Aureliano, così forte che dovetti scostare il cellulare dall'orecchio. "Mamma mia quanto spacca quella canzone!"

Ero abbastanza convinto che avrebbe detto la stessa cosa per qualsiasi canzone dei Manowar.

"Spacca sì," confermai, anche se mantenni privata la considerazione che, per quanto mi riguardava, gli Iron Maiden restavano intoccabili al vertice della classifica.

"Senti, ma oggi a scuola?" chiese Aureliano. "Hai fatto come avevamo deciso?"

"Sì," risposi. "Sono entrato all'ultimo minuto, e le ho provate tutte per stare lontano da Spadoni; manco sono andato al bagno. Ma sai... stiamo in classe insieme."

"Ti ha beccato?"

"M'ha beccato sì," sospirai. "Questi pezzi di merda c'hanno un talento per beccarti, lo sai."

Aureliano stette zitto e potei sentire un paio dei suoi respiri.

"Che, t'ha menato?" chiese poi, con quel tono premuroso che gli avevo già sentito tirare fuori un paio di volte, nei momenti in cui si dimenticava di fare il guerriero del metal. Pensai che quando parlava in quella maniera sembrava più grande dei suoi anni.

"È riuscito solo a mollarmi un cazzotto in pancia, manco troppo forte," dissi, compassato. Però m'ha fatto abbastanza male. "Poi è arrivata gente e ha dovuto lasciar perdere."

"Vedi, che vigliacchi di merda che sono," disse Aureliano, stringendo le parole fra i denti. Potevo sentire la sua furia trasmettersi attraverso il telefono, come una corrente elettrica.

"Poi sono tornato in classe dopo ricreazione e qualcuno m'aveva rotto tutte le penne e le matite," continuai. "Spadoni deve aver incaricato qualche suo servo. Però..."

"Però cosa?" fece Aureliano, che sembrava pronto ad esplodere.

"Però non gli ho chiesto scusa," dissi, e sentii la mia bocca tirarsi in un sorriso. "M'ha detto chiedime scusa per sabato o te gonfio, e io gli ho detto fottiti."

"Sei un grande!" urlò Aureliano, e continuò a ripeterlo diverse volte, a pieni polmoni. Stavolta il cellulare dovetti tenerlo a un buon palmo dall'orecchio. "Come Sarah Connor in faccia al T-1000, porcoddue!"

Decisi di tacere il fatto che, invece di ringhiare quella parola a muso duro davanti al nemico, come l'eroina di Terminator 2, l'avevo sussurrata tenendo gli occhi a terra. Non aveva importanza, valeva lo stesso.

"Grazie, Aurelia'," ridacchiai. "Adesso calmati, dai."

"Sì, mi calmo, mi calmo," rispose lui, ansimando. "Comunque, grandissimo Davide. Daje, mancano solo quattro giorni di scuola ormai, poi daremo inizio ai preparativi per la guerra, e l'anno prossimo non resterà vivo un solo coatto di merda alla Achille Mauri! Holy war!"

Risi di gusto alle sue esagerazioni. Mi sentivo orgoglioso come un pugile che si rialza alla quindicesima ripresa, dopo che tutti hanno scommesso sul suo avversario; ma non era aver detto a Spadoni di fottersi la parte migliore.

La parte migliore era che, ancora dolorante per il pugno ricevuto e intento e raccattare i pezzi di penne e matite rotte, avevo pensato che, di quello che era appena successo, me ne importava molto meno che se fosse accaduto la settimana precedente. Avevo pensato alla ricreazione appena terminata, a Casey che mi aveva baciato e Federico e Aureliano che avevano fatto le loro solite scene da cretini, a Sandro e ai compagni di classe di Casey che mi avevano salutato e con i quali avevamo parlato della festa, di Bloody Mary e della vomitata di Gandini; avevo pensato a come, solo pochi giorni prima, ero convinto che ogni singola persona in quella scuola, a parte Federico, mi considerasse un appestato, da ignorare nel migliore dei casi, umiliare nel peggiore.

Avevo pensato che avrei rivisto tutte quelle persone all'uscita di scuola, e che presto avrei avuto un'estate intera per divertirmi con loro — e anche per giocare un bel po' alla Playstation da solo, cosa che mi ero ampiamente meritato, grazie tante!

Dopo la ricreazione, Casey aveva contribuito a tenere alto il mio umore, mandandomi una lunga serie di messaggi whatsapp, che avevo letto di straforo durante le lezioni. Avevo risposto a tutti i suoi testi, cuori, stelle, baci e gattini, con lo stomaco caldo e formicolante al pensiero di Casey che li riceveva e sorrideva e si scostava i capelli dal viso prima di mandarne altri; finché, al penultimo cambio di ora, non mi era arrivato questo perentorio messaggio: Sono Valeria. Ho requisito il cellulare a C. prima che si fa beccare dalla prof. Glielo ridò all'ultima ora. Fate pausa smancerie. Ciao.

Valeria era proprio il tipo di persona che avrebbe usato il polso fermo per salvare la sua compagna di banco da una nota sul registro. Lo scambio di messaggi era ricominciato regolarmente dopo l'ultima campanella.

"Daje Aurelia'. Ci vediamo domani a scuola, allora?" chiesi.

"Domani? Aspe', non mi dirai che vuoi studiare questo pomeriggio?"

"Beh, veramente no."

"Ecco, bravo. Ho sentito er Pigna dire che c'hai la Playstation e l'ultimo GTA."

"È vero..."

"E pensa che quei purciari dei miei si sono sempre rifiutati di comprarmi una console qualsiasi, e devo andare avanti con i giochetti del PC, quelli di mio fratello risalenti alla preistoria!"

"Mi sembra di capire dove vuoi arrivare."

"Ohi, scambio equo! Mica scrocco, io. Ci facciamo una partita a GTA, e io ti porto i cd dei Manowar. Se vuoi ci aggiungo pure Ozzy, Metallica, Helloween, AC/DC..."

"Grazie, ma sai che io di solito la musica la metto su Youtube."

"Perché sei giovane e inesperto e non sai che la vera musica si sente su cd."

"Ok..."

"Ma, per cominciare, posso farti sentire qualche gruppo da paura su Youtube, così poi mi dici quali cd vuoi che ti copio."

"Di quelli che hai detto prima, ho sentito solo un paio di pezzi dei Metallica."

"E scommetto che uno è Nothing Else Matters. Non preoccuparti Davide, ti salverò io dal falso metal."

"Sei un vero benefattore. Vieni da me alle quattro?"

"Vengo da te alle quattro. Bella!"

"Bella."

Chiusi la chiamata. Whatsapp mi segnalò l'arrivo di una nuova ondata di gattini pucciosi da parte di Casey. Risposi con una combinazione di baci e cuoricini multicolori (non per vantarmi, ma ero diventato ormai piuttosto bravo in questa faccenda dello "stare insieme"). Feci ripartire i Manowar su Youtube e subito cominciai a muovere la testa a ritmo.

Fuori dalla finestra aperta, il cielo era limpido e il vento sottile portava l'odore di asfalto caldo, alberi ed erba tagliata: il profumo familiare dell'estate in città.

Avevo ancora tredici anni, tredici brufolosi imbranati puzzolenti schifosi sfigatissimi anni.

Ma ero sicuro di poter resistere fino ai quattordici.


Halesowen

31 gennaio - 2 marzo 2017

Grazie Tippi.

BrufolazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora