♣️Capitolo 5♠️

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Vedevo il mio riflesso nello specchio mentre mi lavavo i denti, non riuscivo a capire perché papà mi ripetesse in continuazione che ero bella, davanti a me vedevo solo una ragazzina abbastanza pallida, leggermente scarna (non troppo per mia fortuna) e con i capelli corti color castano scuro. Quindi non parliamo di nulla di eccezionale insomma, nessuno di eccezionale, nemmeno di carattere ero una gran cosa dato che in genere tendevo a parlare molto poco ed era una cosa che risaltava parecchio, Berta a volte tendeva a rimproverarmelo dicendo che se non fossi diventata un po' più estroversa (anche se onestamente sono dell'opinione che siano due cose diverse) non sarei riuscita a farmi capire dalla persone. Pensandoci bene era il motivo principale del perché faticavo a farmi comprendere da queste ultime, ma non puoi prendere un bambino di un anno e metterlo con i piedi sul pavimento sperando che cammini, era solo questione di andare a piccoli passi. Alla fine c'era chi si arrendeva ed arrivava alla conclusione che era appunto solo una questione di crescita e che alla fine sarebbe passata o migliorata proprio con l'età.
Papà entrò nel bagno avvicinandosi e dandomi un bacio casto sulla testa «Pronta per andare a letto?» chiese, io annuii (ho già fatto un lungo monologo dove dico che non parlo molto vero?) mi sorrise «Strana la signorina White vero?» mi domandò sedendosi sul bordo della vasca dietro di me «Sì molto.» risposi.
«È una bella donna, ma c'è qualcosa in lei che non mi convince.» disse «Tu che dici?»
«La penso come te.» risposi, papà tirò un sospiro «Tanto è solo questione di qualche giorno, il tempo di prendere una boccata d'aria, poi andremmo via.» disse «In ogni caso questa città non è male devo dire, per quel poco che abbiamo potuto vedere.»
«No affatto.» risposi, papà sorrise
«E pensare che alla tua età anche io parlavo pochissimo, forse addirittura meno di te, e ancora mi chiedo come faccio ad essere quì.» si grattò il capo quasi pensieroso «Forse non servono solo le parole per andare lontano nella vita.» dissi «Inconsciamente sappiamo che le azioni contano di più.»
Quella frase mi uscì totalmente di getto; per un attimo ebbi il dubbio di non essere stata io a parlare e quasi quasi anche lui. Notai che aveva iniziato a guardare il vuoto «Sì, probabilmente hai ragione.» disse, poi si riprese e si alzò in piedi. Si avvicinò e mi carezzò i capelli «Parli poco ma quando finalmente apri bocca sul serio sei un fiume di poesia.» mi diede un bacio sulla guancia «Buonanotte Dorothy.»
«Buonanotte papà.»
Uscì dal bagno chiudendo la porta, ero di nuovo sola con i miei pensieri. Ripensavo a quello che aveva detto e al fatto che solo lui poteva farmi complimenti del genere, non ero sicura di meritarmelo ma alla fine lo aveva detto lui quindi per questa volta non ci feci caso.
Posai lo spazzolino nel bicchiere dove stava prima e allo stesso tempo sentii un brivido percorrermi per tutta la schiena, così a caso, mi guardai attorno perché mi era sembrato di sentire qualcosa. Ripensai a quella cosa che ci aveva inseguiti mentre eravamo in viaggio per venire all'hotel e di colpo la mia calma vacillò pericolosamente. "E se ci avesse seguiti?" magari in quel preciso istante mi stava osservando, magari stava osservando papà mentre era a letto. Stavo cercando di valutare se fosse stato il caso di avvertirlo o meno di questo mio presentimento; così giusto per stare leggermente in allerta. Poi però pensai che comunque non poteva entrare in un posto blindato e inoltre tutte le nostre finestre erano chiuse, se avesse voluto entrare sarebbe stato costretto a sfondarle e noi lo avremmo di conseguenza sentito arrivare. Mi stavo facendo i peggiori film mentali in quel momento, la stessa finestra del bagno aveva anche delle sbarre quindi a maggior ragione non c'era nessun motivo di preoccuparsi.
Giusto?
Cercai di convincere me stessa che erano tutte inutili paranoie, mi sciacquai la faccia e feci subito il cambio di stanza, che aveva assunto un colore bluastro ed era illuminata dalla luna. Papà dormiva nel letto accanto al mio e probabilmente era crollato quasi subito dopo essersi poggiato, dopo tutto quello che avevamo passato quel giorno era normale. Mi misi sotto le coperte cercando di scacciare dalla mia mente l'immagine di quella cosa scheletrica dalla indubbia inumanità, alquanto complicato dato che era stato quasi come un trauma, insomma avevo il suo viso a qualche centimetro dal mio fino a qualche ora prima...
Ed era stata una cosa alquanto disturbante.

Captain Maggot e la Stirpe della Piuma (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora