Prima della Verità

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<<Tu e Francesca siete gemelli.>> scoppia a ridere, pieno di gioia. Mi alzo, con lo sguardo abbassato, e mi avvicino a mio padre. Poi lo guardo ferocemente investendolo di odio. Smette di ridere.

<<Lei.>> dico rigido, allungando un indice verso Frncesca. <<Non è mia sorella.>> continuo. Christine, Jasper, Erik e Chiara, che ancora sono in terra al cospetto di mio padre, hanno gli occhi alzati, agghiacciati e increduli. <<Lei non lo è.>> aggiungo. <<E' impossibile.>> continuo. <<Oh, e invece lo è!>> mi risponde mio padre spingendomi in dietro, con lo sguardo adirato tanto quanto il mio. <<Lei è tua sorella.>> serpeggia la sua bocca. E le sue parole riecheggiano piano nella mia mente, con ritmo e frequenza, distruggendomi. <<No.>> dico scuotendo piano la testa, la voce mi tradisce lasciando trasparire una nota di debolezza. Gli occhi già pesanti di agonia.

<<Il Gran Giorno è imminente, Matteo.>> dice rilassando il viso. <<"I Prescelti devono aver peccato per poter assolvere al loro compito.">> mormora a mo di filastrocca, come stesse riportando a voce cose scritte. Vengo investito dalla verità, è spiazzante. Sale dalle viscere, quelle più profonde, come un orgasmo amaro. Orgasmo che porta il piacere della liberazione e l'acidità della scoperta. <<E' per questo!>> grido esterrefatto, sul punto di crollare. Lui mi zittisce. <<Ho sbagliato tutto.>> mormora subito dopo, impazzito. Poi corre ad appoggiare il libro sul tavolino, lo apre frettoloso ripetendo tra se e se "ho sbagliato tutto". <<Serve un peccato, sì. Uno che vada contro alla loro lurida Chiesa.>> farfuglia tra se e se finché non alza gli occhi e li punta su di me. <<E sai cosa loro, bastardi, proprio non tollerano? L'omosessualità.>> ridacchia. <<Infatti le istruzioni comandavano che il peccato in questione doveva essere quello dell'omosessualità.>> continua. <<E' per questo che volevate che io e Francesca diventassimo... .>> mormoro devastato. <<Siete pazzi. Sei pazzo.>> esclamo con forza, anche se ciò che esce dalla mia bocca è un insieme disordinato e confusionario di deboli lamenti. <<Ma io e mio fratello sapevamo che c'erano altri mezzi.>> riprende mio padre, misterioso. << Dovevamo fidarci delle parole di quel disperato.>> aggiunge. "Quale disperato? Cosa sta dicendo?"grida violenta la voce nella mia testa. <<Sì, ci aveva avvertiti che secoli fa il peccato commesso dai Prescelti doveva essere quello dell'incesto! Oh Matteo ci sono tante cose che tu e Francesca dovete scoprire, è arrivato il momento.>> esclama emozionato.

Lo lascio perdere, seduto sul divano a sfogliare il libro nero. Mi concentro su Francesca. Stesa, inerme, silenziosa. "Quando si sveglierà?" Basta uno sguardo, uno solo, e ogni carezza, ogni battito di cuore e sorriso, tutto mi torna contro come uno schiaffo violento. E fa male. "Non può, lei non può essere mia sorella." ripeto nella mia testa, senza sosta. Mi inginocchio accanto di lei, come stessi inciampando, come non vedessi l'ora di far scontrare le mie ginocchia a questo maledetto pavimento di pregiate piastrelle. Chiara e gli altri si tirano su a sedere, attorno a noi due. "Tu non sei mia sorella." le sussurro, anche se solo nella mente. "E io non sono tuo fratello." aggiungo, a mo di promessa. "Mi sono macchiato così tante volte la bocca della parola -peccato- senza sapere quale fosse il suo vero significato. Credevo che amare fosse un peccato. E quando ho capito che non funziona così, ecco che scopro che amarti è un vero peccato. Addirittura un incesto." debolmente sussurro all'ombra dei miei pensieri. "E per giunta si tratta dell'elemento decisivo. La soluzione finale. Io e te, ciò che proviamo. Questo è ciò che permetterà a mio zio e a mio padre di realizzare i loro piani, anche se ancora non so quali essi siano." continuo, mentre vere lacrime trafiggono i miei occhi, stanchi e bisognosi di sonno, di pace, di luce. Ma non c'è luce senza Francesca. Mi porto una mano a coprire la bocca, automaticamente, involontariamente. E lascio che le lacrime cadano, una dietro l'altra. Non serve, non mi svuotano. Mi uccidono e basta, inesorabili. Proprio come inesorabile tutto si sta compiendo. Il nostro destino, i loro piani studiati da chissà quanto. Ogni cosa gioca a nostro sfavore. E l'unica cosa che ci permetteva di continuare a lottare, ora anche quella è messa in discussione. Cosa resta? E' la fine. Se la mia vita per loro è così necessaria, indispensabile, se io sono un prescelto... .Allora non sarebbe più facile morire? Impedirei a mio padre di raggiungere il scopo, e smetterei di soffrire. Per un peccato. Per un qualcosa di così impossibile. Ne ho assaporato la dolcezza, non voglio anche l'amaro. Non lo voglio, ne ho abbastanza. Così, sopra al pavimento che è preda di forti scossoni, e sotto alle grida di terrore dei miei amici, allungo la mano verso la sua spalla e, proprio mentre lei riapre gli occhi, la accarezzo dolcemente, fino ad arrivare alle dita, facendo scivolare la mia mano sulla sua pelle delicata. Un secondo dopo il mio corpo trema in preda a convulsioni e la mia testa sprofonda indietro, la mia schiena incontra il pavimento, che sembra tremare insieme a me. <<Matteo!>> grida Francesca buttandosi su di me ormai sveglia. <<Perché lo hai fatto?>> continua. Mi sforzo per tenere gli occhi aperti. <<Non voglio esistere se non posso averti.>> sussurro con determinazione, con semplicità. Non vi è menzogna nelle mie parole, ne vi è vittimismo. C'è solo amore. Un amore nato, deciso dalle stelle, e poi ferito a morte, colpito a sassate in testa, tagliato da lame nel corpo. Massacrato. Il nostro amore piange. <<Andate via.>> mormoro con voce tremante. <<Prendi il siero di Erik e curati. Io resterò qui, mi sveglierò, e se dovrò morire morirò.>> aggiungo mentre un'altra lacrime sfugge dal mio controllo. <<Cosa stai dicendo!?>> interviene Christine, mentre mio padre, gridando a squarcia gola sta chiamando delle guardie. <<No! Devi venire con noi!>> aggiunge, con una determinazione che va oltre all'affetto. <<Matteo, ti prego.>> mi stringe Francesca, posandomi un bacio sulla guancia destra. Ma io svengo, con la sensazione di una puntura sul braccio.

STORIA DI UN PECCATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora