Un mondo dove il nostro amore non può esistere

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Francesca mi guarda silenziosa mentre ogni piccola parte del suo corpo trema. Le sue labbra sono in balia alla stretta dei suoi denti, tagliente e violenta. I suoi occhi sono spalancati, tenuti aperti da una forza inspiegabile, che punta a dilatare sempre di più quegli specchi di cielo. Si alza piano, senza distogliere il suo sguardo da me. Mentre io continuo a non avere la forza neppure per mettermi in piedi o respirare. Francesca allunga un indice verso di me, tremando nervosamente. Si rivolge con lo sguardo a mio padre, e subito dopo ritorna sul mio volto, e poi di nuovo su quello di mio padre. <<Non capisco.>> mormora in un basso scoppiettio di preoccupazione. <<I Prescelti tramandatori, dopo Azula, sono sempre stati tutti figli unici. E Lucifero ha detto, che dopo Azula, i primi figli di Prescelti tramandatori che sarebbero nati gemelli sarebbero stati gli ultimi Sommi Prescelti.>> dice velocemente Francesca. <<Io e Matteo non siamo gemelli, non siamo nemmeno fratelli. >> esclama guardando mio padre, nella speranza che lui non smentisca le sue parole. <<Noi due non siamo Sommi Prescelti, o come cavolo si dice, siamo dei Prescelti Tramandatori, al massimo.>> continua sicura di se stessa.

Cala il silenzio. Mio padre la guarda, dispiaciuto, mentre io la squadro, la invado col mio sguardo e la stringo forte, la bacio e la accarezzo, nella terribile consapevolezza che quando lei saprà che noi due siamo fratelli, sarà ufficiale il fatto che non potremo mai e poi mai stare insieme. La vista mi si appanna e lo stomaco mi si strizza, mi sento come l'innocente vittima sacrificale di un rito pagano, mi sento la marionetta del destino, non ho forbici per tagliare quei fili che mi fanno ballare sotto il loro controllo, a loro volere e piacimento.

<<Deve essere così.>> dice seria, abbassando l'indice e facendo un passo verso mio padre. <<I primi Sommi Prescelti sono nati nel seicentosessantasei dopo Cristo, i secondi, Edward ed Azula, seicentosessantasei anni dopo, e quindi nel mille e trecentotrentadue, per l'esattezza.>> spiega cercando di convincere tutti che lei ha ragione, che io e lei non possiamo essere i Sommi Prescelti, che io e lei non possiamo essere fratelli. La vocina nella mia testa sta lacrimando, vorrebbe che Francesca avesse ragione. <<Non capisco a che punto vuoi arrivare.>> taglia corto mio padre. <<Mi stai spiegando la storia dei Sommi Prescelti? Perchè credo di saperla meglio io di te.>> continua voltandosi di spalle. <<Dopo Edward ed Azula, seicentosessantasei anni dopo, nel millenovecentonovantotto, c'è stato un'altro Sommo Prescelto, Victor, come dimenticarlo. Era mio padre.>> scherza. "Mio nonno era un Sommo Prescelto." penso nauseato. <<E' morto, fallendo come i suoi predecesori.>>aggiunge inquietandomi. <<Appunto!>> esclama felice Francesca. <<L'ultimo sommo prescelto c'è stato diciotto anni fa. Il prossimo Sommo Prescelto dovrà nascere tra sei secoli! Funzionano così le cose.>> continua. Mio padre si gira di scatto, e con risolutezza si mette faccia a faccia con Francesca. <<Lucifero ha detto che i primi figli di Prescelto tramandatore che nasceranno gemelli, quelli saranno gli Ultimi Sommi Prescelti.>> mormora con delicatezza. <<Non è Il nostro caso!>> grida Francesca. <<Perchè nessuno lo capisce!?>> domanda adirata guardando verso me. Ogni secondo che passa la mia pelle suda sempre di più, e l'agitazione si espande dal mio corpo come un vapore nell'aria, caricandola di anidride carbonica. <<E' il tuo caso, Francesca.>> mormora mio padre abbassando leggermente lo sguardo. <<Io sono il Prescelto Tramandatore, figlio unico, singolo erede dei Neristi, discendente di Azula, sono io. Sono io, quello che generò nel millenovecentonovantanove, diciassette anni fa, due gemelli. Voi.>> dice spiazzando Francesca. Il sussulto che ha appena alterato la sua regolare frequenza cardiaca è stato talmente potente e assordante che io stesso sono riuscito a percepirlo. Sopra di noi si è appena scatenata una pioggia di fulmini viola.

Francesca è immobile, vorrebbe negare le parole di mio padre, ma non sa più come fare. <<No.>> mormora piano piano fra se e se. <<Matteo lo sapeva.>> aggiunge mio padre. Francesca arretra drasticamente, come spintonata dalla rivelazione, poi si blocca. La sua pelle si riempie di chiazze rosse. Christine si fa avanti per farle coraggio, ma non appena la sua mano sfiora Francesca, questa ha un forte sussulto che la fa sobbalzare via. <<Tu lo sapevi.>> mi dice sotto voce, mentre una lacrima le scivola sulla guancia sinistra. Cerco l'ultima riserva di energia dentro di me, e mi tiro su. <<No, Francesca, ti prego.>> mormoro agitatamente mentre lotto col divano per alzarmi. Quando riesco allungo un braccio verso di lei, ma lei arretra di nuovo. <<No.>> esclama chiudendo gli occhi, sprigionando così altre lacrime. Prende un respiro. <<Da quando lo sapevi?>> sussurra riaprendo gli occhi, con un filo di voce, martoriata dal dolore. Io faccio per rispondere ma lei alza una mano, per zittirmi. <<Non lo voglio sapere.>> dice sofferente in preda al dolore e all'acido nelle sue vene. Cerco di avvicinarla alle mie braccia, con il cuore frantumato, vederla piangere mi uccide, mi devasta, più di tutto il resto. <<Non mi toccare!>> grida, anche se la sua voce è troppo debole adesso per generare un vero e proprio rumore. Il mio corpo si congela, immobile, a causa di quelle parole."Non vuole che io la tocchi." realizzo mentre tutte le travi si spezzano, tutta la cenere già carbonizzata ritorna a bruciare violentemente, mentre piove, mentre tutto è una bufera di dolore, mentre tutto è tagliente. Tagliente come la lacrima che mi sta rigando la guancia. Francesca respira di nuovo, simulando in quel respiro il rumore del suo pianto. "Io, che non ho fatto neppure in tempo a strapparle un bacio dalle labbra, ora non posso toccarla." <<Ho sopportato di vederti a letto con un'altra.>> dice lentamente, aprendo gli occhi. La sua voce tradisce tutte le sue emozioni per poi spararmele in faccia come proiettili ustionanti. <<Non ti ho chiesto il motivo per cui l'hai fatto, non ti ho rimproverato, non ce n'è stato neppure il tempo. Tutto questo perché ti amo troppo, tutto questo perché credevo di avere la risposta al tuo comportamento già nella mia mente. E forse è così. Ma questa cosa non ha un senso, noi non lo abbiamo. Non possiamo averlo.>> piange, anche se la sua voce, sotto al suo controllo, scivola nell'aria, diretta ed assassina, con il preciso compito di soffocare la nostra relazione. Perché in fondo è la cosa giusta. Siamo fratelli, il nostro peccato determinerà il successo dei Neristi. Ma a me di questo poco importa. Possa morire l'intero universo. Lo stesso mondo possa bruciare, e il sole scomparire. Preferisco vivere in eterno nell'angolo più asfissiante di una cameretta chiusa a chiave e buia, purché ci sia Francesca con me, purché il nostro amore sia legittimo e possibile. <<Deve finire tutto questo, Matteo.>> piange devastata, consapevole di quanto lei non lo desideri. Tira su con il naso ed espira, stanca e triste. Si avvicina tremando e piangendo a me, che sono immobile e freddo. Flemmatica e dolce come una filastrocca sussurrata nel tepore di una notte di estate, si avvicina alla mia guancia destra. Sulla quale posa il bacio più intenso della mia vita, e allo stesso tempo quello più pesante, più terribile e soffocante. I miei occhi continuano a far piovere lacrime mentre lei si allontana strizzando i suoi, nel tentativo di contenere l'ondata di dolore che le sta distruggendo il corpo e l'anima. Arretra senza dire niente. Si incammina verso la porta che sta alla sinistra del tavolino da bar vicino all'ingresso, accennando uno sguardo a Christin, Jasper, Erik e Chiara. Quando lei sparisce oltre alla porta io sprofondo di nuovo, accasciandomi sul divano. Jasper ed Erik si precipitano accanto a me.

STORIA DI UN PECCATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora