Never let me go.

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È da un'ora che aspetto mio padre e il ticchetio del orologio non fa altro che irritarmi.
Mi guardo intorno e vedo che niente è cambiato qui dentro, le mura sono bianche e in esse ci sono dei quadri privi di significato appesi qua e là. Le grande finestre che ci sono fanno vedere il solito traffico che regna in New York e le persone che camminano qua e là come delle piccole formiche.
Sento la porta dietro di me aprirsi, mi giro e vedo Sandy, la segretaria di papà, e William che ridono per una battuta che la donna ha detto.
William è il vice di mio padre, è l'uomo più giovane che lavora in questa azienda. Lui ha 25 anni, è stato vicino a me e a papà quando mia madre morì per un'incidente stradale sette anni fa. Allora lo consideravo solo un buon amico su cui contare, ma con il passare degli anni mi sono innamorata di lui.
I due si avvicinano verso di me e Sandy prende per mano Will. Mi viene un colpo al cuore. Cosa significa?
"Faith cara, tuo padre ha detto che non ce la fa a finire in tempo. La riunione con i giapponesi durerà ancora qualche ora, devi andare da sola da tua nonna."
Annuisco e guardo Will cercando di comunicargli con lo sguardo cosa significa questa situazione.
"Piccola mi lasceresti da solo con Faith? Dobbiamo parlare di alcune cose"
Sandy acconsente e senza voglia si allontana lasciandoci da soli.
"Che fine ha fatto Morgan?" domando cercando di nascondere la mia gelosia.
"Matrimonio" risponde lui sbuffando.
Capisco subito cosa vuol dire. Morgan è là terza o quarta donna che desidera sposarsi con William, ma ogni volta che a lui viene proposto questo importante passo per il futuro si allontana subito.
"Chiamami quando finisci da tua nonna che ti accompagno a casa"
"Non preoccuparti. Posso tornare a casa da sola, tu divertiti con Sandy"
Mi avvicino al tavolino su cui ci sono alcune riviste e prendo la mia borsa.
"Che ti prende?"
"Niente Will, ci vediamo. Ciao."
Muovo i piedi verso l'ascensore ed entro su di esso senza voltarmi indietro.

Il viaggio per andare da mia nonna mi sembra più lungo del solito, alcune lacrime mi scendono lungo la mia guancia e il tassista mi guarda preoccupato dallo specchietto.
Dovrei essere abituata a vedere William con una delle sue conquiste, ma fa sempre male perché ogni volta mi sembra più irraggiungibile ,soprattutto perché lui mi vede ancora come la ragazzina di 15 anni anche se tra meno di un mese ne compiero 19.
La macchina gialla si ferma e scendo dopo aver pagato la corsa. Mi avvio verso la porta e ad accogliermi c'è Esperanza, la migliore amica della nonna.

La cena va meglio di come me l'aspettavo, nonna Agata ed Esperanza mi raccontano della loro adolescenza, delle feste e dei ragazzi che avevano frequentato.
"E tu piccolina? C'è qualche ragazzino che ti fa il filo?"
"N-no!" esclamo. Sono sicura di essere diventata rossa come un peperone.
"È tardi, devo andare ora. È stato bello rivederti Esperanza!"
Prendo la giacca e la nonna mi accompagna alla porta per salutarmi.

Per tornare a casa prendo la metro, mi piace camminare la sera tardi quando l'aria sembra meno inquinata e la gente ti ignora perché pensa solo a divertirsi.
Arrivo davanti a casa e vedo che le luci sono accese, a quanto pare mio padre si è degnato di tornare.

Dal suo ufficio sento provenire delle voci. Sarà riuscito a ottenere la firma dei giapponesi e ora festeggia.
Non mi fermo a salutare e vado direttamente a dormire.

Non so che ore sono, ma sento qualcuno entrare e cammina piano. Mi rimbocca le coperte, mi bacia sulla fronte e mi sussurra:
"Fai dei bei sogni angelo mio!"
Aspetto qualche secondo e apro gli occhi per acertarmi se è veramente chi penso che sia.
Riesco a vederlo e quando va via mi sembra di aver fatto uno dei sogni più belli della mia vita.
"Buonanotte Will"

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