Capitolo 11

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Uscendo di casa, avevo deciso di camminare per schiarirmi un po' le idee, ma ora i miei piedi chiedono pietà. Mi guardo intorno in cerca di un taxi o dell'insegna di una metro e le uniche cose che vedo sono alberi, indicazioni stradali e ancora alberi. Perfetto! Sono in mezzo al nulla e non so a chi chiedere aiuto. Normalmente chiamerei William, ma era sconvolto quando l'ho lasciato a casa. Prendo il cellulare e digito il numero di JJ. Squilla, squilla e continua a farlo. Riprovo per tre volte e quando sto per attaccare sento la sua voce impastata di sonno.

"Pronto?"

"Ehm...JJ. Sono io, Faith."

Che mi prende? Perché la mia voce è insicura?

"Principessa...stai bene?" domanda e prima che io risponda, sento un rumore forte e lui impreca. Sorrido immaginando la sua faccia. "Se non sei occupato, verresti a prendermi?"

"Si, dimmi dove sei."

Gli dico che non so dove mi trovo, il mio senso d'orientamento non è mai stato ottimo, lui ride e poi lo informo che mi intravederà facendo la strada verso casa mia.

In meno di dieci minuti, il mio amico mi trova e accosta la sua Jaguar costosa davanti a me. Spegne il motore, scende dall'auto e osservo che ha gli stessi vestiti di ieri ad eccezione degli occhiali da sole che mi impediscono di guardarlo negli occhi.

"Ti sei divertito con Eve?" mi escono le parole senza pensarci. Lui si ferma di colpo e sulle sue labbra spunta un sorriso compiaciuto.

"Eve? Oh no! Dopo che tu e quel deficiente venne siete andati, è corsa fuori dal bagno piangendo. Non me la ricordavo debole."

"Mi dispiace per quello che è successo ieri. Non pensavo che William avrebbe reagito in quel modo." gli porgo le mie scuse avvicinandomi di più a lui e noto che un leggero colorito viola non è nascosto dalle lenti degli occhiali. Lui vede il mio sguardo e si toglie le Calvin Klain mostrandomi i suoi occhi che si formano in due fessure a causa del sole.

Le mie dita si posano sul suo volto , lo accarezzo e mi sorprendo del mio gesto. Anche lui lo sembra, ma cambia subito espressione.

"Dimmi che questo colpo è servito al vecchietto per dichiararsi a te."

Sbuffo e gli racconto com'è andata la mia di serata. Nel frattempo saliamo in auto e senza accorgermene ci troviamo nel parcheggio di casa sua.

"Mi faccio una doccia e mi cambio, così andiamo dove vuoi tu." mi informa sorridendo.

Mentre aspetto JJ, mi aggiro nel suo appartamento senza invadere troppo la sua privacy. Dietro ad una serie di foto sue, intravedo l'immagine di lui da bambino e di una bimba. Lei è famigliare, i suoi capelli ricci fanno rifiorire alcuni ricordi. April, l'amica d'infanzia di JJ. Sono così piccoli e innocenti, lo sguardo di lei è rivolto su di lui. Forse sono stupida a pensarlo, ma sembra innamorata. Chiunque direbbe che un bambino non può essere in grado di provare quei tipi di sentimenti, ma il loro amore è puro confronto a quello inquinato degli altri.

"A cos'è che pensi intensamente?" 

Sento la voce di JJ dietro di me facendomi sussultare. Metto la cornice al suo posto e mi giro verso di lui.

"Scemenze...dove andiamo?"

"Potremmo improvvisare." dice prendendo la mia mano e uscendo nel sole raggiante della città.

Trascorriamo la giornata ridendo e spacciandoci come turisti, abbiamo parlato e scoperto lati di uno e dell'altro che non conoscevamo.

JJ mi ha raccontato che i suoi genitori hanno divorziato quando lui aveva solo due anni, è cresciuto viaggiando da una casa all'altra come un pacco postale. Questo fattore e tanti altri hanno fatto di lui quello che è oggi. Sembrava tranquillo quando lo diceva, ma sono sicura che in fondo nel suo cuore c'è tanta rabbia e ferite dalle quali scappa combinando cazzate in continuazione.

"Siamo arrivati, principessa." annuncia quando accosta davanti a casa mia. Non so perché, ma il mio corpo non vuole muoversi. Rimango sul sedile a guardare il buio che circonda la grande casa. Chissà se Will è lì dentro, dovrei affrontarlo. Una fitta di dolore mi attraversa pensando che Sandy potrebbe essere insieme a lui e che tutte le cose che mi ha detto prima siano sparite con un soffio di vento.
Una piccola parte di me spera tanto che Will abbia riflettuto e che sia arrivato ad una conclusione.

"Vuoi che venga con te?" domanda JJ interrompendo i miei pensieri.

Lo guardo e muovo la testa con un piccolo sorriso, a volte sa essere premuroso.

"Grazie per la bella giornata." gli dico avvicinandomi a lui per dargli un bacio sulla guancia. Lui rimane fermo, guarda davanti a sé ed io scendo.

Come previsto la grande dimora degli Hamilton è deserta. Vado nel salotto e prendo una coperta, mi sdraio sul divano cercando di pensare a tutto tranne che a Will. Ma la mia mente e il mio cuore sono così abituati alla sua presenza nel mio essere che è difficile nasconderlo dietro ad cumulo di sciocchezze.
Chissà dove sarà in questo momento...spero che non sia con lei. Vorrei averlo qui e stringermi a lui ispirando il suo profumo fresco. Qualche anno fa dopo la morte di mia madre, avevo iniziato ad avere degli incubi. Io che non riuscivo a salvarla, avevo tra le braccia il suo corpo freddo e sporco di sangue. I suoi occhi aperti fissavano un punto impreciso senza la solita luce che c'erano in essi quando mi guardava.
Mio padre e mia nonna erano preoccupati, non riuscivano a fare niente, ma un giorno Will si era sdraiato vicino a me e mi aveva cullata. Mi sentivo protetta, sentivo che quelle brutte scene non sarebbero più riapparse. Ora però ho il terrore che ritornino perché una domanda galleggia nella mia mente prima di addormentarmi: lui tornerà da me?

Ciao bellissime! Scusate per l'attesa!! Non é un granché come capitolo, ma spero che vi piaccia. Ho letto tutti i vostri commenti del capitolo precedente e ci sono molte di voi che preferiscono Will a JJ :) Sono contenta che la mia storia vi stia coinvolgendo molto! Pubblicherò appena posso, voi continuate a votare e commentare ;)
~Mar.

Never let me go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora