ELENA'S POV
Non sono una che ci mette troppo a vestirsi o a scegliere come vestirsi, perciò alle 18 mi ritrovo pronta già da venti minuti, devo trovarmi con Mike esattamente fra dieci minuti e mi vergogno ad ammettere che ho passato tutta la giornata a scuola pensando a questo momento, insomma io non.. sono mai uscita con un ragazzo, nemmeno in occasioni informali come questa, certo mi è capitato di uscire con un gruppo in cui c'erano anche dei ragazzi, ma mai sola con uno di loro e soprattutto non sono mai uscita con un ragazzo a cui piacessero le mostre d'arte.
Ho deciso di indossare un maglioncino verde pino e dei jeans scuri, lego i capelli in una treccia laterale prima di uscire e decido di indossare un po' di fard e di mascara solo per questa occasione, subito dopo infilo le scarpe, recupero la mia borsa rigorosamente etnica e scappo fuori.
Mi paralizzo
Mike è già lì fuori ad aspettarmi, ha addosso un cappotto grigio di feltro e dei pantaloni verde scuro, il suo solito ciuffo ribelle è accuratamente piegato e pettinato ed intravedo una camicia nera sotto al cappotto, credo sia bello...forse l'unico di cui io abbia ammirato la bellezza e la compostezza d'animo, così freddo e bollente allo stesso tempo.
Prendo un respiro profondo, sistemo la spallina della borsa ed esco dalle porte girevoli dell'hotel; il suo sguardo prima interessato al marciapiede si sposta ora nei miei occhi allungati dal mascara
<< Elena >> dice piano sorridendo
Gli sorrido anche io piegandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio
<< Ciao >> rispondo << Scusami, è da molto che aspetti ?>>
Lui scrolla la testa senza smettere di guardarmi ed io prego dentro di me di non arrossire
<< Neanche 5 minuti >>
Fiuu perfetto...
<< Vogliamo andare ?>> chiede lui indicando la strada con il palmo aperto
Io annuisco e mi avvio seguita a ruota dal suo passo imponente
Per strada è lui a rompere il ghiaccio e parliamo di qualsiasi cosa, delle lezioni, dei professori e della vita prima di Amici, scopro che è figlio unico e che ha un gatto che adora, più specificatamente è il primo gatto che lui abbia mai amato, è allergico alle mandorle e ai semi di lino ma entrambi ridiamo su questo ultimo aspetto perché è abbastanza assurdo ed impopolare (come dice lui) essere allergici ai semi di lino , io gli racconto dei miei provini, del mio sogno di ballare a teatro, della mia prima esibizione all'età di otto anni con un'orrendo Tutù violaceo e della mia passione per la lavanda
Lui mi racconta del campo immenso di lavanda presente nel suo paese e promette di farsi mandare una foto dalla madre per mostrarmelo
Camminando così senza pensare ci ritroviamo davanti ad una struttura abbastanza vecchiotta, lui si blocca e alza la testa per leggere l'insegna
<< Cazzo >> esclama ridendo
<< Che diavolo c'è?>> chiedo
Lui mi guarda e mi afferra un polso correndo attraverso l'entrata
<< Michele! Ma che diavolo...? >>
Quando siamo nell'atrio lui scorge quella che credo sia una segreteria
<< Aspetta qui >> dice tranquillo mollando il mio polso
Fremo alla mancanza di quel contatto, quasi fino a gemere
Lo guardo parlottare con una donna che gli porge due biglietti ai quali lui risponde con una banconota da 50 euro.
Torna verso di me con una tua trionfante e mi porge il mio foglio di carta
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Blue
Fanfiction> la sua voce tremante mi fa sospettare che possa in qualche modo pentirsi di ciò che sta per fare > faccio per andarmene ma la sua mano dipinta da un palma oscura mi frena prima che possa anche solo pensare che in quello che sento non c'è niente d...