Capitolo 1

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Sono in una bellissima spiaggia, le palme a qualche metro da me, una live brezza e il ritmico rumore delle onde. Inizio a camminare sulla soffice sabbia bianca chiudendo gli occhi e alzando la testa verso l'alto in modo da godermi il sole sul viso.

Sento qualcosa sotto un piede e abbasso lo sguardo trovando un fischietti da bagnino, lo raccolgo e, dopo aver osservato per un po' il piccolo oggetto arancione decido di soffiarci dentro. Il fischio acuto che ne fuoriesce fende il silenzio. Un delfino, attirato dal suono, si avvicina alla spiaggia e anch'io mi muovo andandogli incontro. Le onde stanno per lambirmi i piedi e un'improvvisa ondata di gelo mi investe.

<<Christian!! Maledetto!! Io ti ammazzo!>> urlo svegliandomi di colpo nella mia camera. Mio fratello è sulla soglia, una bacinella ancora bagnata ai suoi piedi, appoggiato allo stipite della porta per non cadere a terra mentre si tiene la pancia dal ridere. <<Corri>> gli ringhio mentre scosto le mie, ormai fradicie, coperte viola. <<Oh cavolo!>> esclama smettendo immediatamente di ridere.

Si fionda giù dalle scale, con me all'inseguimento, puntando alla cucina dove probabilmente mia madre sta preparando colazione per il primo giorno di scuola. Furbo, il ragazzo!!

<<Non mi scappi stavolta>> minaccio e dopo mi do la spinta dalle scale piombando direttamente sulla sua schiena alla quale mi aggrappo a mo' di koala.

Un peso simile arrivato con la mia tipica delicatezza su qualcun altro si sarebbe sicuramente schiantato a terra (facendo cadere anche me), ma mio fratello è forte e decisamente ben piazzato. Per di più è l'Alpha cosa facilmente traducibile in:" se ci azzuffiamo vince lui. SEMPRE!" infatti tutte le volte che mentre litighiamo passiamo alle mani sono io quella che tutte le volte finisce con la faccia sul tappeto e un ragazzo, che pesa quanto una vacca, sulla schiena.

Tecnicamente anch'io sono un'Alpha, perlomeno: lo sono di stirpe. Il mio lupo è più forte del normale, ma è comunque più debole rispetto a quello di un'Alpha.

<<Che cosa state facendo?! Layla, perché sei fradicia? Non ti sarai dimenticata un'altra volta di svestirti prima di entrare nella doccia?!>> mamma è davanti a noi con le mani sui fianchi, i capelli ricci e corti scompigliati e un'espressione fintamente minacciosa sul volto. Sbuffo scendendo dalla schiena di mio fratello << ma stamattina ce l'avete tutti con me ?! In primis: ciao mamma anche a me fa molto piacere vederti grazie per avermi chiesto come sto !! secondo >> continuo alzando un dito per ogni punto del mio elenco << Stavo semplicemente cercando di strozzare tuo figlio che, si dà il caso, mi abbia appena svegliata lanciandomi addosso direttamente l'oceano antartico e terzo.... Cos'è questo buon odorino che viene dalla cucina ?? Il quarto punto, ovvero perché sono fradicia, lo troverai analizzando il secondo >> finisco con un sorrisino angelico mentre quei due scoppiano a ridere. Mi accorgo che mio fratello non si è ancora del tutto rilassato, probabilmente perché mi conosce abbastanza da sapere che non mi dimentico tanto facilmente di una vendetta.

<<Forza, venite: ho fatto i pancake>>. Mi incammino seguita da mio fratello e quando sento che si rilassa mi giro di scatto dandogli un pugno nello stomaco. Si piega in due lamentandosi, ma io so benissimo che finge solo per darmi la soddisfazione. E effettivamente ora mi sento molto soddisfatta, allora sorrido, gli scompiglio i capelli neri come la pece e mi avvio in cucina saltellando.

<<Questo è il paradiso !!>> Mamma dev'essersi alzata come minimo alle 4 per preparare tutta questa roba! C'è talmente tanto cibo che si potrebbe sfamare un esercito che, più o meno, è quanto mangiamo io, papà e Chris. Mi fiondo a capotavola, rubando il posto agli Alpha di casa e inizio a riempirmi il piatto con pancake, frittelle, muffin, cupcake, uova e bacon.

<<Ma tu sei un cinghiale, non un lupo!!>> ed ecco arrivare mio fratello che rovina la perfezione del momento. Sto per rispondergli a tono, cercando di deglutire la tonnellata di cibo che mi sono già messa in bocca, ma mio padre stronca la discussione sul nascere semplicemente entrando in cucina. Lui è il capo, non si discute.

Mio padre sembra un trentenne nonostante abbia all'incirca trecento anni. Capelli castano chiaro, occhi verdi e un buon fisico a dir poco. Mio padre è ancora giovane all'apparenza; lui e mia mamma formano davvero una bella coppia e, per gli umani, potrebbero veramente passare per una coppia di sposini da film romantico. Lui grande e grosso, il classico capitando della squadre di football al liceo, e lei piccola, amante dei libri con i capelli neri e ricci che la rendono leggermente inquietante agli occhi altrui per l'aria selvaggia che le conferiscono.

Sia io che mio fratello abbiamo ereditato gli occhi verdi di mio padre e il nero dei capelli di mia madre.

<<Ragazzi, non si litig... Ehi! Ma quella è la mia sedia!>> esclama mio padre guardandomi. Mi limito a sporgere il labbro inferiore all'infuori e sgranare gli occhi con un'espressione da cucciolo abbandonato. <<Uff... E va bene Layla, rimani pure lì. Tanto mi sa che nessuno riuscirà più a farti alzare da quella sedia dalla prossima settimana>> sospira mio padre e nel frattempo si appoggia all'isola della cucina salutando la mamma con un bacio. <<La nostra bambina... Tra poco diventerà un'Alpha a tutti gli effetti.>> inizia mia madre con tono malinconico. Non mi prendo nemmeno la briga di smettere di masticare, anzi alzo gli occhi al cielo. Ormai è tutta la settimana che va avanti così: le viene in mente il mio compleanno, diventa malinconica e inizia a raccontare aneddoti della mia infanzia. <<Mi sembra ieri che non potevamo nemmeno farla uscire di casa perché si trasformava in un furibondo cucciolo per ogni piccola cosa.... >> Eccola!! Mentre faccio scorrere gli occhi per la stanza l'orologio a muro cattura la mia attenzione. Per poco non soffoco nel tentativo di avvisare mio fratello che siamo mostruosamente in ritardo. Ingurgito un po' di succo all'arancia per riprendermi mentre volo su per le scale. Mi lavo alla velocità della luce e, con i capelli ancora umidi, mi butto addosso degli short di jeans a vita alta e una maglietta morbida con scritto: "keep out" sia davanti che dietro.

<<Chris! Muoviti non voglio arrivare in ritardo già il primo giorno!>> <<Tanto sei già in ritardo!>> tutte le volte la stessa storia. Io mi preparo, faccio tutto più o meno nei tempi e poi tutti i miei sforzi vengono malamente annullati da quel bradipo paralitico di mio fratello. Da non credere! Ma io ho bisogno di parlare con le mie amiche quindi stavolta non se ne parla proprio di arrivare tardi. Mi muovo silenziosamente verso il garage e salgo sulla mia nuova bimba. Una bellissima Kawasaki Ninja 300 nera. La porto a mano fuori dal garage, ci salgo sopra e, a questo punto, faccio ringhiare il motore in modo che mio fratello lo senta. Infatti si affaccia alla finestra nell'esatto momento in cui io parto sgommando diretta a scuola. Ben gli sta! Scommetto che se per una volta lo faccio andare a piedi domani sarà più svelto a prepararsi. Quando arrivo a scuola tutti si girano a guardarmi. Non ci faccio nemmeno caso, parcheggio la moto e mi giro per cercare la mia amica. Non faccio in tempo perché mi ritrovo una persona attaccata come una cozza mentre mi stritola in un abbraccio. Ricambio di slancio riconoscendo l'odore caramellato della mia dolce amica Zaira. <<Dobbiamo parlare>> diciamo in coro mentre ci stacchiamo. Scoppiamo a ridere e con il sorriso sulle labbra ci incamminiamo a braccetto verso la scuola.


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