Capitolo 10

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Il colpo non arriva. Sbircio timidamente attraverso le braccia che ho involontariamente alzato. Si è portato la mano alla testa e la passa nervoso fra i capelli scuri. Adesso il suo sguardo è ferito, la rabbia ormai segregata in un angolino della sua mente. <<Tu hai paura di me>> la sua è un'affermazione, lacerata da una scintilla di speranza. Spera che io dissenta. Ma non posso farlo, non posso fare altro che tenere la testa bassa e la braccia abbandonate lungo i fianchi. Perché è vero, io ho paura di lui.

Una mano, la sua, mi prende il mento per poi alzarmi la testa. Tremo, non sembra aggressivo, ma del resto, non lo sembrava nemmeno le altre volte. Mi lascia di colpo, come se si fosse scottato a contatto con la mia pelle. Finalmente ho il coraggio di guardarlo negli occhi, mi perdo in quelle sfere di cristallo. Il dolore che le riempie mi lascia senza fiato e, per un attimo, penso che possano rompersi nel tentativo di contenerlo.

Alzo la mano tentando di poggiarla sul suo volto, ma lui si allontana, sconvolto. Non credevo che quella rivelazione l'avrebbe stravolto così, dopotutto, cosa si aspettava? Mi aveva picchiata. Si gira e va via, sempre con quell'aria sconvolta.

Dal vetro della segreteria vedo una bidella che mi guarda, probabilmente ha spiato tutta la scenata da dietro le tendine marroni. Bastarda. La campanella interrompe il flusso dei miei pensieri, tanto stavo solo riversando il mio odio verso la bidella. Poverina, probabilmente anche io avrei fatto la stessa cosa.

Alla fine stamattina non ho fatto niente. È già ora di pranzo e adesso devo assolutamente ricompormi per il raduno con le nuove reclute. Devo sembrare sicura e ferma, ma soprattutto calma. Non ce la farò mai.

Mi stiro la maglia, sistemo i capelli su una spalla, come sono solita fare, e mi avvio all'esterno. Arrivo nel parcheggio e la situazione è più o meno quella che mi aspettavo. Ci sono circa sette ragazze. Riconosco Francesca e la rossa, Zoe, che è ancora attaccata ad Alex, che da parte sua non fa niente per impedirlo. Anzi, è appoggiato alla sua moto e la tiene per i fianchi flirtando spudoratamente. <<Ehy girls! >> ricevo qualche debole saluto in risposta. <<Ancora un attimo di pazienza. Tra qualche secondo dovrebbe arrivare la mia Beta e mio fratello. Mmm... che ne dite di presentarvi nel frattempo?>> ovviamente la mia non è una domanda. <<Cosa dovremo dirti?>> a parlare è stata una ragazza piuttosto minuta con lunghi capelli castani. <<Non saprei>> le sorrido, è evidentemente in soggezione <<Magari potreste dirmi il vostro grado, tanto per iniziare>> la fisso in attesa di una risposta, la sue guance si colorano di rosso nel rendersi conto di essere al centro dell'attenzione. Aspetta per un lungo attimo prima di mormorare <<Omega ospitata>> le parole escono con un grande sforzo, tiene la testa bassa. Dato che è ospitata dal branco di Drake suppongo che non sia ancora riuscita a trasformarsi in lupo. Il nervosismo serpeggia fra loro, come se al posto dell'esile ragazza ci fosse una bestia rabbiosa. Scendo dalla moto con fare rassicurante, le metto dolcemente una mano sotto il mento in un muto invito a guardarmi. <<Una postura fiera è la prima cosa che ogni ragazza dovrebbe possedere... >> <<Evie >> raddrizza le spalle e alza ancora di un poco la testa. <<Ehy Layla. Hai già iniziato?>> tutte le teste si voltano verso Zaira che viene verso di noi con passo deciso, seguita a ruota da mio fratello.

<<Come potrei fare qualcosa senza di te? Dai, muoviti che siamo già in ritardo.>> sbuffando si sistema al mio fianco.

<<Cosa volete che faccia?>> la mia domanda sembra mettere in confusione le ragazze di fronte a me. <<Io voglio imparare a combattere, sono forte un ragazzo se non di più. Esigo rispetto e indipendenza e non posso averle date le mie condizioni attuali>> la dichiarazione di Francesca scatena un coro d'assenso. Annuisco tra me, sembrano determinate e vogliose di mettersi in gioco. <<Io posso addestrarvi, ma dal momento che non fate parte del mio branco posso limitarvi ad insegnarvi le basi del combattimento. Non posso fare di più>> osservo le loro espressioni deluse. <<Non possiamo cambiare branco... >> un bisbiglio timido, purtroppo non riesco ad individuare quale sia la ragazza che ha parlato. Mentre parlo faccio scorrere lo sguardo su tutte loro <<Certo che potete. Alla nostra età c'è un sacco di gente che passa di branco in branco. Si cerca la situazione migliore in cui vivere. La maggior parte delle persone trova la sistemazione ideale solo dopo una cinquantina d'anni. Vi ricordo anche il permesso speciale che posseggono le persone prima di quell'età.>> degli sguardi confusi sono l'unica reazione che ottengo <<Nessuno vi ha mai spiegato del permesso?>> questa volta è Zaira a parlare. <<è uno speciale permesso che permette ai giovani di girare indisturbati tra i diversi branchi. Permette alle persone di scegliere la propria strada, garantisce anche che durante la permanenza presso un Alpha il giovane deve attenersi alle regole e ai comportamenti del branco di cui è ospite come se ne facesse realmente parte.>>

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