Tutti morti, dal primo all'ultimo

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Bene, è arrivato il momento di sfatare un po' di storielle e dirvi la verità. Tanto il mondo è finito e bla bla bla, quindi chi se ne importa se faccio crollare miti e certezze, giusto? Non fa una piega. Allora, iniziamo con il mettere in chiaro una cosa: gli angeli sono maschi. Lo so, vi hanno rifilato la storia che sono esseri divini, quindi né maschi né femmine, bellezze eterne, visi meravigliosi e fasce da miss mondo. Ma la verità è che per lungo tempo sono stati convinti tutti che gli uomini fossero meglio delle donne, perciò non era molto chiaro che utilità potessero avere delle eterne ragazze alate con tanto di spade e tenute militari. Se posso essere sincero, io personalmente avrei preferito una super vestale da urlo a quel muso lungo di Michele. Ma il mio parere non conta molto lassù, ovviamente non ho mai neanche provato a tirare in ballo l’argomento. Comunque, gli angeli sono maschi. E il fatto che siano casti e puri non vanifica la cosa. O meglio, praticamente per la maggior parte di loro la vanifica. Diciamo praticamente tutti. Ma, ecco un’altra intima confessione, io sono il Diavolo. Che tradotto in termini più carini significa che sono l’angelo più luminoso mai esistito, Lucifero. E secondo voi la più grande Tentazione esistente dall’inizio dei tempi è casta e pura? Siete amici di Michele, se la pensate così. Ho rinnegato la mia natura divina qualche millennio fa. Avere qualche capacità fuori dal comune è indubbiamente interessante, lo ammetto. Ma sono il Serpente dell’Eden, non uno stupido nerd adolescente del New Mexico - che tra l’altro non esiste più - in fissa con i romanzi di Pittacus Lore. Governo la luce, ma non è poi tutta questa gran cosa in un regno di Tenebre. Si, l’ironia dei piani alti è pessima. Gattini con i gomitoli di lana, lasciateli giocare. E comunque Michele aveva ragione. Non è finita.

No, aspettate, non vi scaldate tanto. Giuro che è proprio finita, cioè la vita non esiste più. Tutti morti, dal primo all’ultimo. Ma morti carini, non tipo zombie o cose così. E neanche spiritelli fantasma inconsistenti. Come se fossero vivi, solo che sono eterni. Corpi che sono un tutt’uno con l’anima, e niente di veramente interessante da fare. In verità al momento tutti hanno cose interessanti da fare, ma solo perché è l’inizio. Ognuno si cimenterà in cose che non sa fare, impareranno, scopriranno, perderanno tempo, e ce n’è di tempo da perdere quando il tempo non esiste più. Ma poi tutti sapranno tutto e avranno fatto tutto, prima o poi, allora avremmo qualche problemino. Credo che fosse questo quello che intendeva l’angioletto. A volte anche al niente bisogna dare un senso. E nel mio Inferno so muovermi solo io, io reggo le fila di tutto, io ho creato il baratro. La Caduta, l’Abisso. Io e l’Inferno siamo una cosa sola. Percepisco ogni anima dannata, sono scariche di energia che attraversano il mio corpo perfetto. Cosa vi aspettavate, un ciccione di mezza età con una bottiglia quasi vuota stretta in mano? Per favore, mi hanno scaraventato giù perché gli rovinavo la piazza. E secondo me anche perché non sopportavano la dissonanza provocata dai miei colori. Capelli troppo scuri per un angelo. Occhi troppo neri. Mi guardavano tutti fisso chiedendosi dove fosse l’oro. Me lo sono sempre chiesto anche io.

Quindi adesso diamo una sistemata alle cose. Ho tempo, certo, o meglio, non ne ho, perché il tempo non c’è. Ma posso prendermela comoda. Posso prima adattarmi al nuovo aspetto del regno. Posso mandare qualcuno dei miei in perlustrazione, avere una panoramica della situazione, darmi una regolata con gli spazi. Già, perché il mondo adesso non ha più nessuna dimensione. Siamo tutti ovunque e allo stesso tempo siamo tutti qua. È fuorviante se pensate che tutto appare come è sempre stato. Quasi non fosse successo niente. A parte che adesso sono tutti cattivi e tutti morti. Ma l’Inferno ha semplicemente l’aspetto di una gigantesca megalopoli, con tanto di palazzi, centri commerciali, viali alberati e strade puntellate di lampioni, spiagge e scorci di cielo che si vedono dalle terrazze. Ma non si vedono mai le stelle, non è mai giorno e non è mai notte. Già, il cielo mi mancava, ma non questo cielo. Sopra le nostre teste c’è un perenne turbinio di nuvole grigie e rosse, aria infuocata che non ci scotta. All’inizio la cosa mi ha un po' scioccato, ma a pensarci bene dà un tocco di classe all’arredamento. Diciamo che fa atmosfera. Dal mio quartier generale poi c’è una vista mozzafiato. Non so bene di preciso cosa fosse prima, neanche dove fosse, adesso è una specie di antico tempio pagano scoperchiato e con parecchie colonne mozzate messo sulla cima di qualcosa, una collina, se esistono ancora le colline. I nuvoloni dell’eterna dannazione, ho deciso che si chiameranno così da ora in poi, sono proprio vicini, tanto che hai l’impressione di poterli toccare alzando un braccio. Proprio un attico niente male, il mio.

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