Ho pregato per questo momento. Come in attesa del figliol prodigo, ho tenuto gli occhi puntati in basso nella speranza di intravedere Lucifero avvicinarsi per una nuova ascesa.
Una fiammella intensa ed inestinguibile, un meteorite capovolto, una cometa che torna lì dove è nata, dalla madre, da me.
Ricordo i suoi colori scuri fare a pugni con il biondo dei capelli degli altri, ricordo i suoi sguardi intensi, che non capivano, che chiedevano perché.
Lo vuoi ancora sapere, quel perché? Perché il Progetto scava in silenzio, Lucifero, e noi non possiamo che restare muti ad ascoltarne il rimbombo. È la campana della messa a cui non vai, è la chiamata a cui non rispondi, è il campanello che continua a trillare mentre tu continui a non aprire.
Ricordo la Caduta. Ricordo la creazione del Baratro. Ricordo l'Esilio. Ricordo la prima volta che fu chiamato Satana. E poi ricordo gli angeli che lo seguirono, schiere luminose pronte a trasformarsi in demoni, punti di luce pronti ad eclissarsi. E ricordo anche che in quel momento pensai proprio a questo: alle eclissi; alla loro ciclicità; all'eterno ritorno. Così ho cominciato ad aspettare.
L'Empireo è luminoso, ma c'è una Luce attesa e disattesa tra i gironi celesti, mentre i cherubini cantano e gli Arcangeli osservano con gli occhi colmi della freddezza dei soldati.
Madre di uno, e sono madre di tutti. Questa è la mia natura umana, questo il mio destino. Madre di chi non può essere concepito, madre di chi non è mai nato e nasce ogni giorno, madre come Eva, eppure madre vergine, madre immacolata.
Siamo di quanto più diverso e distante possa esistere, Lucifero. Ma io ti ho aspettato nei secoli, nei millenni, nei giorni non scanditi del Paradiso, in quelli persi della storia dell'uomo. Ti ho aspettato per rifiutare il tuo sorriso sporco, il tuo sguardo penetrante, la tua parola contaminata. Ti ho aspettato per rifiutarti a braccia aperte, perché nonostante il tuo ego abbia generato le colpe umane, tu di colpe non ne hai.
Ma chi incolpare, al posto tuo? Possiamo davvero prendercela con qualcosa che non comprendiamo, che non riusciamo nemmeno lontanamente ad intuire? Come biasimare l'Equilibrio del Tutto, quando poi apparentemente ci siamo solo noi? Sono cose che mi sono domandata a lungo, con cuore di madre, cuore di donna, forse presunzione di santa, e pensiero rivolto a tutti. Anche a te, Lucifero. Specialmente a te. Perché il tuo Peccato Originale non mi ha scalfito; hai tentato mio figlio nel deserto per quaranta giorni, ma hai tentato invano. E ho riflettuto, e ho capito. L'Empireo è luminoso, ma mentre fai il tuo ingresso la Luce è un'esplosione di schegge ai margini della vista periferica di chi vede anche senza gli occhi. Ti ho aspettato con tutto l'Amore che non comprenderai mai, quell'Amore disinteressato e limpido che nel tuo spirito torvo annega. Se solo sapessi, Lucifero. Oh, se solo sapessi.
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Inferno
General Fiction[COMPLETO!] Classica fine del mondo, il più improbabile dei narratori: Lucifero. L'angelo caduto si ritroverà a governare un mondo che non è esattamente l'Inferno che si aspettava. D'altronde, "la crudeltà è questione di punti di vista".