C'è un cane sul marciapiede. Una pozzanghera sotto il lampione. Un pallone preso a calci da un ragazzino arrabbiato. C'è uno stereo lasciato acceso, da qualche parte. Una donna che grida dentro un telefono. Un vecchio che alza lo sguardo sull'orizzonte. C'è un clacson che risponde a un insulto. Le campane di una chiesa che suonano a festa. Una festa a cui non è andato nessuno. E una festa a cui non sei stato invitato. C'è un vento freddo nelle zone d'ombra, e un calore pungente lì dove arriva il sole. Poi c'è una nuvola che oscura tutto. E c'è la spesa da fare, la telefonata che non si può rimandare, il compito in classe, il verdetto dell'esame istologico, la sentenza del giudice, e il bambino vedrà suo padre due volte a settimana. C'è un brivido che percorre la schiena. Un fremito non dovuto alla temperatura. C'è un colloquio di lavoro. Una lettera di dimissioni. C'è una sala parto invasa dagli strepiti di un neonato, e c'è una camera ardente densa di silenzi taglienti e agonizzanti. C'è una cascata, lontano, e il rumore dell'acqua è musicale e perfetto. E ci sono gli abissi, gli oceani, i crepacci, la montagna che potresti scalare se solo ti decidessi ad alzarti tutte le mattine alle sei e fare un po' di allenamento. C'è una foto, appesa alla parte, e nella foto un sorriso e una smorfia che non esistono più, da nessuna parte. C'è un libro letto a metà, perché la trama non funzionava per niente, o forse funzionava troppo bene e smuoveva troppo. C'è un peluche impolverato, un disco appena uscito, un messaggio di posta elettronica non letto, un tatuaggio da ripassare. C'è una ragazzina che chiede l'elemosina al semaforo, e poi ce n'è un'altra che distoglie lo sguardo quando il ragazzo che lavora al pizza e polli le sorride da dietro il bancone. Il sistema d'irrigazione di un condominio rompe il silenzio delle due di pomeriggio. Il cane sul marciapiede comincia ad abbaiare. Il registratore di cassa emette uno scontrino, per buona pace della fiscalità. Il proprietario del bar si concede una pausa tramezzino. Un soldato riceve una lettera, ed un cadavere una medaglia all'onore. I potenti del mondo, seduti a tavolino, decidono come poter truccare al meglio i dadi. E una drag queen compra un nuovo eye-liner per il suo show. Una suora mette in punizione un alunno indisciplinato. Una prostituta si imprime a forza i grani di un rosario sui polpastrelli. Una rockstar si rende conto di essere invecchiata. Un professore capisce che una sufficienza non vale poi molto, nello specchio immenso della relatività. E sul registro di classe c'è un nota disciplinare scritta con rabbia e frustrazione, perché non si fuma in balcone nel cambio dell'ora. Un giovane scrittore batte sulla tastiera del nuovo computer che ha ricevuto per il compleanno, e poi abbassa lo sguardo sulla penna a sfera morta accanto al mouse. Un condizionatore si accende, qualcuno cerca della legna da ardere. Un cuore si spezza. Una vena urla. Un osso si rompe. Un cassonetto viene rovesciato. Un amico viene tradito. Dietro le tapparelle abbassate, due stanno facendo l'amore, perché si sono mancati. E da qualche parte è notte, e da qualche parte è giorno. E alcuni hanno paura del buio, altri nel buio vedono le cose con più lucidità. C'è un 3x2 al discount, e uno sconto del 20% su tutti i romanzi di Clive Cussler. E poi ci sono cose difficili da cogliere, difficili persino da individuare, e quasi impossibili da descrivere. Il sapore delle ostriche, l'eco del traffico; la sgradevole sensazione che ti prende alla bocca dello stomaco quando ti accorgi di saperlo, che ci sono cose dappertutto. Ce ne sono talmente tante che in fondo è come se non ce ne fosse nessuna. Il furgoncino bianco parcheggiato dall'altra parte della strada. Il citofono che strilla. L'intestino che si contorce. La spia del microfono accesa, rossa, paziente. Il tappeto steso fuori dalla finestra. L'inutilità del tutto. I calzini spaiati. L'elenco è infinito, ma una voce resta sempre tagliata fuori: la mia. Sì, perché guarda bene, tra tutte le cose che ci sono, ci sono anche io. A volte mi confondi con l'amico bastardo che ti inganna per l'ennesima volta, o con quello stronzo che ha deciso di renderti la vita impossibile in ufficio, o con il capo cantiere che non vuole pagarti, oppure altre volte ancora sono quella vecchia conoscenza insopportabile che proprio avresti voluto evitare di rincontrare; e poi sono l'assassino che cercano sul giornale, e sono anche quello che ti mette le parole crociate senza soluzione. E tu fingi di non conoscermi, e io ti capisco. Al posto tuo farei lo stesso. Ma tu adesso cerca di capire me. La cattiveria è solo questione di punti di vista. E per come la vedo, un patto con il Diavolo non ha mai fatto male a nessuno. Perciò quando ti strizzo l'occhio, non abbassare lo sguardo. Brilla insieme a me, peccatore. Siamo fuochi indomabili, tu ed io. Siamo angeli caduti.
E non per vantarmi, ma se sei vivo adesso, lo devi a me. No, non ringraziarmi. Sono allergico alla gratitudine. Se proprio vuoi sdebitarti, fammi un favore: lasciati tentare. Mordi la mela. Porta la Luce.
Ecco la FINE. O se preferisci, ecco l'INIZIO.
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Inferno
General Fiction[COMPLETO!] Classica fine del mondo, il più improbabile dei narratori: Lucifero. L'angelo caduto si ritroverà a governare un mondo che non è esattamente l'Inferno che si aspettava. D'altronde, "la crudeltà è questione di punti di vista".