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La cattiveria è questione di punti di vista. Il Male è solo un concetto tirato fuori dal Bene per rendere il Bene migliore di quanto non fosse. Facilmente si potrebbe dire che nessuno è veramente cattivo, ma la realtà, arrivati dove siamo arrivati, è un'altra: nessuno è veramente buono. La cattiveria è relativa solo perché lo è anche la bontà. Non esiste niente di tutto questo. Non esiste niente e basta. Dopo l'Apocalissi, l'eternità equivale al nulla. Prima era una ricompensa ambita, una volta raggiunta diventa polvere. Polvere alla polvere, e cenere alla cenere. Essere cattivi non significa niente. Essere buoni non significa niente. Si è comunque cenere. Tentare di essere buoni allora diventa un'ipocrisia e vantarsi di essere cattivi anche è un'ipocrisia, vedere la linea di confine tra il Bene e il Male un'altra ipocrisia. Una linea di confine non c'è, la panacea ribolle, creiamo cose che non esistono, mettiamo differenze nell'uguale, note a margine nei versi scritti di getto. Serviva morire, per capirlo. Serviva vedere la fine di tutte le cose, che poi equivale al principio, o forse non equivale a niente, polvere alla polvere, e cenere alla cenere. Ora che l'Inferno è tangibile e il Paradiso non si vede all'orizzonte, dov'è la linea di confine? C'è solo il Male. Male dappertutto. E se al Male non esiste niente di opposto, se il Bene non c'è, come fa il Male ad essere Male? Torna ad essere una questione di punti di vista. E comincia ad essere anche una questione di periodi ipotetici.

Se Giuda non avesse tradito Cristo...

Se Dio non avesse chiesto a Lucifero quanto amore provasse...

Se il Bene avesse vinto sul serio...

...e se avesse vinto sul serio? 

Se il Bene fosse riuscito a rendere irrilevante il Male lasciandolo dilagare ovunque?

I periodi ipotetici, i punti di vista, quelli interrogativi... polvere alla polvere, e cenere alla cenere.

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