Perdonami, perché ho peccato.
Dovrei dirlo, non è vero? Satana che chiede perdono è impensabile, perciò scordatevelo. Al massimo, se proprio volete, possiamo analizzare la parola peccato. Potremmo anche analizzare la parola perdono, ma sarebbe alquanto complicato e, ve lo garantisco, non sono la persona più indicata per l'argomento. Se siete interessati, chiedete a Michele.
Quando dite ma che peccato!, state parlando di un'occasione sprecata. Allora perché dovrei sprecare occasioni? Perché chiunque dovrebbe sprecare occasioni? Perché mortificarsi e privarsi e umiliarsi quando il peccato è lì, a portata di mano?
E poi non è così che è nato tutto? Figli di Eva, fingete pure di non sapere di cosa sto parlando... Caino è quello che è per colpa di sua madre, e sua madre è la madre di tutte le madri, perciò tutti voi siete quello che siete per colpa di Eva. Il peccato. Quello originale. Quello che vi ha fottuto tutti.
Ritengo che la forza distruttiva del peccato sia sopravvalutata. D'altraparte i santi non sarebbero santi se non ci fossero i peccatori alla base della piramide. Penso che la differenza tra il mio Inferno e il Suo Cielo risieda altrove. Ho smesso di guardare al peccato come alla chiave di tutto.
La chiave di tutto è la Verità. Adesso penserete che io mi sia rammollito. Scommetto che qualcuno suggerirebbe persino una tinta per farmi riacquistare credibilità. Ma andiamo, non serve dare tanta importanza ad un colore... La chiave è la Verità. La Verità non si può nascondere con una tinta, non si può deviare con un sorriso tirato su a dovere per mentire, non si può evitare quando la Fine è passata da un pezzo.
La Verità, la volete proprio sapere? Il Male e l'Amore condividono lo stesso letto. Letteralmente e filosoficamente. Tra me e Lilin non c'è distanza, e il mio corpo è muto. Ma chi è chi? E chi è cosa? Male, Amore, Tenebra, Luce, Peccato, Verità... La pelle di Lilin è incandescente, io sono freddo e spento accanto a lei. Nudo, morto.
Mi sento un re spodestato dal proprio trono, ma quando è avvenuta la cospirazione? Dove è avvenuto il tradimento? Non me ne sono accorto. La Verità si palesa soltanto adesso. Troppo tardi, troppo tardi...
"Credi nell'Amore, Lucifero?"
Credere, credere, credere, si tratta sempre di credere. La Verità? Non è l'Amore il problema, è il credere. Penso di essermi già espresso in precedenza e a sufficienza sul punto. Ruberei il patronato della festa degli innamorati a quell'idiota di San Valentino, piuttosto che credere.
"Non farmi ridere"
O forse dovrei dire: non farmi credere. Lilin si allontana, si alza, mi spia distrattamente con la coda dell'occhio. In realtà sto già ridendo, o per lo meno non riesco a trattenere un sorriso divertito.
"Non volevo rovinarti i piani", dice.
"Non ho piani. E se li avessi non potresti rovinarli. Non sarebbero così facili da mandare a monte"
I suoi passi sono inconsistenti, mentre si muove sembra strisciare... Oddio. Sembra strisciare. Eva, l'Eden, il Peccato, il Baratro, l'Inferno. Lilin sembra strisciare, Lilin... chiude a chiave la porta.
"Che fai?"
No, no, Lucifero, domanda sbagliata. Chi se ne frega quello che fa! La domanda giusta da fare è: chi sei?
"Lascio che l'Inferno vada... all'Inferno", dice, raggiante.
Eva, l'Eden, il Peccato, il Baratro, l'Inferno... Oddio. Vi rendete conto? Invoco Dio! Velatamente, ma è pur sempre una caduta di stile da parte mia. Tranquilli, è solo stupore, non una vera e propria richiesta d'aiuto, figuriamoci.
Lilin torna verso di me, sembra strisciare, striscia come un serpente, striscia come il Serpente, come me, come se mi avesse visto porgere quella mela, come se conoscesse il segreto della Tentazione.
"Lilin, non capisco"
Beh, sembra non fregargliene un accidente del mio deficit da disattenzione dal momento che sfodera un pugnale di venti centimetri da... da dove? Da sottopelle?
Rettifico: Lilin, capisco. O forse dovrei rettificare la rettifica: Lilith, capisco. Lo stupore mi passa, si trasforma in una poltiglia di sentimenti poco nobili riassumibili sinteticamente nell'Odio.
"Lilith"
Ride e la sua risata ha d'improvviso l'eco dei millenni, il rancore dell'Eternità. I suoi capelli sono più neri di quanto credessi, hanno le sfumature delle ali dei corvi, e i suoi occhi hanno... Cazzo. I suoi occhi hanno le fiamme dell'Inferno che crepitano dietro le iridi incandescenti.
"Millenni e millenni di passioni ti hanno reso decisamente più affascinante, Lucifero, devo ammetterlo. Ma la Caduta è un vizio che non riesci a toglierti... Ti sopravvaluti sempre"
"Che vuoi?"
Ride di nuovo. Se avessi un minimo di integrità proverei ribrezzo per essere appena andato a letto con lei, ma (scampato pericolo) l'integrità è un concetto alquanto ambiguo, da queste parti. Perciò di fronte alla sua risata sorrido, un sorriso dei miei, un sorriso di fronte al quale persino Lilith vacilla un attimo.
"Se ti mancavo bastava dirlo, non serviva tutta questa messa in scena..."
"Ho preso il tuo Inferno"
Il mio sorriso scende sconfitto, la guardo sbattendo forse un po' troppo le ciglia... vuoi vedere che mi sono diventate bionde anche quelle? Non voglio nemmeno interrogarmi sulla sorte delle sopracciglia. Essere fottuto (in tutti i sensi) da Lilith è già abbastanza umiliante anche senza essere un ibrido tra Billy Idol e Miley Cyrus.
"Il mio Inferno è mio"
Questa è l'unica argomentazione altamente retorica che riesco a fare su due piedi, e Lilith ride ancora di me. E io non sento niente. Nessuna anima, nessun peccato, nessuna fiamma, nessun fuoco. Non sento Caino. Non sento Giuda. Non sento Piramo. Non sento me stesso.
Ed eccola la Verità: l'Allieva supera il Maestro. Lilith è un gran bel Serpente, sa il fatto suo quando si deve giocare sporco. Quelle che erano le mie fiamme incendiano il suo corpo nudo come uno scudo di ambra, e il mio Inferno non è più mio.
"Come hai fatto?"
La mia voce forse traballa un po' mentre il pugnale e Lilith avanzano verso di me. Sono immortale. Sono Satana e sono immortale. Sono Satana e sono immortale, sono Satana e sono immortale...
"In realtà hai fatto tutto tu, è stato piuttosto semplice. Avevi un disperato bisogno di... tornare alle Origini"
Ripeto la domanda di prima: "Che vuoi?"
Ora che Lilith è vicina il confine tra la Caduta e l'Ascesa è labile, la Gloria è assai più ardua della Tentazione. Quello non è un pugnale, non è un'arma qualsiasi: è la Verità. E la Verità se ne fotte della mia presunta immortalità. Il Progetto è più grande di me. La morte diventa contemplabile.
"Voglio ucciderti, Lucifero", dice Lilith. "Quest'Inferno ha bisogno di un tocco femminile"
STAI LEGGENDO
Inferno
General Fiction[COMPLETO!] Classica fine del mondo, il più improbabile dei narratori: Lucifero. L'angelo caduto si ritroverà a governare un mondo che non è esattamente l'Inferno che si aspettava. D'altronde, "la crudeltà è questione di punti di vista".