Prismi legati a ceppi

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Vorrei lasciarvi con il fiato sospeso in eterno. Non avete idea di quanto sia musicale il vostro silenzio di trepidante attesa. Dite la verità: vi siete affezionati a me. State facendo il tifo affinché Lilith non mi uccida. Mi volete vivo. O qualcosa di peggiore: mi volete vincente. 

Strano come le prospettive mutano, come le fazioni si ribaltano (o come le fazioni non esistono). Siete un fan club devoto, voglio essere magnanimo e spezzare quest'angoscia che vi sta opprimendo, ne sono sicuro... Sono vivo! Squarciato ovunque, sanguinante nel mio stesso icore, legato a un ceppo che nemmeno San Sebastiano, dolorante, ma vivo. Ovviamente, direte voi.

Come mi era mai saltato in mente di dubitare della mia immortalità? Risposta: anche i migliori a volte hanno dei dubbi. Ma la mia essenza si alimenta di uno strano meccanismo, in me la Caduta è ciclica, e ad ogni ciclo riacquista nuovi significati; è un pezzo di vetro con il quale la Luce gioca come per magia, nascono i colori, muoiono le ombre. 

Sono in una prigione buia che sa più di metafora che di realtà, e Lilith è da qualche parte a maneggiare i carboni ardenti dei miei dannati, potente al punto da non avere nemmeno più paura di me. Il suo segreto penso sia sempre stato questo, in fondo. Non mi ha mai temuto. Ma se sei il Diavolo, Satana o comunque si vuole chiamare chi governa l'Inferno, devi sempre tenere a mente una cosa: mai sottovalutare qualcosa. Mai sottovalutare qualcuno.

"Posso dire che te l'avevo detto, Lucifero?"

"Provaci solo, fratello, e tiro giù un'Apocalisse 2, la vendetta"

Michele sorride appena, materializzandosi dal nulla accanto al ceppo del mio martirio. Vi inorridisce il fatto che sarei un martire? Beh, probabilmente è perché non siete biondi platino, altrimenti capireste il mio supplizio: sembro un ananas biologicamente modificato.

Avvicinandosi di qualche centimetro, Michele aggiusta lo sguardo all'altezza del mio. "Credo di essere il tuo ultimo appiglio"

"Devo essere messo proprio male, allora"

"Accetta il mio aiuto"

Ha gli occhi di un oro acceccante. In verità è tutto di un oro accecante, ma gli occhi sono la parte più sconvolgente. Hanno dentro una potenza che a me è sconosciuta, qualcosa di vigoroso e instancabile, una determinazione invincibile. Generale delle schiere angeliche, signori! Un tipo tosto. 

"Slegami", dico, la voce ferma. Michele estrae la spada con una velocità impressionante, e tutti gli squarci sulla mia pelle rabbrividiscono d'istinto al ricordo del pugnale di Lilith. Quella grande stronza, aggiungiamo pure.

"Alla tua ragazza piacciono giochini del genere?"

Lo fulmino. "Lo trovi divertente?"

"Moltissimo"

"Ti direi di andare a farti fottere, ma sarebbe un insulto privo di contesto"

Mi libera, nonostante la mia uscita antipatica (ma estremamente vera!). Non sapete quanto ho provato a togliere da solo queste corde infernali, ma l'ascesa di Lilith ha prosciugato le mie forze soprannaturali. In compenso ho guadagnato una spiccata capacità di autocommiserazione. Roba da incendiarmi da solo.

"Lucifero, vieni con me"

Mi osservo le ferite distrattamente, bruciano appena sullo strato più superficiale di pelle umana. L'invito di Michele è qualcosa di inedito per le mie orecchie, ma in qualche maniera me lo aspettavo. D'improvviso è come se vedessi tutto più chiaramente, con uno sguardo d'insieme che prima non raggiungevo. Adesso so cosa va fatto. So che posizione ho in quest'immensa scacchiera del Tutto, accanto a torri, alfieri, cavalli, re, regine e pedoni. E la consapevolezza alimenta in me rabbia.

"Dove, in Paradiso? No, grazie. Troppo kitsch per i miei gusti"

"Non fare l'idiota"

Sorrido, mascherando tutto. "Sono quanto di meno idiota esista nell'universo, te lo assicuro"

Sono un prisma che era legato a un ceppo, vorrei aggiungere. Luce prigioniera di corde, come se la Luce potesse essere intrappolata...

"Se Lilith regna, il Bene e il Male non avranno più il loro baricentro. L'Equilibrio si perderà per sempre. E si perderà ogni cosa"

"Sai che me ne frega dell'Equilibrio! Voglio solo ciò che è mio"

Michele ha un'espressione ammiccante. "L'Inferno", dice.

"Sì, l'Inferno"

"Anche Lui vuole che tu riprenda l'Inferno. Ha bisogno di te"

I tagli sul mio corpo bruciano di più, l'icore ribollisce come se la mia temperatura fosse ancora innaturalmente elevata, come se avessi ancora dentro tutte le fiamme che alimentano la mia potenza. Lui.

"Mi stai incastrando in un meeting con i piani alti? Puoi scordartelo!"

"Lucifero"

"Puoi scordartelo davvero! Ho fatto quello che dovevo! Che altro vuole da me?"

Sento un groppo in gola, la voce si alza in un grido, e Michele sta a guardarmi immobile, con aria onniscente e paziente, l'aria nobile degli Arcangeli, la stessa che so di avere io scritta in faccia. "Ho assecondato il Suo Progetto, senza fare domande, senza chiedere niente e ottenendo... questo"

Mostro con un gesto stanco delle braccia tutto quello che ho attorno; l'Inferno, fiamme e dannazioni che vorrei abbracciare e stringere a me, dolcemente. "Adesso Lui cosa? Non ha avuto bisogno di me per millenni, un'eternità, e ora per una donna ha bisogno di me?"

"Soltanto insieme riuscir..."

"E dov'era quando ero io ad aver bisogno di Lui? Dov'era quando i bambini diventavano piccoli demoni e le colpe non erano altro che aride scommesse perse? Dov'era quando il Male non era affatto sbagliato e quando la mia Luce era spenta? Dov'era quando il mio aspetto mi imponeva distanza dal Suo Esercito?"

Cado in ginocchio, oppure è la gravità. Oppure è la Fine, la mia, e reclino la testa all'indietro senza neanche accorgermene, e senza neanche accorgermene Gli grido contro. 

"Adesso vado bene per i Tuoi standard estetici? O vuoi un look ancora più modello Abercrombie? Sono ancora troppo pallido, o cominci a vedere quello che c'è dentro? Sono abbastanza luminoso per il Tuo Inferno, mio Signore, o sono solo qualche punto sopra Lilith? Vuoi eclissarmi di nuovo, o vuoi vedere la mia Luce?"

"Lucifero, basta"

"Cos'è, Mic, il tuo Dio non può rispondermi? Può aprire un Baratro caldo e accogliente come l'Inferno, e non può dire una parola?"

Mi sento furioso, esausto, rabbioso come un cane lasciato fuori per troppo tempo. 

"Vieni con me", ripete Michele, con un respiro che tratteneva da un po'. Sapete una cosa? La rabbia mi persuade amabilmente, è un sussurro perspicace tra le corde del mio spirito, una provocazione che voglio proprio accettare.

"Va bene, prendiamo questo maledetto ascensore"

Michele quasi non crede alle mie parole.

"Spero abbiate un servizio clienti, nell'Empireo, perché ho un paio di reclami che non possono più attendere"

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