Due giorni dopo il parco colloquio con Watari, Mail si ritrovò catapultato in un altro mondo.
Il mondo della Wammy's House.
Un universo, quello, che si rivelò una vera e propria giungla.
Le lezioni erano tre volte più accelerate di quanto non fossero in una scuola "normale", più concetti, meno tempo e infinite ore in più di logica, matematica e una volta , per il suo completo e totale stupore, come compito in classe venne loro assegnata la risoluzione di un assurdo caso di omicidio.
Quel giorno però Mail aveva compreso appieno il significato dei vaghi accenni che Watari gli aveva gettato, quasi per caso, durante la sua breve convalescenza in infermeria; la Wammy's era un istituto per futuri super detective o ancora meglio futuri successori del mitico L, appositamente per cui, si mormorava, era stata creata quella scuola tutta speciale.
Lezioni incessanti, omicidi intricati e ritmi folli però non si erano rivelati così disastrosi come aveva tragicamente pensato all'inizio.
Il vero strazio per Mail era stata la convivenza con gli altri inquilini della Wammy's e, da un certo, fastidioso punto di vista, era la stessa rottura che lo tormentava nella sua vecchia scuola se non peggiore visto che ora, oltre a essere egocentrici e astiosi, erano di una sottile e rara malignità probabilmente frutto del loro super intelletto.
E con Mail sembrava stessero mostrando il loro lato migliore visto che si era rivelato inaspettatamente dotato in tutte le materie e incredibilmente alla vetta delle liste per la velocità di risoluzione dei casi che loro assegnati.
Non potendolo raggiungere sul podio con le proprie capacità intellettive, anche se parevano impegnarsi ogni giorno di più a questo scopo, usavano quelle, fantasticamente sviluppate della perfida oratoria.
Dunque insulti particolarmente sagaci e sabotaggi assolutamente cretini.
Per Mail una vera noia.
Tutti quei deficienti che sghignazzavano come stupide iene illudendosi di avergli fatto chissà quale torto, non comprendevano che a lui, di quelle fantasiose dimostrazioni di infantilità, non importava un bel niente.
Seguiva le lezioni, faceva i compiti e cercava di impegnarsi.
Come aveva promesso a Watari.
Studiava e si pagava vitto e alloggio in quell'antiquata dimora ottocentesca che era diventata la sua nuova casa.
Quando non si sforzava di scontare il lungo debito contratto inevitabilmente con la grande W sfogava quell'eterna solitudine, che sentiva crescergli dentro ogni istante di più come una maledetta erbaccia infestante, con l'ultimo retaggio della propria vecchia vita: la console portatile allegramente corredata del suo gioco preferito di "mostracci" come una sua vecchia compagna di classe aveva leziosamente definito il proprio amato Wild 9.
Solitudine e videogiochi.
Cercava di non pensarci.
Il letto vuoto accanto al proprio nell'elegante stanza che gli avevano assegnato, la dura panca deserta dove si sedeva nella gigantesca mensa comune, il continuo essere adocchiato con sufficienza e le incessanti prese in giro di crescente cattiveria non rendevano propriamente quel posto un Paradiso.
Mail però andava avanti, testa bassa sulla console, cuffie nelle orecchie, la corta frangia color rame a coprirgli lo sguardo e la ferma decisione di non crollare.
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A Wammy's love story
FanfictionMatt e Mello. In Death Note abbiamo visto gli eredi di L lottare contro il caso Kira e... basta. Sì, credo che manga e anime non ci abbiano mostrato il lato "umano" di questi piccoli geni e io spero invece di scoprirlo proprio in questa mia storia...