Il cielo domenicale si stendeva con somma pigrizia al di fuori della stretta finestra in legno chiaro della piccola camera di Mail brillando di un lucente...
Azzurro.
Le lenzuola stropicciate dal peso del giovane erano abbandonate lungo il lato destro bagnando il pavimento scuro di un lieve ma dolce...
Azzurro.
Il letale raggio paralizzante che Wild 9 aveva coraggiosamente puntato contro l'alieno master colpendolo diritto all'addome grigiastro riempiva l'angusto schermo della console di un abbacinante...
Azzurro.
Mail sospirò lentamente nel vano tentativo di restare concentrato sulla missione impostagli dall'assistente di bordo, ma quella mattina di corallo sembrava costantemente voler rubare la propria già fragile attenzione per disperderla nell'aria. La sua mente era infatti alla deriva in un burrascoso mare brillante di ricordi argentati e colmo di onde tinte di un vago ma deciso...
Azzurro.
Wild 9 si lamentò rumorosamente quando la mano tremante di Mail scivolò sui tasti rotondi della console sbagliando mossa e provocando la repentina morte del proprio ego virtuale.
Ci era cascato, come un autentico frutto di stagione.
Aveva pensato al biondo, di nuovo.
Era da un paio di giorni in realtà che quel demone d'oro e pece gli compariva davanti senza preavviso alcuno provocandogli ogni volta reazioni sempre più assurde e imbarazzanti.
La prima volta che vi si era trovato invischiato risaliva al giorno dopo averlo incontrato nell'aula polverosa dove uno stupido scherzo lo aveva incastrato, stava recandosi a mensa con lo sguardo ovviamente sempre fisso sulla console quando, una generosa spallata ,aveva distolto la propria fanatica attenzione e spinto ad alzare finalmente gli occhi.
Il ciuffo di rame che gli decorava la fronte era calato giù come il sipario di un teatro di provincia aprendogli la vista del giovane biondo che, a soli pochi metri di distanza, lo guardava con i propri stupendi occhi di ghiaccio e, notò con un palpito d'emozione, circospetta curiosità.
In quel momento il cuore aveva preso a battergli furiosamente percuotendo il proprio povero sterno ansante e colmandogli le guance di un intenso rossore che sapeva di colpa e imbarazzo.
Erano rimasti lì per minuti che gli erano parsi secoli a guardarsi l'un l'altro in un' inaspettata sticomitia di sguardi fino a che un basso bambino dai capelli d'argento non aveva distratto il biondo strappando a Mail con cruda violenza la sua divina attenzione.
Quello stesso pomeriggio era stato poi costretto ad andare nell'angusta biblioteca dell'istituto, cosa che lo aveva messo non poco di cattivo umore, dove aveva tentato di vincere la propria innata avversione verso la storia per amor dell'imminente test di quell'odiosa materia.
Dopo aver passato un paio d'ore a cercare disperatamente di capire come un pazzoide francese di nome Marras fosse finito ucciso nella propria vasca da bagno, nonché a tentare con ansia e disperazione crescente di non mettersi a giocare alla console, si era arreso ed era uscito da quel locale polveroso quasi quanto i tomi che conteneva.
Aveva fatto appena un passo oltre la soglia quando, alzando gli occhi verso il corridoio che, credeva ormai finalmente deserto, aveva visto quell'angelo dall'aura marmorea svoltare elegantemente l'angolo e pararglisi improvvisamente di fronte.
I loro occhi si erano incrociati nuovamente.
E ancora una volta quegli occhi in quel momento di ghiaccio e stupore fecero sobbalzare atleticamente lo stomaco di Mail riempiendolo di un sospetto sfarfallio.
Imbarazzato e nervoso aveva abbozzato un sorriso ma prima che potesse anche solo pensare di alzare la mano nell'assurdo tentativo di fare una qualunque altra cosa che non fosse stare lì a fissarlo come un pesce lesso, il biondo, dopo un fugace sguardo aggressivo, gli aveva voltato rapidamente le spalle e con altrettanta velocità si era dileguato.
due mattinate colme di sole dopo Mail si trovava malinconicamente stravaccato sul proprio letto a pensarlo, stupido e solo proprio come quando era appena arrivato lì.
D'altronde con i compagni che lo sbeffeggiavano ad oltranza e quello, si vergognava persino a pensare di pensarlo, splendido biondo che gli dava crudelmente la schiena senza nemmeno permettergli di provare a salutarlo, si stupì non poco quando qualcuno bussò con insistenza alla porta della sua legnosa camera.
Stanco, nervoso e di pessimo umore si trascinò con malagrazia verso l'ingresso e, apertolo con voluta irruenza, aprì bocca per intimare allo sconosciuto scocciatore di tornarsene da dove era venuto perché non era proprio giornata ma, alzando gli occhi, la voce gli morì in gola.
Davanti a lui, con un'attraente smorfia truce dipinta sulla ceramica candida che era il suo volto pallido, si stagliava davanti a lui con immensa fierezza il giovane dai capelli d'oro ammantato di pelle nera.
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A Wammy's love story
FanfictionMatt e Mello. In Death Note abbiamo visto gli eredi di L lottare contro il caso Kira e... basta. Sì, credo che manga e anime non ci abbiano mostrato il lato "umano" di questi piccoli geni e io spero invece di scoprirlo proprio in questa mia storia...