Le persiane ingrigite si chiusero con rumoroso schiocco secco e l'infermiera, infastidita e preoccupata, lanciò un rapido sguardo apprensivo al suo unico paziente di quei giorni per assicurarsi che stesse ancora dormendo.
Quel ragazzino era proprio impossibile.
Aveva passato ore a lamentarsi nel letto e in preda ai deliri delle febbre, che non aveva accennato ad abbassarsi fino a poche ore prima e non cessava mai di chiamare il nome di quell'indemoniato di Keehl con dolorosa intensità, come se fosse stato lui a fargli un torto di qualche tipo.
- Mah questi ragazzini sono proprio incomprensibili.- mormorò stancamente prima di ritirarsi finalmente nel proprio ufficio e porre fine a quella pazza giornata che Jeevas gli aveva involontariamente donato.
Una possente nube scura abbandonò il pallido volto della Luna liberandone infine i ribelli raggi argentati che illuminarono repentinamente la silenziosa infermeria solleticando beffardamente il volto assopito di Mail che...
Alzò una mano per ripararsi dal sole cocente che aveva onorato della propria dorata presenza la splendida mattinata, che tingeva d'allegra primavera il prato morbido su cui era comodamente steso.
Faceva caldo, davvero troppo per i suoi gusti e soprattutto per indossare il suo maglioncino preferito ma non riusciva davvero a pentirsi di esserselo messo.
Una sensazione di profondo benessere surclassava qualunque brutto pensiero potesse provare a formulare.
Molto più semplicemente, in quella lucida giornata quasi estiva, si sentiva di buon umore.
Una rondine dallo scuro piumaggio volò cinguettando a poca distanza dai suoi occhi spalancati e Mail cercò oziosamente di seguirne l'infinito volo attraverso quel cielo incredibilmente limpido con il sommesso desiderio inespresso di poterla eternamente seguire con lo sguardo lungo i tetti della soleggiata città.
Poi ci fu vento.
Una folata improvvisa di impetuoso vento si alzò inaspettatamente sulla distesa d'erba morbida su cui si era abbandonato, scompigliandogli dispettosamente i capelli, già naturalmente annodati di loro, e portandogli nella bocca dischiusa per lo stupore l'arcano e quasi dimenticato sapore di cioccolata.
Incuriosito si tirò su lentamente a sedere e osservò con perplessa sorpresa l'infuocata macchia gialla del sole sfumare in unico raggio color oro che si abbatté sul prato con l'innata forza e la sublime bellezza di un fulmine.
Un fascio di luce accecante si disperse nell'aria per alcuni eterni secondi prima che un improvviso buio ne inghiottisse il dorato alone luminoso lasciandone solo un nucleo filiforme che a Mail parve ricordare vagamente qualcuno.
- Ci stiamo divertendo qui eh?
Quella voce, la sua voce, l'avrebbe riconosciuta tra miliardi di altre.
Si trasse in piedi di scatto e percepì il cuore bombardargli instancabilmente il petto, mentre il ragazzo dagli occhi di ghiaccio fuso, che tanto lo attraeva, gli si faceva sinuosamente incontro.
Il buio parve illuminarsi d'un colpo quando la sua figura elegante comparve ai margini di quel luogo senza tempo alcuno e lo spazio intero parve inginocchiarsi per facilitare la sua andatura provocante e permettergli comodamente di piazziarglisi davanti con un ghigno palesemente beffardo dipinto sul volto aggraziato.
Mail rimase immobile, incapace di muovere un solo muscolo davanti a quella scultura neoclassica ferma in una posa estremamente plastica, con il braccio destro abbandonato negligentemente sulla gamba magra, il sinistro posato severamente sul fianco e gli arti inferiori saldamenti divaricati gli ricordava vagamente il meccanismo esteticamente dinamico del Doriforo.
- Be'?
Le spighe di grano maturo che erano i suoi lisci capelli dorati ondeggiarono come sospinti da una lieve brezza marina quando il giovane scosse graziosamente la testa in un gesto volutamente provocatorio prima di dedicargli un'occhiata di cui Mail preferì non sondare le profondità per non turbare pericolosamente le proprie.
- Cosa?- sputò fra i denti impegnato intensamente nel teatrale tentativo disperato di mascherare i brividi che già stavano divertendosi a squassargli la schiena.
- Da uno che passa metà del proprio tempo a fissarmi con la bava alla bocca mi aspettavo perlomeno un'accoglienza più calorosa.- le lievi labbra rossastre del biondo si incurvarono in uno stupefacente sorriso colmo di malizia- Magari un bacio...
Bum.
Mail udì distintamente il potente sparo della pistola caricata a salve che dava l'inizio alla folle maratona del proprio cuore in subbuglio mentre una stupida gioia assurda gli colmava l'anima di un'intensa colata di lava bollente.
Alzando però il capo verso quegli occhi beffardi di gelido ghiaccio e lasciando che il proprio sguardo vagasse incantato su quell'espressione dipinta di un incredibilmente seducente sicurezza di sé rafforzò il debole tentativo di autocontrollo.
Il suo istinto ribelle, da qualche parte nelle profondità di quel vortice folle che gli stava travolgendo crudelmente le intimità morali e non, gli urlava indignato di darsi un contegno e, tentare almeno, di assumere un'aria da figo menefreghista ma non c'era verso.
Davanti a quell'angelo di batista ed ebano Mail si sentiva disarmato e impotente.
E l'impotenza che sentiva pervadergli le membra ebbe una vertiginosa impennata quando il biondo prese ad avvicinarglisi ulteriormente e senza alcun preavviso...
- Sei peggio di un ghiro! Ti vuoi svegliare, stupido pomodoro?
Una scossa, dolore al braccio e Mail si svegliò di soprassalto sobbalzando vistosamente come punto da un'ape malefica.
- Era ora cavolo!
Fredda, stizzita e inumanamente gelida.
Quella voce, la sua voce, l'avrebbe riconosciuta tra miliardi di altre.
Spalancò d'un tratto gli occhi e, se non avesse avuto un misero residuo dell'autocontrollo che aveva tentato di accumulare nel sogno, si sarebbe messo ad urlare a squarciagola dallo sgomento stupore.
- C-che ci fai qui?- boccheggiò mentre il fiato lottava per liberarsi dalle reti della pazza gioia che gli stringeva i polmoni.
Il volto angelico del biondo venne eclissato da un repentino astro, oscuramente brillante di confusa ira e pervaso da un vago alone di aggressiva frustrazione, facendo pentire amaramente Mail di aver aperto bocca.
- Sono venuto a concludere la nostra discussione.- proclamò Mihael cercando duramente di rendere la propria voce seria e severa e al contempo di sembrare deciso a concludere quella faccenda definitivamente.
- Ok. – il rosso lasciò andare un lungo sospiro paziente prima di serrare con abnegazione assoluta le sue palpebre ancora intontite e irrigidire tutti i muscoli del proprio corpo stanco.- Basta che non mi colpisci di nuovo in faccia, è ancora in frantumi.
E si preparò a ricevere il colpo.
Mihael non poteva crederci.
Spalancò gli occhi dallo stupore mentre il suo cervello elaborava a fatica la consapevolezza che quel pomodoro era davvero pronto a ricevere un altro pugno da lui senza opporre la minima resistenza.
- Perché lo fai?- sibilò con stupita ira mettendosi cautamente a sedere ai piedi del letto per evitare di finire steso sul candido marmo dall'incredulità. – Perché ti fai picchiare da me senza reagire?
Mail spalancò nuovamente i propri giganti occhi di smeraldo che, insieme all'ampio sorriso sereno dipintoglisi sul volto ancora bendato, parvero illuminare la buia infermeria con mille sfavillanti raggi di lucente giada.
- Perché spero che tu, da solo, con i tuoi stessi colpi, rompa il muro di ghiaccio che ti sei creato attorno.
Mihael impallidì di botto.
- Così potremo finalmente diventare amici.
Incredulità.
Mihael non avrebbe saputo definire in altro modo la terrorizzante tachicardia che gli stava intrappolando il cuore tra le corde vocali e il cervello in un'invisibile rete di astrusi sentimenti.
Era incomprensibile.
Esattamente come i profetici vaticini divini di cui aveva parlato Roger durante una lontana lezione di latino.
" La divinità dava responsi privi di significato alcuno per gran parte delle persone che lo ascoltavano, ma per il diretto interessato, se sapeva sondare sinceramente sé stesso, assumevano lo stesso valore di una verità innegabile."
E le parole appena pronunciate da Mail rispondevano perfettamente all'antica descrizione lineare di quegli oscuri vaticini.
Ma Mihael non comprendeva, non riusciva assolutamente a comprendere.
Che quelle parole assurde non fossero allora rivolte a lui?
Impossibile.
Perché Mail guardava lui, proprio lui, e i suoi occhioni di giada erano puntati diritti nei propri divenuti incredibilmente giganti dallo stupore.
Quindi quel satiro dai capelli di infuocato tramonto si stava rivolgendo a lui.
Così come rivolto a lui era il vaticinio oscuro che aveva appena pronunciato.
Oscuro, già, ma forse non così tanto.
Perché se guardava attentamente nel marasma di sentimenti e attimi che li aveva accomunati in quei pochi ma intensi giorni il significato della parole di Mail gli appariva sicuro, indubitabile e quasi scontato.
D'altra parte lo aveva visto accadere per anni fra gli altri bambini e una parte di lui, ignorava volutamente quanto infantile e sofferente, si aspettava innocentemente che un giorno sarebbe successo anche a lui.
Amicizia.
Era qualcosa di realmente possibile anche per lui?
Nonostante il suo feroce orgoglio?
Nonostante la prepotente indole aggressiva che tanto terrore incuteva nei suoi coetanei?
Nonostante la minacciosa aura di gelido ghiaccio che gli aleggiava perennemente attorno?
Forse sì, o almeno il rosso sembrava pensarlo...
- Be' ehm...- Mail approfittò del prolungato silenzio del biondo per arrischiarsi ad abbassare il braccio con cui aveva goffamente tentato di ripararsi il naso rotto e sondare la situazione.-... non me ne dai un altro?
Mihael gli dedicò uno dei propri più terribili sguardi di ghiaccio prima di voltare lievemente il capo così che i sottili capelli biondi coprissero il sorriso inesplicabile che si stava impossessando delle sue labbra beffarde.
- Mi servi intero pomodoro.
Felicità.
Mail la sentì invadergli il corpo con l'allegra prepotenza di un fiume in piena e spalancò la bocca in un enorme sorriso colmo di quella fragranza paradisiaca, raggiante come mai gli era successo prima di allora.
- Amici?- chiese entusiasta saltellando contento sul letto mentre il dolore di quei giorni di solitudine e la sofferenza fisica del naso rotto abbandonavano la sua anima per fare spazio a quella nuova, stupenda sensazione.
- Amici.- mormorò Mihael fingendosi profondamente infastidito dal suo comportamento infantile, che in realtà però già iniziava a piacergli.- Basta che la smetti di saltellare a destra e a manca come uno stupido grillo, sembri un idiota!
- Per te sembro sempre un idiota, principessa!
- Come ti permetti?
Mail saltò agilmente al di fuori della sua portata e iniziò a ridacchiare in modo talmente divertito e spensierato che non poté non contagiarlo.
Mihael cominciò a ridere, assurdamente felice, sigillando così l'inizio della loro neonata amicizia.
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A Wammy's love story
FanfictionMatt e Mello. In Death Note abbiamo visto gli eredi di L lottare contro il caso Kira e... basta. Sì, credo che manga e anime non ci abbiano mostrato il lato "umano" di questi piccoli geni e io spero invece di scoprirlo proprio in questa mia storia...