Capitolo 3

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Qualcosa colpisce il mio volto ripetutamente, spero solo che Celeste non voglia il latte, sono davvero troppo assonnata per prepararglielo.

«Bella addormentata, svegliati» i miei occhi si spalancano di colpo nel sentire quella voce così, purtroppo, famigliare.

Per un momento ero convinta del fatto che fosse tutto un brutto sogno ma a quanto pare devo ricredermi ed anche subito, devo stare attenta a tutto, devo studiare il posto e trovare velocemente una via di fuga.

Una cosa utile che ho imparato in quei due anni, circondata da ragazzi più grandi che per arrotondare rubavano portafogli e altri oggetti, è l'essere sempre vigile, scattante e veloce.

«Dove siamo?» domando stropicciandomi gli occhi, mi metto seduta mettendo a fuoco il luogo in cui mi trovo, ci siamo fermati davanti ad un palazzo dall'apparenza molto antico e costoso, una villa fatta e finita.

«Siamo appena arrivati» scende dalla macchina trascinando con sé anche me con modi rudi e primitivi, cerco di divincolarmi dalla presa ma la sua stretta è ben salda sul mio braccio.

«Adesso, andremo da mio padre, vedi di comportarti bene, ci siamo intesi?» non rispondo sapendo che non avrei comunque altra scelta, mi prende dal polso facendomi entrare nell'enorme villa.

Saliamo le scale in marmo bianco percorrendo un lungo corridoio dalle pareti di un beige molto chiaro arricchite da piccole rientranze ed arcate impreziosite da vasi e statue conformi a quelle greche, tutto grida e ostenta ricchezza e soldi sporchi, guadagnati con il sangue e la violenza.

Le vetrate costituiscono interamente l'altra parete, sono enormi e decorate con tende riccamente lavorate in tinta color panna, il tutto termina con una doppia porta alla quale Salvatore bussa «Avanti» la apre facendomi entrare dentro, la scena che mi si presenta davanti mi fa spalancare la bocca per l'incredulità.

Una donna, o per meglio dire quella che sembra una escort, sta intrattenendo in tutta la sua nudità quello che sembra essere il padre del mio sequestratore, chiudo di colpo gli occhi scatenando le risate di quest'ultimo.

«Clelia, proseguiremo più tardi» riapro gli occhi e vedo la donna alzarsi dal pavimento delusa, per poi uscire dalla stanza lanciandomi una veloce occhiata stizzita.

«Scusa per averti interrotto padre, ma a quanto puoi vedere, ti ho portato Amalia Romanelli, la figlioletta di Antonio» si alza dal divano, in cui era seduto con la patta dei pantaloni aperti, avvicinandosi a me.

Mi irrigidisco di colpo e senza volerlo mi avvicino a Salvatore come a cercare protezione, mi do della stupida, non so dire chi dei due sia più pericoloso ma di certo non avranno un occhio di riguardo per me.

Carlo Cappone è un uomo di statura media, con capelli neri lunghi e riccioluti che tendono leggermente al grigio sulle radici, sicuramente ricorre alla tinta, gli occhi sono di un colore che va dal verde al nocciola, ha un fisico importante che ha messo in evidenza con un completo elegante di colore nero.

Noto il naso ben dritto e la bocca ricurva in un sorriso quasi di scherno nel vedermi

«Ma guarda che carina, ha proprio preso dalla madre, la picciridda» mi prende una ciocca di capelli arrotolandosela nell'indice, abbasso lo sguardo verso le mani trovandole molto ben proporzionate al resto del corpo, grandi quanto basta, dalle dita non troppo lunghe e impreziosite da anelli d'oro ma non dalla fede nuziale.

Mi tira più vicino al suo viso riportando l'attenzione al suo sguardo diventato piuttosto cupo, inspiro leggermente inalando l'odore della sua colonia che inonda tutto l'ufficio

«Salvatore, cosa le è successo alle mani?» si gira verso il figlio guardandolo male, quest'ultimo mi fulmina con lo sguardo facendo morire quel piccolo sorriso che mi era spuntato per il rimprovero di suo padre «È scappata, abbiamo dovuto cercarla e farle capire chi comanda» annuisce lentamente mollando la presa di quella ciocca e andandosi a sedere dietro la scrivania.

«Portala nella sua stanza, falla lavare e sistemare, di certo non può rimanere in queste condizioni, suo padre mi ha assicurato che è vergine, i possibili compratori dovranno trovarla immacolata, intesi?» a quelle parole sbianco di colpo, sento il sangue defluirmi dal viso, spalanco gli occhi incredula da ciò che ho appena sentito, rimango impietrita sul posto.

Mio padre mi ha ceduto a loro per mettere all'asta la mia verginità, per vendere il mio corpo, è così che ripagherà i suoi debiti.

La cruda realtà mi cade addosso come un macigno, un conato di vomito minaccia di oltrepassare la gola, serro la bocca trattenendo le lacrime di frustrazione.

Salvatore mi riprende di nuovo per il polso facendomi uscire dall'ufficio di Capponi Senior.

Rimango in silenzio, mi sento trasportata, le mie gambe si muovono ma non sono io a comandarle, si muovono e basta, Salvatore mi trascina per altri corridoi e una rampa di scale che salgo a fatica.

«Se mio padre mi romperà il cazzo per le tue ferite, giuro che ti farò pentire di essere nata» mi strattona per enfatizzare la frase, non ci presto attenzione, non mi importa delle sue minacce, la mia famiglia mi ha tradito nel modo più infimo che ci potesse essere.

La mamma era d'accordo? Avrà lottato per far cambiare idea a mio padre o ha accettato in silenzio?

E Celeste? Beh, cosa mi dovrei aspettare da una tredicenne?

Apre una stanza e mi ci butta al suo interno seguendomi un attimo dopo, chiude la porta a chiave «Sei vergine?» domanda, mi esce un sorriso sprezzante, perchè chiederlo?

Se non lo fossi a quest'ora non sarei qui.

Non rispondo, non ha senso rispondere ad una domanda di cui si sa già la risposta, cerco di mettere distanza tra noi ma le sue mani non me lo permettono, mi sbatte contro il muro portando la sua mano al mio collo, il suo corpo è tremendamente vicino al mio, riesco a sentirne il calore, i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza ed è in quel preciso momento che uno strano fremito mi trapassa dalla testa ai piedi.

Lo sento respirare sul mio collo, chiudo gli occhi pregando che quel supplizio finisca, lo sento spostarmi i capelli di lato avvicinandosi al mio orecchio «Fatti una doccia, hai un odore rivoltante e soprattutto, non farti venire strane idee in testa» si allontana bruscamente e mi butta per terra uscendo dalla stanza premurandosi di richiuderla a chiave, sta scherzando vero?

Sta fottutamente scherzando, spero.

Angolo Autrice
Capitolo aggiornato!

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