Le nuvole diventano nere preannunciando un temporale che ci coglie di sorpresa.
I nostri vestiti si inzuppano attaccandosi alla nostra pelle, Salvatore mi stringe a sé ridendo come un ragazzino «Amalia, sono felice!» gli sorrido accarezzandogli la guancia «Davvero?» domando ancora dubbiosa del suo comportamento, non voglio essere presa in giro, ho messo in campo il mio cuore.
«Si! Andremo a vivere altrove, potrai trovare la tua famiglia e fare tutto quello che ti pare! Credimi, tu sei importante per me...» mi bacia cancellando ogni pensiero negativo dalla mia testa.
Mi prende in braccio continuando a baciare ogni centimetro della mia faccia, mi metto a ridere «Dovremo ripararci da questo diluvio! Prenderemo un malanno!» si alza per poi aiutare me, intreccia la sua mano alla mia ed insieme corriamo verso la strada dove ad attenderci c'è una Mercedes nera.
Il finestrino si abbassa e compare la figura di un uomo in giacca e cravatta «Ho pensato di seguirla, signore, ho notato i nuvoloni» Salvo apre lo sportello e mi fa salire per poi sedersi accanto a me.
Mi avvolge la vita e mi fa appoggiare al suo petto «Non ci speravo quasi più, è un sacco di tempo che non mi sentivo così felice e libero!» sorrido chiudendo gli occhi beandomi delle sue carezze e del suo profumo.Quando riapro gli occhi noto di trovarmi nella stanza che mi era stata assegnata al mio arrivo alla Villa Capponi.
Mi metto seduta stropicciandomi gli occhi, chissà quanto avrò dormito visto che fuori è buio!
Scendo dal letto andando in bagno, mi lavo la faccio e mi pettino i capelli «Forza Amalia!» dico a me stessa uscendo per andare ad indossare qualcosa di decente.
Mentre apro le ante dell'armadio la porta della mia camera viene aperta facendo comparire la figura di Salvatore, gli sorrido senza pensarci troppo mentre si avvicina lentamente a me «Mangeremo con la mia famiglia, preparati... Preparati moralmente...» mi fissa con espressione seria mentre io non riesco a staccare le mani dalle ante aperte «Con... con... con... la tua famiglia?!?» domando sconvolta, non posso affrontare una cena con un'orda di mafiosi!
È già abbastanza difficile per me accettare i miei sentimenti per Salvatore, non riuscirò a sostenere altri cinque Capponi!
Sembra capire la mia titubanza, infatti, con gesti fluidi mi ritrovo nel suo rassicurante abbraccio «Stai tranquilla, ci sarò io con te» mi bacia la fronte infondendomi quello strano calore che si dilaga per tutto il mio corpo «Cosa gli dirai esattamente?» sa a chi mi sto riferendo per questo indugia qualche istante per rispondere «Dirò che deve accettarti come sua nuora e se questo non gli va bene può considerarmi morto» le sue parole sono dette con tono gelido, rabbioso, non sembra quasi la sua voce, mi acciglio visibilmente «Non devi rinunciare a tutto per stare con me! Io non voglio essere la causa di una prossima spaccatura all'interno della famiglia, ti prego, rifletti su quello che desideri e soprattutto, sulla scelta più saggia da prendere» mi guarda sorpreso, non si aspettava di certo queste parole, voleva che lo incoraggiassi, glielo si leggeva in faccia ma non posso farlo, non posso essere la causa della sua infelicità.
Suo padre lo caccerà di casa senza un soldo in tasca, non voglio che me lo rinfacci in un futuro prossimo.
È vero, sono innamorata di lui, e quando due persone si amano dovrebbero risolvere i loro problemi insieme ma questa è la mafia e se fai un passo falso paghi con la vita.
«Amalia, parlerò con mio padre, i miei fratelli mi sosterranno e vorrei che lo facessi anche tu! Non puoi tirarti indietro ora» non lo sto più ad ascoltare, i suoi fratelli lo aiuteranno?
Perché penso che tutta questa storia non terminerà bene?
Ho un brutto presentimento, prendo la sua faccia tra le mani in modo che mi possa guardare negli occhi «Non farete niente di stupido, mi auguro» cerca di distogliere lo sguardo ma non glielo permetto «Salvatore, dimmi che non agirete con imprudenza, ti prego non commettere passi falsi» lo sento sussultare mentre ci fissiamo negli occhi, lentamente mi avvicino e poggio le mie labbra sulle sue «Non voglio che ti accada niente...» lo stringo forte a me ricambiata dalla sua presa forte e protettiva.Alle 20:30 in punto scendo le scale con accanto Salvatore ed insieme raggiungiamo la sala dove di solito la sua famiglia cena.
Al suo interno vi sono tutti tranne suo padre, mi guardano con pena mentre prendo posto a tavola.
«Come ti senti, cara?» domanda Lucia sorridendomi gentilmente «Molto meglio, grazie...» la stanza cade nel silenzio e così rimane fino l'arrivo del capofamiglia.
«Buonasera!» saluta sedendosi a capotavola, ci guarda uno ad uno ed io non riuscendo a sopportare quella radiografia abbasso lo sguardo verso le mie mani poggiate sulle cosce.
«Lucia, ho una nuova figlia e non mi dici niente?» sento gli sguardi di tutti i presenti su di me, alzo la testa per incontrare gli occhi di Carlo Capponi «Amalia, giusto? Salvatore mi ha parlato molto di te...» getta uno sguardo d'intesa al figlio che non apre bocca per pronunciare una singola sillaba «Vedo che ti sei ripresa! Sono contento, ma basta adesso, il mio stomaco richiede del buon cibo e credo che anche i vostri!» batte le mani in modo che i camerieri possano cominciare a servire le prime pietanze.
Mi giro verso Salvatore che nel frattempo sta mangiando senza dare peso a nessuno, vedo Marianna sorridermi e Luca farmi un occhiolino mentre Massimiliano non mi degna di uno sguardo.
Lucia, nella sua compostezza regale, beve un sorso di vino mentre suo marito si ingozza di cibo.
Mi vengono i brividi, non di freddo, ma di ribrezzo, nel pensare a quello che deve subire quella povera donna per colpa di quell'uomo.
Torno con lo sguardo sul mio piatto dove i paccheri sono ancora nell'ordine disposto dal cuoco, non riesco a mangiare, il mio stomaco è chiuso in una morsa di agitazione mista a paura.
Non oso neanche immaginare cos'hanno in mente di fare.
Mi sembra di impazzire in questo insopportabile silenzio, sento solo il mio cuore che batte come se volesse uscire fuori dalla gabbia toracica.
Sento la sua mano sulla mia coscia, mi irrigidisco cercando di non dare nell'occhio, cosa vuole fare?
Sale di qualche centimetro afferrando la mia mano per poi stringerla nella sua.
«Sei mancina?» domanda Marianna guardando la mia mano sinistra che tiene la forchetta «Si» sussurro tanto da non essere sicura che mi abbia sentito, i camerieri prendono i piatti e li cambiano con altri puliti mentre le nostre mani restano intrecciate sotto al tavolo.
Carlo viene servito in maniera impeccabile, il cameriere porta il piatto già pieno dalla cucina e questo mi fa capire come tutti lo considerano in questa casa: un Dio.
Ma qualcosa non quadra, tutti hanno fissato gli occhi sul suo piatto come se aspettassero qualcosa, intravedo Caterina dalla camera adiacente, sul viso ha dipinta un'espressione oltremodo malefica, mi giro nuovamente e solo in quel momento capisco cosa sta per succedere: hanno avvelenato il contenuto del piatto.
Cerco di liberare la mia mano dalla presa di Salvatore ma lui al contrario me la stringe fino a farmi male come minaccia di starmene al mio posto.
Si porta la forchetta alla bocca e dopo quello che sembra un minuto lo vedo strabuzzare gli occhi portandosi le mani alla gola, comincia a tossire convulsamente sotto gli occhi di tutti, neanche Lucia fa qualcosa per aiutarlo.
Punta gli occhi verso di me e poi verso quello che credeva essere suo figlio «Perché?» riesce a biascicare prima di cadere a terra senza vita.
Chiudo gli occhi, non riesco a credere che sia morto, che lo abbiano voluto uccidere i suoi stessi figli!
Ora capisco il suo strano comportamento in camera, il suo indugiare nel rispondere ed il suo evitare il mio sguardo.
Avevano programmato tutto!
Rimango pietrifica sulla sedia senza accennare a fare alcun movimento «Dobbiamo sbarazzarci del corpo» sento di dire prima che tutto ad un tratto si faccia buio.Angolo Autrice
Bonsoir!
Come va?
Ve l'aspettavate la morte di Carlo Capponi?
Vi ho sorpresi?
Spero di si!
A presto❤
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Irrimediabilmente Tua
Ficción GeneralAmalia Romanelli è una ragazza proveniente da una famiglia povera della Calabria. Salvatore Capponi è il figlio di un capo mafioso siciliano. Dal libro: «Bellezza, dove scappi?» mi agguanta con forza dal braccio e mi stringe a sé palpandomi il seder...