Capitolo 4

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Ha veramente detto che puzzo?!

Mi alzo dolorante e sbuffando mi guardo intorno, non devo perdermi d'animo, non è la prima volta che qualcuno mi rinchiude a chiave, sono sempre riuscita a farla franca e ci riuscirò anche adesso.

Se spera che starò qui ad aspettare che qualche vecchio bavoso venga a soddisfare i suoi bisogno, beh, ci è cascato male.

Ispeziono la stanza, è qualcosa di enorme e super elegante.

Mi avvicino alla finestra notando l'altezza troppo elevata per i miei gusti, respiro a fondo cercando di ragionare con freddezza, sono stata rapita dai Capponi, uomini pericolosi che non scherzano e non hanno tempo da perdere con ragazzine ribelli, scappare da qui è complicato ma non impossibile, questa villa sarà sorvegliata da cima a fondo ma tentar non nuoce.

In questo caso, mi può nuocere in effetti, ma non rimarrò chiusa qui senza far nulla.

Noto un'altra porta che apro rivelando un bagno, cerco di farmi venire qualche idea geniale in testa ma non ne vuole sapere di aiutarmi.

Poso nuovamente gli occhi sulla finestra, se saltassi rischierei di rimanere sulla sedia a rotelle e visto che non è tra i miei propositi, accantono l'idea.

Sbuffo sedendomi sul water, e adesso che faccio?

Giro il viso verso la vasca e i miei occhi si illuminano mentre nella mia testa si sta già sviluppando un piano che se ben giocato potrebbe darmi una micro possibilità di liberarmi, e di nuovo il mio ringraziamento va a quei teppisti di strada.

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Mi ha scambiato per un cazzo di servo? Per una guardia del corpo?

Con questa mio padre ha veramente esagerato, se vuole qualcuno che badi a quella ragazzina che si prenda un fottuto babysitter.

Non gli è ancora passata per la storia Ida Sapone, la deliziosa cuginetta che avrei dovuto sposare ma con la quale ho rotto il fidanzamento.

Non mi sposerò per soldi, se mai dovesse succedere, sarà perchè entrambe le parti lo desiderano.

Sbuffo salendo le scale con un vassoio in mano contenente del cibo per la biondina, spero che quella ragazzina non stia facendo niente che possa alterare la mia calma perché sono già abbastanza incazzato di mio.

Quella sensazione che ho provato nell'averla avuta così vicina al mio corpo mi ha confuso più del dovuto e questo non va affatto bene.

Non posso commettere qualche passo falso, è solo una bimbetta che della vita ancora non ha capito niente, dovrò farle capire che non è un gioco e che la sua preziosa verginità è la chiave per non morire.

Apro la porta della camera da letto, mi affaccio col timore che quella pazza possa colpirmi di sorpresa ma vedendo la calma che aleggia nella stanza entro dentro, appoggio il vassoio sul comò e mi guardo intorno, di lei neanche l'ombra, mi incammino verso la porta del bagno quando vicino al letto una sensazione di bagnato mi pervade le piante dei piedi, abbasso lo sguardo ritrovando il pavimento allagato, il tappeto zuppo d'acqua, ed altra acqua che continua indisturbata ad uscire dal bagno.

Sbianco di colpo, in poche falcate arrivo alla porta aprendola ed entrando trovo Amalia nella vasca completamente vestita e apparentemente svenuta.

Mi fiondo su di lei, chiudo il rubinetto prendendola dalle spalle, le sposto i capelli bagnati dalla faccia scuotendola <Amalia!> non vedendo alcun segno di ripresa, la prendo in braccio e la vado a stendere sul letto per poi guardarmi intorno non sapendo cosa fare, decido di andare a chiamare la governante in modo che posso svestirla e farla riprendere.

Corro fuori, porca troia, lo sapevo che mi avrebbe dato gatte da pelare questa specie selvaggia.

Scendo le scale così veloce che neanche me ne rendo conto, vedo Erminia in lontananza e non esito a chiamarla a gran voce <Che succede, signorino Salvatore?> domanda preoccupata, le spiego velocemente la situazione e dopo avermi tranquillizzato mi manda a prendere la macchina della pressione nella cassetta medica.

Sto per risalire quando delle impronte bagnate catturano la mia attenzione, le seguo con lo sguardo rendendomi conto che portano al portone d'ingresso.

<Porca puttana> impreco capendo di essere stato fregato alla grande da quella stronzetta.

Lascio cadere quello che tenevo in mano e mi metto subito a cercarla uscendo fuori dalla villa.

Il giardino è abbastanza grande, non credo si sia avventurata al cancello, non è poi così stupida da rischiare di essere presa subito dalle guardie di sicurezza.

<Amalia, ti conviene uscire alla scoperto e soprattutto non ti conviene farmi incazzare> urlo sapendo che riesce a sentirmi, comincio ad ispezionare tutti i cespugli con scarsi risultati, decido di far liberare i cani da guardia ed in men che non si dica, l'intero giardino si riempie di latrati e di urla.

Mi squilla il telefono, distraendomi per qualche secondo, rispondo senza neanche guardare il numero «Pronto?» sento un risolino, alzo gli occhi al cielo «Salvo? Mi senti? Sono Ida!» ci mancava pure questa rompicoglioni per finire alla grande la giornata.

«Dimmi» sento uno sbuffo dall'altra parte del telefono, Dio, con quale coraggio riesco a sopportare questa sanguisuga umana? Se non ricordo male le avevo detto di non chiamarmi più.

«Ma quando vieni a Palermo? Dobbiamo parlare seriamente sul da farsi, so bene che non ti piaccio ma sposarsi non vuol dire per forza dover stare insieme, è solo un matrimonio di facciata, lo sai anche tu» sospiro esasperato, non ho minimamente la voglia di affrontare questo discorso, per me è già un capitolo chiuso «Non ti soddisfano a dovere i siciliani?» sono crudele, ma che posso farci? Sono incazzato nero con quella ragazzina che se prendo riduco in brandelli, sono incazzato per cazzi miei e lei capita a fagiolo per sentirsi mandare a fanculo.

È nella mia natura!

Poi così facendo non mi chiamerà per un bel po' ed io potrò stare tranquillo per qualche giorno.

«Ma vai a farti fottere, stronzo!» mi chiude il telefono in faccia, lo poso nella tasca posteriore dei jeans girandomi nella direzione dell'abbaiare dei cani, in pochi istanti vedo apparire dal nulla Amalia ancora del tutto bagnata con i cani che la inseguono <Bene, bene... > ghigno compiaciuto per poi fischiare ai cani che lentamente e un po' riluttanti se ne tornano nelle loro cucce.

Cade a terra stremata dalla corsa e così in pochi passi la raggiungo e senza alcun tipo di accortezza la prendo dal braccio rimettendola in piedi <Tu farai una brutta fine> le dico a denti stretti prima di affidarla a due dei miei uomini che la riportano nella sua stanza mentre cerca invano di liberarsi.

<Ti odio, ti odio, Capponi di merda> la sento urlare da lontano ma decido di non dare importanza a quell'insulto.

Mentre la guardo allontanarsi di forza mi squilla nuovamente il telefono, è mio padre e se chiama a pochi minuti dalla telefonata avuta con Ida vuol dire che sono fottuto.

Angolo Autrice
Sto andando abbastanza veloce con la revisione, voglio proprio sapere cosa ne pensate!



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