Capitolo 7

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(EVIE)
Eve tese la corda dell'arco. Cercò di fare come aveva detto Will Solace, focalizzandosi sul bersaglio, ma l'ennesima freccia si conficcò nel bordo bianco.
Ne afferrò subito un'altra dalla faretra che aveva appoggiato a terra, ma non appena alzò il gomito per sistemare la freccia venne fermata.
-Lo fai con troppa violenza- Sentendo Sherman Yang arrivare abbassò il braccio.
Eve lo guardò infastidita.
-Senti da che pulpito- gli rispose.
Eve si rimise in posizione con ancora più foga mandando la freccia da tutt'altra parte quando la fece scoccare.
Mentre la ragazza posava l'arco a terra, una freccia finì poco distante dal centro del bersaglio accanto al suo.
-E proprio per questo che mi alleno spesso qui- riprese il figlio di Ares.
-Bisogna sviluppare la pazienza se si vuole primeggiare.
-Ognuno ha i propri metodi- rispose Eve.
-Tu che ci fai di nuovo qui piuttosto? Anche ieri lanciavi frecce- le chiese lui. L'aveva notata...
-Finora era un posto tranquillo.
Rispose Eve con tono di sufficienza.
-Di solito i ragazzi della tua casa non vengono qui, il fratello di mezzo vuole primeggiare, almeno in questo?-
La competizione non era alta in nessun'altra casa come in quella di Ares. Difficilmente si trovava un posto tra i primi.
-Devo primeggiare, se non voglio essere scavalcato dagli altri, ma non fa bene seguire le loro stesse orme. Un giorno Clarisse dovrà pur essere rimpiazzata da qualcuno, ma non penso lascerà sua lancia al prossimo leader- rispose lui.
Non aveva un orgoglio debole.
-Bello vedere nella propria famiglia degli avversari- commentò Evie.
-Quella tra fratelli è tra le prime competizioni della vita-. Posò anche lui l'arco. -E poi tu che ne sai della competizione in famiglia.
"Più di quanto tu creda" pensò Eve.
-Non molto in effetti, sono capo cabina a tavolino. Passo le mie giornate nella noia- rispose la ragazza.
Da quando il padre si era sposato Evie passava le giornate a cercare di farsi notare. Era una continua gara contro "Lizzy biondo platino", così chiamava da piccola la fidanzata del padre.
Il piccolo segreto condiviso col padre, sul fatto che fosse al campo mentre Lizzy la credeva in collegio, la spingeva a sopportare qualunque cosa non le piacesse.
Il figlio di Ares le diede le spalle, e sistemò arco e feretra al loro posto. Girò la testa leggermente verso le sue spalle. - Fammi sapere se ti servisse compagnia allora- e se ne andò.

(NICO)
Nico stava ancora dormendo quando Connor bussò alla sua porta.
-Nico sei qui dentro?
Malvolentieri Nico aprì la porta al figlio di Ermes
-Eccoti finalmente, cosa hai fatto tutto questo tempo?
-Ero stanco... per quanto ho dormito?- chiese Nico.
-È già ora di andare a cena, dobbiamo sbrigarci.
Nico si chiuse la porta alle spalle e seguì il ragazzo.
-Connor- lo chiamò Nico.
-Conosco il campo, non devi sentirti obbligato a stare con me ovunque tu vada.
Connor lo guardò serio e poi rise
-Nessuno mi obbliga, siamo amici no?

Nico non trovò una risposta. Sapeva che non aveva senso stupirsi, ma sentire la spontaneità del figlio di Ermes in quella frase lo scosse. Non era come quando Annabeth provava a parlargli, o Percy, o Chirone, come se fosse un ragazzino bisognoso di conforto. Il loro parlargli come se fosse la cosa giusta da fare e non centrava nulla con la genuinità di Connor.

Quella sera mangiarono in fretta, il coprifuoco era rimandato di due ore, e avrebbero avuto più tempo per stare attorno al falò.
Quando Nico sia alzò dal tavolo Connor gli fece cenno di seguirlo.
-Ti presento dei ragazzi, ti va?
Nico fu contento che fosse una proposta e non un modo per dire "provo a farti fare amicizia, solo non ne saresti capace".
Si avvicinarono a tre ragazzi
-Sono tuoi amici?- gli chiese Nico.
-Dipende.
Connor salutò, presentò Nico e viceversa.
-Jack e Clovis li conosci già- i due ragazzi fecero un cenno.
-Io sono Josh Double-. Un ragazzo dai capelli castano chiaro si presentò

-Ehi Joshua! - Si avvicinò a loro un ragazzo con un bicchiere di cola in mano. -Dylan. Ti ho detto mille volte che è solo Josh-. Disse il sotto scritto seccato.
L'ultimo arrivato lo ignorò e si rivolse a Nico -Sei quello nuovo?-.
-Diciamo- rispose Nico.
Il ragazzo guardò verso il falò.
Nico fece lo stesso, vicino al fuoco videro una ragazza con i capelli rossi cercare di far scogliere il cioccolato su un biscotto, e accanto a lei Chloe con le mani in tasca. A quanto pare non era l'unico ad averla notata, perchè Dylan subito disse -Oggi chi ha trovato Chloe nel bosco? Avrei voluto prenderla io.

Nico trovò che la fissa per il rapimento non fosse solo una caratteristica delle divinità
-È stato Nico- intervenne Jack
Nico confermò. -Considerando come ha reagito devi ritenerti fortunato a non averla incrociata.
Jack posò il suo bicchiere. -Non pensare troppo a come si è comportata, oggi era una giornata storta.
Clovis si aggiunse alla discussione. -Con lei è così, a volte devi saperla prendere, prima che lei ti prenda a male.
Dylan riguardò verso il falò.
-Beh, se si tratta di lei, davanti, dietro, di lato, la prendo da tutte le parti che vuole.
Nico ringrazio di non essere l'unico a rispondere con un silenzio imbarazzato.
Clovis gli lanciò una brutta occhiata -Dylan, se non sbaglio Selena ti cercava. 

Dopo aver mandato via Dylan, Connor commentò -Il solito tipo. Squallido quanto le ragazze che abbindola.

-Se ci unissimo agli altri? Rischio di riaddormentarmi stando qui a scaldare la sedia- disse Clovis alzandosi. 

Jack e Connor lo seguirono. Quando anche Nico si alzo si sentì chiamare.
-Nico- Josh era rimasto seduto e lo guardava.

-Cosa è successo in particolare con Chloe oggi?

-Niente da dover essere raccontato- gli rispose schivo Nico.

-Capisco- replico Josh. -Sappi solo che Chloe, può sempre contare sui suoi amici, per chiunque le crei problemi.
-Buon per lei allora- rispose Nico.
Josh si alzò. -Ci vediamo.- Lasciò intendere di non voler essere seguito.
A Nico non potè importare di meno. Di certo non si faceva intimorire dai discorsi velati di Josh. E di certo non gli importava nemmeno di Chloe. Da dove venisse o che avesse fatto non era affar suo. Anche se non voleva dare soddisfazione a Josh, decise di non raggiungere gli altri. Si sentiva infastidito, non voleva vedere nessuno. Stava per tornare nella sua cabina, quando il suo sguardo cadde su una figura poco lontana che andava via. Come la prima volta in cui si era trovato con lei in quella situazione sentì una strana sensazione, ma questa volta era qualcosa di molto peggio.

Nico di Angelo- La tua vera casa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora