Capitolo 4

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(NICO)

Era stato un attimo, era lì ed un secondo dopo non c'era più. Non era sparita nell'ombra come faceva lui. Era come se si fosse mossa, ma lui riusciva solo a vedere lei che lo guarda dalla riva ... troppo immobile. "Foschia", ebbe solo il tempo di pensare prima di vederla ricomparire qualche metro più in là. Non sapeva esattamente come ci riuscisse, ma lei non era l'unica a saper fare questo gioco. Con un passo entrò nell'ombra di un albero, ma lei fu altrettanto veloce, spostandosi prima che lui potesse toccare terra. Sembrava come le immagini dei televisori quando prendevano male, e le immagini sfarfallavano. Era snervante, pensava di averla raggiunta, e poi lei si distorceva. Continuò così, inseguendola finché, capita la direzione verso cui lei tendeva ad andare, la precedette spostandosi prima di lei ed un passo più avanti. Lei per la sorpresa quasi non gli cadde addosso, e prima che potesse scappare, le prese i polsi. Ormai l'aveva toccata e non poteva più provare a fuggire, in teoria.

Si guardarono in faccia, con le braccia di lei incrociate ad "x" tra i loro visi. Purtroppo non si era sbagliato, era lei.

(CHLOE)
Andava tutto bene. Erano riusciti a mischiarsi con tutti gli altri semidei. Fingere di essere dei poveri ragazzini di strada spaventati, nessuno sospettava da dove venissero realmente. Ed eccolo lì. Le sarebbe piaciuto dire che si era scordata di lui, ma non era la verità. Dalla primissima sera dopo la guerra era stato nei suoi pensieri. Arrivata al campo era divenuto una paura infondata. Tutto ciò che sapeva di lui in fondo, veniva dai suoi pensieri. Perché aveva deciso risparmiarla?
Se l'avesse trovata al campo l'avrebbe subito accusata, facendola cacciare via (sempre che solo di questo si trattasse la punizione per il "tradimento" )insieme agli altri? Ma per non impazzire si era convinta che magari non sarebbe mai tornato al campo. Invece eccolo la davanti a lei, capelli neri, pelle olivastra, e adesso che lo guardava da vicino, gli occhi blu scuro.
Si liberò dalla presa con uno strattone e lui non tentò di riprenderla.
-Se ti preoccupa, tranquillo hai smesso di inseguirmi- sarebbe stato inutile scappare.
-Ma come hai fatto a...- prima che potesse finire la domanda lo interruppe -il viaggio nell'ombra è magico. Comunque io preferisco metodi diversi.
Non gli importava nulla di sembrare maleducata, continuò a dargli le spalle. -Che dici ci muoviamo e finiamo questa idiozia prima che faccia buio?.
Lui non le rispose ma cominciò ad camminare con lei. Dopo un po' si accorsero del problema.
-Aspetta- le disse. -Non la so più-.

-In che senso "non la sai"?
-La strada per tornare indietro, non so nemmeno dove siamo.
Durante quell'inseguimento si erano allontanati molto e adesso si trovavano da tutt'altra parte della foresta.
-Non c'è problema- gli rispose.
-Ecate, dea degli incroci e della strade, oltre che della magia.
Era inutile provare a nascondere qualcosa, tutto quello che voleva sapere di lei poteva benissimo scoprirlo da solo, dato che ormai erano entrambi al campo.
-Seguimi, proverò a ritrovare la strada.
-Quindi sei una figlia di Ecate- le disse il ragazzo -ecco perchè di quel... hai detto che non era viaggio nell'ombra, quindi cosa hai usato?
-Tu te ne vai in giro a spiegare come funzionano i tuoi poteri al primo che capita?- rispose Chloe.
-No, ma mi sembra coretto non essere trattato come un idiota dalla persona a cui hai risparmiato la vita.
-Cosa avresti fatto tu?- Chloe gli gridò contro, non riusciva a credere che avesse tirato fuori quel primo incontro.

Lui non si intimorì per nulla, anzi continuò. -È inutile reagire così. Arrabbiati quanto vuoi, ma se ti avesse visto un altro quel giorno...

Abbassò lo sguardo verso il laghetto,  cercò di calmarsi
-Sei un'ingrata!- ora era lei che doveva inseguirlo.
Fece l'errore di toccargli una spalla, perchè quest'ultimo si scansò subito.
-Mettiti nei miei panni- Chloe non resistette più. -Ora che ci sei tu, che dovrei fare? Come dovrei reagire?
Ricominciò a cercare una via per tornare indietro, con lui al seguito.
-Che intendi dire?-
-Ormai che sei qua, credi io non sappia cosa succederà? Racconterai tutto a Chirone, gli dirai da dove vengo realmente, e ci cacceranno. Finiremo in esilio.-

-Finirete? Tu e chi?

Neanche a chiamarlo, vide correre Jack nella loro direzione. Si maledisse da sola. Stava pensando a lui, e senza rendersene conto, invece di ritrovare il percorso, si era messa nelle sue tracce. Stava scappando, infatti subito dietro di lui vide correre Eve, che gli saltò addosso.

-Ormai sei bloccato, è la regola!

Eve era sopra la sua schiena e badava bene che non avesse modo di scappare.

-Chloe, diglielo che ho vinto è non può più costringermi a correre come una matta- aveva il fiatone.

Le voleva far notare che nessuno la costringeva ad inseguire proprio lui, ma non era il momento.

-Si, se lo blocchi così ha definitivamente perso.
Eve liberò dalla presa Jack.
-Ti avevo già preso prima! Ma tu no, non puoi farmi vincere semplicemente prendendoti per un braccio. Devi farmi correre fino allo sfinimento.
Il ragazzo aveva un sorriso conpiaciuto.-Te lo scordi comunque che mi faccia vedere con te, torno con Chloe- rispose lui.
Toccava sempre agli altri sopportarli e cercare di non farli ammazzare a vicenda.
-Io non ero tra i cacciatori- precisò Chloe. -Peró se Eve è daccordo, facciamo uno scambio e vai con lui- indicò il ragazzo. Era la giusta occasione per liberarsi di lui subito.
Non sapeva se Jack avesse capito cosa voleva da lui, ma sembrava soddisfatto.
-Tutto pur di non rischiare di finire di nuovo schiacciato da Evil
-Non chiamarmi in quel modo!

I ragazzi cominciarono ad andare quando Chloe li fermò

-Aspettate- Chloe abbracciò Jack, abbastanza perplesso, impiegando giusto il tempo per sussurare "lui sa".

-Ci vediamo più tardi- e andò via con Eve.

(JACK)
Lui sa.
Per la loro situazione, non c'erano molti modi di interpretare quella frase.
Pur non sapendo quanto cose il ragazzo conoscesse di loro , avrebbe dovuto fare attenzione a ciò che diceva.
-Quindi.Come hai detto di chiamarti?
-Nico. Nico di Angelo- gli rispose
-Io sono Jack- evitò di usare il falso cognome.
Ma in silenzio, sperò comunque che Nico non avesse mai sentito il cognome "Nakamura".

Nico di Angelo- La tua vera casa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora