La situazione "Bob".
Ogni volta che Frank Iero andava al bagno succedeva una tragedia, qualcosa di strano, di inaspettato, come se le forze dell'universo si unissero nel preciso momento in cui si metteva a pisciare, come era possibile?
E se state facendo gli scettici leggendo questa cosa, beh... Smettetela! Quella orribile giornata, anzi la più orribile giornata della sua vita, e lui di giornate di merda ne aveva avute eh, era la prova, la prova che avrebbe convinto chiunque che andare al cesso faceva muovere chissà qualche cazzo di divinità nell'universo contro di lui. Che forse la suddetta divinità se la prendesse con lui perché quando doveva fare dei "lavori" con Ray per conto del capo, dicessero "andare in chiesa"? Ma come potevano dire "andare a picchiare o ferire o uccidere o spaventare o rubare o percuotere gente"? Ovvio che no, e se a Dio non stava bene non se la doveva prendere con la sua povera vescica cazzo!
Si lasciò cadere sul divano di casa sua immerso in sangue, sudore e lacrime, ma soprattutto sangue, e con la convinzione che nessuno nel mondo aveva mai associato piscio e Dio, ma considerando la giornata, quella era la cosa migliore che fosse successa. Si strofinò gli occhi rossi, non si era ridotto in quello stato, neanche quando con Ray, da adolescenti, decidevano di fumare erba e bere una cassa di birra scadente sul tetto di casa dei suoi fino a quando non si facevano le quattro del mattino e per il rumore di risate idiote, la sua vecchia decrepita vicina di casa non prendeva il buon vecchio, quanto lei, fucile a salve, urlando di andarsene affanculo che lei voleva dormire.
Bei tempi quelli.
Si passò una mano tra i capelli che erano disastrosi. Gli veniva quasi da ridere a ripensare tutto, adesso sembrava lontano.
Per un attimo gli sembrò di essere ancora a Parigi da quei tizi che ogni mezza parola facevano un gargarismo e sembrava che sputacchiassero qua e là, gli era mancato il suo merdossissimo Jersey, ma non pensava che dopo una settimana dal suo ritorno potesse andare così.
Ma ora avrebbe solo dovuto dormire e smettere di pensare, anche perché gli sembrava di essersi dimenticato di tutto quello che era successo e forse era un bene, eppure sentiva che se non si fosse ricordato tutto per filo e per segno non avrebbe chiuso occhio neanche cinque minuti.
Sospirò e cominciò dalla mattina.
Non ne era sicuro neanche lui, si era alzato e sistemato per poi vedersi con Ray, come tutte le mattine, eppure quella mattina gli era venuta voglia della polvere d'angelo speciale di Bob, ecco cosa c'era di diverso!
Non aveva mai amato troppo la droga, se non la vecchia Maria, al contrario di quel fattone del suo amico afro, eppure la roba speciale di Bob era un'altra storia, non sapeva cosa quell'idiota ci mettesse, ma era il suo punto debole e adesso che era tornato la voleva, forse quello era l'ultimo tassello per sentirsi davvero a casa.«Quante cazzo di volte ti ho detto che quando dobbiamo andare in chiesa non possiamo fermarci a fare commissione Iero? Mister Black non tollera ritardi» sospirò Ray fermando la macchina di botto davanti casa di Bob, a quanto pare non aveva preso il suo desiderio troppo bene, ma faceva sempre così per poi fare le cose.
«Cazzo, lo sai che sono solo cinque minuti Raymond, non ti lamentare» rispose scendendo dalla macchina con un movimento fluido e sbattendosi la portiera alle spalle.
«Sei un figlio di puttana fortunato ad avere un amico e un socio come me, Frank» continuò l'afro scendendo a sua volta senza chiudere la macchina, tanto sapeva che nessuno avrebbe osato toccarla, c'era il fedele adesivo "bad mother fucker", immediatamente associabile al loro capo, per cui, quello era meglio in un antifurto.
«Vero, hai ragione, ma ricorda, sei fortunato anche tu che tutti quei capelli e tutto il tutto il crack che ti fumi non siano ancora entrati in contatto amico» rise Frank calpestando il prato e sistemandosi i pantaloni, l'altro fece la stessa cosa di riflesso, sapevano bene di doverli sistemare spesso considerando la pistola che ci tenevano dentro e considerando che non volevano brutte soprese quali spari ai piedi, non che non fosse mai capitato.
«Vero, hai ragione, ma sai che fumo crack solo il martedì» puntualizzò il maggiore suonando il campanello.
«Martedì fortunati fino ad ora» continuò scrollando le spalle e alzando le sopracciglia.
Bob aprì la porta con i soliti boxer e la sua solita vestaglia rossa lasciata sempre aperta e larga, la sua barba e la sua immancabile apatia stralunata. Con gli anni, Frank aveva formulato l'ipotesi che quell'uomo non si vestiva diversamenteneanche per andare a fare la spesa, anche se probabilmente non ci andava, e che lo facesse appositamente per i clienti, forse non gli piaceva il solito look da spacciatore, ma aveva anche formulato l'ipotesi che nascondesse roba nella barba gigante, ma anche caramelle, quindi non c'era da fidarsi dei suoi pensieri.
«Prego» disse semplicemente per poi lasciare le spalle ai due che senza dire altro entrarono in casa.
Ma a Frank bastò guardarlo negli occhi per farsi venire da ridere.
«Come è possibile che siano le... Toro che ore sono?» chiese rivolgendosi all'amico.
«Le dieci e trentadue» rispose alzando la manica della giacca.
«Che siano le dieci e trentadue e tu non ti sia ancora spippato qualcosa? Vado via e ti rammollisci?» continuò con aria divertita.
Bob non disse nulla fino a quando non arrivarono in soggiorno, si girò e scrutò i due con l'aria di chi quella mattina si era già sentito dire quella frase altre volte, non che però fosse un tipo di molte parole.
Ray si morse le labbra semplicemente per staccarsi le pellicine come al solito, mentre Frank si accomodò sul vecchio divano logoro, nessuno dei due sembrò fare caso alla faccia di Bob, forse perché a nessuno dei due importava realmente la risposta a quella domanda.
«Sto cercando di fare la persona seria per mia moglie, adesso lavora all'ospedale» ribattè Bob guardando il soffitto e poi scuotendo la testa.
«Oh che fa?» chiese Frank sorpreso.
«Infermiera».
«Diciamo che ha una certa esperienza con gli aghi» rise di gusto Ray.
«Non credo sia molto divertente amico» rispose irritato l'uomo in vestaglia.
«Calmo Bobbie, lo sai che tua moglie mi sta simpatica e poi non vorrai perdere uno dei tuoi migliori clienti» rispose Ray mettendo le mani avanti in segno di resa e indicando con lo sguardo Frank.
Il biondo sembrò capire e considerando che il ragazzo era uno dei pochi a non aver mai fatto un debito e a pagare subito senza storie.
Si tolse il ghigno incazzato per cambiare direttamente discorso.
«Allora... Roma là, Amsterdam, Europa o qualcosa del genere, insomma la cazzo di città dove sei stato era bella?».
«Fantastica, ma mi mancava il mio Jersey, un anno di lontananza mi è bastato» sorrise appena ripensando alla sua partenza.
Ci fu un momento di silenzio.
«Chi c'è?!» si sentì una voce stridula provenire dall'altra stanza.
«Zitta!» urlò Bob seccato.
«Lo dico a Bonnie!».
«Puttana...» imprecò a bassa voce il biondo.
«Clienti cazzo! Clienti! Sono sempre maledettissimi clienti!» urlò forte stavolta.
«Scusate, la sorella di mia moglie che ha pensato bene di lasciare il college, se non amassi tanto Bonnie l'avrei già sbattuta sotto un ponte» fece quasi un sorriso, che non si capì se fosse per quella visione malvagia o perché il suo cervello era completamente fottuto ormai.
«Le donne rompono i coglioni amico» rise Frank mettendo le gambe a cavallo.
«Allora, cosa posso fare per voi?».
«3 grammi di polvere d'angelo, quella speciale, quella che mi è mancata tanto e fammi andare al cesso» rispose il minore.
Bob non replicò, sparì semplicemente nel ripostiglio e con la mano fece cenno verso la porta del bagno.
Frank si alzò e camminò fino al bagno strisciando i piedi sul pavimento, ma fu interrotto dalla voce di Bob.
«Cazzo Jess! Le sai le regole delle casa, fuori dal cazzo quando c'è qualcuno, altrimenti niente erba!». «Ma come sono carini questi clienti» rise la ragazza guardando prima l'uno e poi l'altro e mettendoci più del dovuto a parlare.
«Caschi male Jess, a quello là piace solo il cetriolo e a lui...» Bob si bloccò un attimo guardando interdetto Ray, che intanto stava spogliando la ragazza con gli occhi.
«A me piacciono quelle come te bambolina» rispose Ray avvicinandosi di poco fino a ritrovarsi tra il biondo e la ragazza.
«Hey amico siediti sul divano e quando torno ti voglio trovare seduto su quel cazzo di divano» ringhiò il biondo.
Ray alzò le mani scazzato e si sedette, mentre la ragazza andò via come se nulla fosse.
«Non si può andare neanche in bagno in pace porca troia» disse il moro raggiungendo la stanza incriminata, non prima di aver gettato uno sguardo di dissenso all'amico che sembrava divertito.
Davanti alla tazza, mentre si abbassava i pantaloni, chiuse gli occhi. Stava già sognando la siringa nel suo braccio, avrebbe sposato lui quel fumato di Bob pur di avere la polvere d'angelo sempre, anche se forse, considerando quanto quell'uomo fosse irascibile, sarebbe stato abbastanza di merda. Non sapeva come Bonnie facesse a sopportarlo, doveva amarlo proprio, quella donna neanche si drogava, ma accettava che casa sua fosse un via vai di gente schizzata e strafatta, quello era amore che manco Ray con il suo accendino.
Quella riflessione e anche la pipì furono interrotte dal rumore del grilletto che conosceva fin troppo bene, velocemente uscì dal bagno con solo i boxer alzati e in mano la pistola che era molto più fondamentale dei pantaloni.
La ragazza di prima era tornata ed era seduta sul divano accanto a Ray con una mano sul suo petto sul primo bottone della camicia, dall'altro lato Bob con in una mano il sacchetto con la polvere e nell'altra una pistola e lo sguardo incazzato.
Bene, molto bene.
«Io non ho fatto un cazzo!» urlò Ray per difendersi.
«Non mi importa faccia da culo!».
La tensione era palpabile, il minore sapeva di dover agire.
«Hey signori, calma, calma, calma» replicò Frank posando la pistola e mettendosi nel mezzo tra i due a passo lento, sapeva che Bob aveva la mira di un bambino di cinque anni, quindi bastava solo farlo ragionare.
«Bob perché non posi quella pistola e non prendi i miei bei soldoni?» continuò estraendo le banconote dalla giacca.
Alla vista dei soldi lo sguardo dello spacciatore si ammorbidì un po'.
«Questi sono circa il doppio di quelli che ti devo dare quel quella bustina, adesso tu posi la pistola e la bustina e noi togliamo il culo da qui, okay?» disse allungando un braccio e guardando Ray che stava annuendo.
Bob non rispose, afferrò i soldi scambiando la bustina nelle mani di Frank, senza però abbassare la pistola, poi fece segno con la testa verso la porta.
L'afro si alzò e la ragazza accanto a lui gli fece l'occhiolino ammiccate e lì Frank si ripetè che "il cetriolo", per citare Bob, era molto meglio.
Quando afferrò la polvere si sentì più leggero, non avrebbe mai perdonato a Ray se non fosse riuscito a farsi quel giorno, anche se ricordò di avergli perdonato cose peggiori come proiettili in una chiappa, ma quella è un'altra storia.
«Ringrazia che sei il migliore Frank, ma sappi che faccia da culo non lo voglio vedere più qua» disse il biondo quando Ray fu già fuori dalla porta e lui stava per uscire.
L'afro stava per replicare un "brutto figlio di puttana ti ammazzo" già pronto per prendere la sua arma, ma fu bloccato dalla mano tatuata dell'amico che gli tappò la bocca spingendolo via e che replicò semplicemente annuendo per poi sbattersi la porta alle spalle.Salve! 🌈
Allora, qui ci vogliono delle spiegazioni inutili lol
Ho visto Pulp Fiction da poco ma credo sia diventato uno dei miei film preferiti, mi ha colpito così tanto che ho deciso di farci una storia, ma ovviamente sarà diversa dal film.
Per chi non lo avesse visto, lo consiglio assolutamente!
Per chi lo avesse visto sono sicura che abbiate notato i riferimenti ai personaggi, abbiamo quindi Frank che è il mio personaggio preferito, ovvero Vince, Ray è Jules, Bob un misto tra Tarantino e Lance, Gerard è Mia e Mister Black è Marcellus (niente riferimenti alle iene, no, no).
Come dicevo la trama sarà diversa ma ci saranno dei punti chiave in comune.
È bene dire che i contenuti della storia sono forti aka droga e crimine.
Sicuramente avrete notato che le copertine non sono il mio forte, ma i capelli rossi di Gee hanno attinenza con la storia, trust me.
Spero che vi piaccia e sappiate che i capitoli non saranno molto lunghi, anche perché doveva essere una OS ma ho deciso di dividerla, per cui non credo che i capitoli saranno moltissimi e non dimenticate la cosa del bagno perché sarà il filo conduttore di tutta la storia 🌈
Credo che non aggiornerò molto velocemente, sorry. ❤
Un ringraziamento speciale a Sharon, come sempre ❤
xoxo
STAI LEGGENDO
Pulp Fiction
FanfictionStoria liberamente ispirata al capolavoro di Quentin Tarantino: Pulp Fiction. Ovviamente Frerard.