Capitolo 3.

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Noah è un ragazzo eccentrico ed è totalmente gay, dalla punta dei capelli fino alla punta delle scarpe firmate. Io lo amo alla follia, è mio amico da quando alle elementari presi a pugni un gruppo di ragazzi che lo stavano prendendo in giro e l'avevano fatto piangere. Da allora siamo sempre stati inseparabili. Lui era emarginato dagli altri ragazzi perché non lo capivano e in un piccolo paese di periferia le persone non sono molto tolleranti con chi è diverso da loro. Io ero emarginata semplicemente perché non me n'è mai importato niente né di essere popolare, né che le persone in generale mi stimassero. A me è sempre importato solo che le persone a cui voglio bene mi stimino e queste persone si riducevano a mio padre e a Noah. E da quando mio padre è morto mi è rimasto solo Noah. Lui mi è sempre stato vicino, è la mia spalla, il mio confidente. Lui mi teneva la mano la notte quando piangevo talmente tanto che rischiavo di soffocare dai singhiozzi. Lui è il più fragile fra noi due e allo stesso tempo è la mia roccia, il mio più grande pensiero è quello di proteggerlo ma quando ho bisogno di lui ecco che Noah tira fuori la grinta e fa qualsiasi cosa pur di farmi stare meglio.

Il Torch è il nostro locale preferito da quando ci siamo trasferiti in questo sobborgo. È un locale strano, un po' dark ma qui non hanno discriminazioni e ormai io e Noah siamo conosciuti da tutti. Appena arrivo trovo Noah che mi aspetta e mi corre subito incontro abbracciandomi

"Tesoro come stai?"

"Ora che ti vedo sto già meglio non ti preoccupare"

"Bene perché stasera ci divertiremo come dei pazzi ho intenzione di farti bere fino a quando non ti reggerai più in piedi!"

Scoppio a ridere, un po' perché non ho alcuna intenzione di bere, un po' perché è impossibile non ridere quando Noah parte in quarta ed è così determinato nel fare qualcosa.

Entriamo e raggiungiamo il nostro solito tavolo, ordiniamo due cuba libre e inizio a raccontare a Noah la giornata, lui ascolta attentamente quando mi interrompe:

"Scusami tesoro, non che io non sia profondamente scosso per quello che è successo nel tuo appartamento ma la parte più bella del racconto non è già finita vero?"

"Di cosa stai parlando?"

"Ma del bel ragazzo con gli occhi da gatto ovvio!"

"Beh si quella parte è già finita mi dispiace per la tua tendenza alla soop opera ma quel tipo è arrogante e cafone e sono quasi sicura che soffra di disturbi comportamentali e di bipolarismo. Comunque ho la sensazione di averlo già rivisto prima di oggi."

"Magari è un personaggio famoso?"

"No Noah... non è un personaggio famoso"

"Ne sei sicura?"

"Sicurissima. E comunque i suoi occhi non sono da gatto, ho detto solo che sono verdi"

"Dettagli!"

Finalmente arrivano i nostri cocktail e la serata inizia con un brindisi.

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