Capitolo 5.

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Una volta fuori cerco di separarmi da Christian che però sembra non voler capire il mio desiderio di starmene in pace, svolto l'angolo e mi ritrovo in una piccola strada buia che costeggia il retro del locale.

Pur non sapendo dove andare continuo a camminare a passo spedito dritto davanti a me. Christian da dietro inizia a chiamarmi:

- "Anouk aspetta ti prego, devo parlarti"

- "Forse non ti è chiaro il linguaggio del corpo ma te lo spiego meglio: devi lasciarmi stare"

- "Aspetta almeno un secondo"

- "No! Non mi interessa, generalmente non mi fermo a parlare con gente psicopatica, anzi a dire il vero non parlo proprio con nessuno quindi vattene che forse sono più psicopatica io di te"

Proprio in quel momento una grossa ombra passa davanti al mio campo visivo e mi blocco di colpo. Guardando meglio noto una nube nera che si sta condensando in un punto davanti a me agglomerandosi su se stessa fino a prendere delle forme che possono sembrare umane. Provo a socchiudere gli occhi per vedere meglio quando un uomo appare dal nulla, ma di umano in effetti ha ben poco.

I suoi occhi sono completamente neri e dal perfido ghigno che ha sulla bocca spuntano dei denti appuntiti e sporchi. La lingua è viola e biforcuta e quella "cosa" mi sta guardando come pregustandosi il momento in cui mi avrà assaggiata.

Noah deve aver aggiunto qualcosa al tuo drink questa volta...

Appena lo vedo lo strangolo.

Sono talmente interdetta da quello che sto vedendo che rimango lì, impietrita per quella che sembra un'ora anche se forse sono solo una manciata di secondi. La cosa scatta in avanti e dalla bocca le esce una sostanza strana, scura, può quasi sembrare uno stormo di corvi ma no, è più simile al fumo nero che ho visto quando la creatura mi è apparsa davanti. In un istante mi ritrovo faccia a terra, qualcosa di pesante mi ostruisce la respirazione, ci metto poco a capire che si tratta di un corpo umano, Christian si è buttato sopra di me per farmi schivare il colpo.

In un attimo balza in piedi e corre verso la creatura infilando una mano all'interno della sua giacca, ne estrae qualcosa di brillante e lo sento gridare delle parole in una lingua che non riesco ad identificare. La creatura sputa di nuovo altra nube nera ma Christian è velocissimo e schiva il colpo continuando a correre.

Mi sento sempre più perplessa riguardo quello che sto vedendo, nonostante tutto osservo la scena con un misto di orrore e di ammirazione. Alla fine Christian è arrivato di fronte al mostro e con un balzo lo sorpassa atterrando con grazia oltre di lui e pulendo la spada con un fazzoletto nero.

Tutto qui?

Ma la creatura è immobile, fissa davanti a se con occhi sbarrati. Un istante dopo la sua testa comincia a scivolare di lato e un fiotto di sangue (o qualsiasi cosa sia) color viola scuro esce da quell'essere riverso a terra.

Christian si prende un secondo di tempo per guardare la creatura decapitata e poi si gira di nuovo verso si me. Io sono lì, ancora incantata da quello spettacolo così macabro ma non appena vedo gli occhi di Christian che si posano su di me mi rendo conto della gravità della situazione in cui mi trovo.

Ho impressione che tu sia in pericolo cara Anouk.

Chi è quel tipo? E adesso che ha fatto fuori quel mostro senza il minimo scrupolo cosa ne sarà di me? E chi mi dice che anche lui non è un mostro?

Christian mi si avvicina con una mano alzata sussurrando:

- "Anouk, ti prego, stai calma"

Certo, sono calma... Mi capita tutti i giorni di veder decapitare creature che sputano fumo e con il sangue viola. Casomai non sono calma quando mi ritrovo per caso davanti a un negozio di scarpe il primo giorno di saldi ma questo... normale amministrazione!

Il mio istinto di conservazione fa il resto e in men che non si dica mi tiro su in piedi e inizio a correre più veloce che posso. Christian si lancia al mio inseguimento ma io sono allenata e accelero cambiando direzione più volte. Devo riconoscere che non è il massimo correre sui tacchi, mi fanno già male le gambe e un po' per la scena appena vista un po' per la corsa non prevista alla fine di una giornata non proprio ideale, mi sento bruciare i polmoni in petto. Finalmente arrivo alle porte del parco in cui mi alleno tutte le mattine e mi sento più sicura di me, conosco quel posto come le mie tasche, qui lo posso seminare.

Christian mi sta gridando dietro di fermarmi ma non voglio ascoltarlo e continuo a correre con il solo pensiero di scappare il più lontano possibile da lui. In questo momento più che mai sento la mancanza di mio padre, ormai non c'è più nessuno a proteggermi devo cavarmela da sola. Presa da un'improvvisa folgorazione mi fermo di colpo e mi giro verso il mio avversario.

Christian manca poco mi cade addosso ma riesce a fermarsi in tempo e mi guarda trafelato con sguardo interrogativo. Di sicuro il fattore sorpresa giocherà a mio favore. Mi metto in posizione di attacco, dopotutto non sono una sprovveduta mio padre mi ha allenato bene. So difendermi da sola. Non ho bisogno di nessuno.

Lo guardo negli occhi e faccio un salto in avanti, pronta a colpire ma Christian si sposta così velocemente da sembrare sparito nel nulla.

Sto per perdere l'equilibrio ma mi riprendo subito e continuo ad attaccare. Christian si muove con una velocità che non è umana ma quantomeno ha il buongusto di mostrarsi stanco, a un certo punto è lui a prendere l'iniziativa e con un'abile mossa schiva il mio colpo e mi immobilizza le mani, io per risposta gli passo una gamba dietro il ginocchio per farlo cadere e fortunatamente riesco a fargli perdere l'equilibrio. Vengo trascinata a terra anche io così cadiamo tutti e due, io sopra di lui. Rimaniamo in questa posizione, l'una sull'altro per qualche minuto, ansimando e fissandoci in cagnesco quando Christian per primo rompe il silenzio:

- "Adesso mi starai a sentire, abbiamo molto di cui parlare".

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