Capitolo 10.

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C'è luce, troppa luce. Mi rendo conto che è notte fonda e non dovrebbe esserci tutta questa luce. Apro gli occhi e rimango di sasso quando vedo che questa luce nasce proprio sotto le mie mani appoggiate sullo stomaco di Christian.

Cosa sta succedendo?

Mi sposto d' istinto e vedo il corpo di Christian che continua a brillare. Mi avvicino di nuovo a lui in preda al panico e lo sguardo mi cade un'altra volta sulle sue ferite. Quella sopra la milza sta brillando e si sta rimarginando sotto ai miei occhi, mi sposto sulla sua spalla e anche questa ferita inizia a brillare. Vado verso la sua gamba e anche qui stessa storia. Non riesco a capire cosa sta succedendo e lo guardo in viso sperando di trovare una risposta in quei suoi occhi immobili ma non succede niente. Ho bisogno di risposte e l'unica persona che può darmele non respira più. 

- "Christian ti prego, non lasciarmi. Ho bisogno di sapere. Christian... " continuo a chiamarlo sperando in una risposta che non arriva.

Non riesco a metabolizzare la morte. Quando è morto mio padre ho continuato a urlare il suo nome per ore, piangendo e finendo la voce ma non riuscivo a rassegnarmi a quella perdita così grande. Non può succedere di nuovo, non riesco ad assistere a un'altra vita che mi scivola via dalle mani così. Noah si avvicina a me e mi posa delicatamente una mano sulla spalla quasi temendo che io possa rompermi da un momento all'altro. Prova a dirmi qualcosa ma io non lo sento, vedo solo che le ferite di Christian stanno smettendo di brillare, ormai sono guarite ma i suoi occhi sono fissi nel vuoto.

Mentre continuo a fissarlo le sue palpebre scattano una e poi due volte e Christian si gira verso di me. Quasi mi prende un colpo e Noah lascia la presa dalla mia spalla quasi come se stesse scottando.

- "Anouk?"

- "Sono qui"

- "Mi chiamavi"

- "Cosa?"

- "Ho sentito che chiamavi il mio nome"

Quasi mi sento svenire dal sollievo che provo in questo momento. Lo chiamavo e lui mi ha sentito. Adesso i suoi occhi mi stanno guardando, non è più immobile, non è morto.

- "Cosa è successo?"

- "Tu... sembravi morto..." quasi mi strozzo con l'ultima parola

- "Non lo sembrava, lo era!" interviene Noah

Adesso lo sguardo di Christian saetta da me a Noah senza fermarsi.

- "Ha ragione lui"

- "Cosa?" urliamo io e Noah contemporaneamente

- "Ero morto, o quasi. Come hai fatto Anouk?"

- "Io? Io non ho fatto niente"

Si alza seduto e si guarda addosso. Sembra stia bene adesso, se non fosse per le macchie di sangue sui suoi vestiti sembrerebbe che non sia mai successo niente. Mi guarda di nuovo come se si fosse ricordato di qualcosa.

- "Non è possibile" sussurra più a sé stesso che a me.

- "Io... ma cosa è successo?"

- "Non lo so... cioè so che ci sono stati degli antenati nella tua casata che avevano il potere di guarire gli altri ma saranno cento anni che nessuno dei discendenti riusciva più a farlo, pensavo ormai che fosse solo una leggenda"

- "Ma io non ho mai guarito nessuno, avevo un criceto a 8 anni ed è morto dopo neanche una settimana"

- "Ehm Anouk?" interviene Noah e ci giriamo verso di lui

- "Si?"

- "Guarda il tuo anello"

Mi ero quasi dimenticata di aver indossato l'anello che mi ha regalato mio padre. La pietra rossa sta brillando intensamente, fa quasi male agli occhi guardarla.

Christian mi chiede:

- "Dove l'hai trovato quello?"

- "E' un regalo di mio padre, me l'ha dato poco prima di morire"

- "L'avevi mai indossato prima?"

- "No, è la prima volta. L'ho messo per non perderlo"

- "Interessante"

- "Cosa? Cosa è interessante? Perché sta brillando? Cosa c'entra l'anello?"

- "Credo di sapere cosa è successo ma è una magia molto antica e non l'avevo mai vista mettere in pratica"

- "Di cosa stai parlando?"

- "Hai detto che non ti è mai capitato niente di insolito e che quindi non avevi bisogno di nascondere i tuoi poteri agli umani, giusto?"

- "Si"

- "Vedi Anouk, io so per certo che tu sei una di noi e non è possibile che tu non abbia nessun potere quindi penso che quel anello sia la risposta a tutto"

- "In che senso? Come può entrarci qualcosa con la tua guarigione? E' magico?"

- "Non è l'anello a essere magico, è stata la tua magia"

- "Cosa? Non ti seguo più"

- "E' possibile nascondere la magia di qualcuno dentro a un oggetto. E credo che la tua magia sia rinchiusa lì dentro. Per questo non sai quali sono i tuoi poteri. Finché non hai indossato l'anello non potevi attingere alla tua magia"

- "Non è possibile, mio padre non sa niente di tutto questo"

- "Tuo padre era il più valoroso di tutti gli abitanti di Lux"

- "Cosa?"

Sentiamo un rumore in lontananza, rami spezzati, foglie mosse. Qualcuno o qualcosa si sta avvicinando.

- "Dobbiamo andare Anouk, avremo tutto il tempo di parlare una volta arrivati a Lux"

Io e Noah lo aiutiamo ad alzarsi e Noah chiede:

- "Bene, dove andiamo ora?"

- "Là dentro" sta indicando il lago al centro del parco.

- "Cosa?"

- "Si, è la via più breve per Lux"

- "Il colpo in testa deve averti fatto molto male se pensi che quell'acqua sporca possa portarti in un qualsiasi posto, forse può provocarti qualche allucinazione, quello si ma..."

- "Se volete la verità dovete iniziare a fidarvi di me"

Noah mi guarda in cerca di appoggio ma rispondo solo:

- "Ha ragione Noah, stasera abbiamo visto cose che mai avremmo creduto possibili, ormai ci siamo dentro, tanto vale metterci in gioco"

Dopo un profondo respiro Noah risponde:

- "Suppongo che tu abbia ragione. Andiamo!"

- "Andiamo!"

In viaggio verso LuxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora