Spruzzi rossi ricoprivano il lavandino del piccolo bagno,una goccia dello stesso colore rigava il braccio di Johanna Halleys,mentre lacrime amare le bagnavano il volto e i lividi appena procurati dal padre le dolevano su tutto il corpo...Ci dava dentro quel vecchio.
Non lo sopportava più,non lo riconosceva più,ma era inutile dirlo...
Avrebbe voluto urlare,ma chissà che lui non le avesse dato il bis.
Lasciò cadere la lametta nel lavandino e sbattè violentemente un pugno sul muro,sapeva che non doveva provare tutta quella rabbia,la distruggeva,la consumava...
Ma pensava a sua madre e all'uomo che senzà pietà le aveva lentamente tolto la vita e la rabbia era inevitabile.
Lasciò scorrere dell'acqua nel lavandino per eliminare le prove del suo dolore,ma esso non scompariva,e al padre sarebbe importato poco se lei faceva una cosa simile....
-Johanna!Cazzo esci!!- le urlò quel mostro da fuori.
Più vedeva il suo comportamento,più lo subiva e più temeva di diventarne la copia.
-Arrivo!!- sputò lei da dentro,stanca.
Uscì dopo una ventina di minuti pronta per uscire,il viso perfetto,il trucco impeccabile e una fascia al polso.
-Vattene ora!- gridò il padre e lei filò via senza farselo ripetere.
Appena fu giù al palazzo si accese una sigaretta,Diana ovviamente, e si incamminò per il viottolo.
Le mancavano gli anni dell'innocenza,quando quel dolore non esisteva e lei non era una stronza,perchè sapeva di esserlo.
Ma...Non poteva essere in altro modo,troppe paure la circondavano e nessuno doveva essere trascinato in quella storia.
Quando finalmente la ragazza entrò nell'edficio con la sigaretta ancora fumante raggiunse l'armadietto per estrarne un altro pacco di sigarette,al suo fianco trovò la Pierce,intenta a cercare di prendere una merenda alla macchinetta.
Jo sapeva cosa pensavano di lei Lucinda e la sua amichetta,ma sapeva bene che non avevano torto ad odiarla,e comunque la Pierce era troppo gentile per dirglielo in faccia,pregio che mancava a Johanna.
-Ti aiuto Pierce?- chiese con strafottenza notando che le si era incastrata la merendina nella macchinetta.
-Ehm...- mormorò intimorita lei -non ce ne'è bisogno,non fa nulla-
Gesticolò,quasi agitata e Johanna si soffermò su quei movimenti,scorgendo un lieve segno rosso sul polso della bionda.Le sorse un dubbio.
-Aspetta,faccio io..- Jo diede un forte calcio all'affare,facendo sussultare quella di fianco,e la merendina cadde subito giù.
-Ecco- si accovacciò per prenderla e poi gliela porse -tieni-
-Grazie Halleys..- sussurrò in rimando allungando il braccio.A quel gesto il maglioncino si tirò indietro e fra i bracciali Johanna vidde il segno evidente della cicatrice sul polso.Strabuzzò gli occhi,ma subito si ricompose.
Cosa... Cosa poteva fare di Lucinda un'autolesionista?
Abbassò lo sguardo,poi andarono in classe senza che nessuna delle due parlasse.
Era strano,ora la castana sentiva che qualcosa la legasse a Lucinda,ma lei continuava ad odiarla,e lo avrebbe fatto sempre.
-Ei Jo,vieni quì- sentì la voce di George chiamarla a sè,non si voltò.
Certo,stava male ma non si era scordata di quando lui aveva tentato di derubarla.
Si avviò invece a raggiungere Zayn,e proprio quando si sedette vicino al moro la professoressa fece il suo ingresso nell'aula.
STAI LEGGENDO
She was called "bitch"-One direction fanfic.
FanfictionJohanna Halleys. Il suo nome,la sua storia.Le sue lacrime e le sue urla soffocate faranno capire che non tutte le stronze sono solo stronze. "Non si nasce cattivi,la vita ti porta a esserlo" -Macklemore.